27 marzo 2018

IL RECENTE DOCUMENTO UNICO DI PROGRAMMAZIONE

Mancano le dimensioni e le priorità. Comunque utile


Il DUP, Documento unico di programmazione, è parte costitutiva e propedeutica del bilancio comunale. È un atto richiesto dalla legge di riforma della contabilità degli enti locali, finalizzata ad omogenizzare gli schemi di bilancio e raccordarli con quelli adottati in ambito europeo; ha una sezione strategica riferita al periodo di mandato ed una sezione operativa riferita al bilancio di previsione dell’anno. Il DUP ha valenza triennale ed è aggiornato annualmente.

03targetti12FBNella prima settimana di marzo il Consiglio comunale di Milano ha approvato il DUP 2018 – 2020. Il documento, redatto secondo i criteri di legge, è un atto burocratico che raccoglie tutte le attività dell’amministrazione e i programmi. Sono sintetizzate le strategie e gli obbiettivi dell’amministrazione in tutti i settori. La sezione Strategica è articolata in 14 tematiche generali. La sezione Operativa in 19 missioni.

L’elenco delle azioni e dei programmi è consistente. Un giudizio di merito articolato sarebbe impossibile. I contenuti programmatici sono, in generale, largamente condivisibili (almeno a mio avviso) a riprova che l’Amministrazione sta lavorando molto e anche bene in diversi campi (il che non garantisce di per sé il consenso elettorale come si è visto recentemente).

È però un elenco senza dimensioni e senza priorità; non ci sono cifre; non ci sono valutazioni comparate degli impegni finanziari che sono rinviati al bilancio. Manca l’aspetto quantitativo e dunque il peso delle azioni e la verifica di efficacia di quanto fatto. Dalla lettura del DUP non si capisce quali siano i programmi veramente impegnativi per l’amministrazione prima della fine del mandato.

L’approvazione del DUP in Consiglio comunale dovrebbe essere l’occasione per verificare e aggiornare il “programma del sindaco”. Insomma il documento burocratico dovrebbe essere accompagnato da un documento politico di sintesi che riaffermi l’analisi dei bisogni fondamentali della popolazione, dando anche le quantità in gioco; riaffermi i punti critici ambientali e le dimensioni dei fenomeni da affrontare; riaffermi gli obbiettivi fondamentali, quantificandoli ove possibile.

La valutazione politica di sintesi dovrebbe verificare lo stato d’avanzamento del programma amministrativo e le priorità per i prossimi tre anni, per la scadenza del mandato elettorale; ma anche indicare quali sono gli obbiettivi di lungo termine per i prossimi dieci o venti anni.

Si rileva la necessità di una guida alla lettura ragionata del DUP e quindi del Bilancio con un’indicazione sintetica delle grandi voci di spesa; dell’incidenza dei diversi settori di intervento rispetto al bilancio generale; della quota di spesa riservata ai Municipi e quella gestita centralmente. Un’indicazione di quanto pesano gli investimenti rispetto alla spesa corrente e quanto gli investimenti per la manutenzione e quelli per nuove opere. Quanto costa la gestione della macchina amministrativa e quanta spesa corrente è riservata al sociale e come si intende migliorare tale rapporto.

Una guida per i cittadini e per un dibattito informato.

  • Una valutazione sulla questione istituzionale

Nella valutazione del documento programmatico fondamentale del Comune di Milano non può mancare una considerazione sul rapporto tra Capoluogo e Città metropolitana. Il DUP contiene numerosi riferimenti alla questione della CM, fino a sostenere la necessità di una legge speciale per la CM di Milano: “Il nostro impegno sarà quindi per il rafforzamento della Città Metropolitana dialogando con Governo e Regione per definire uno status speciale della Grande Milano.” (Sezione Strategica, linea programmatica 14, punto 3). Gli atti concreti e i passaggi istituzionali in tale direzione tuttavia non sono indicati.

Il DUP elenca azioni e programmi rigorosamente contenuti dentro i confini comunali, salvo in parte i programmi relativi ai trasporti e ai parchi intercomunali (PLIS).

La città è totalmente concentrata su sé stessa e sui suoi confini amministrativi: i programmi e le azioni concepiti in prospettiva metropolitana riguardano solo, in parte, i trasporti e non costituiscono priorità. Eppure il Sindaco di Milano è anche sindaco della CM; anche la CM dovrà adottare il suo DUP; il coordinamento politico se non formale dei due documenti sarebbe stato un buon segno.

Nel DUP la riforma dei Municipi è un obbiettivo di mandato: “Il nostro intento è quello di dare piena attuazione alla riforma dei Municipi rafforzando il loro ruolo con deleghe maggiore autonomia finanziaria e un forte ruolo di indirizzo e controllo” (Sezione Strategica, linea programmatica 14, punto 3). Si prevede anche il decentramento della macchina burocratica che è uno degli scogli della riforma. Ma nel DUP non si evince quali azioni concrete andranno in tale direzione; quale dimensione relativa abbia la quota del bilancio gestita dai Municipi e quale dovrà essere in prospettiva, a riforma compiuta. La scelta politica sembrerebbe chiara. Della questione metropolitana si ne occuperà la prossima amministrazione, confrontandosi con il futuro governo.
Certo se oggi i cittadini dell’area metropolitana votassero per il sindaco, il centro sinistra probabilmente perderebbe anche Milano ed è comprensibile che qualcuno preferisca arroccarsi nella cittadella delle mura spagnole o della circonvallazione esterna. Ma se il centro sinistra vuole riconquistare l’hinterland deve proporre a quei cittadini una prospettiva di inclusione dove non è solo Milano capoluogo ad emergere, crescere e competere, ma anche le periferie metropolitane. In tre anni forse, si può fare. (Per avere un’idea di come in Europa si affronta la questione metropolitana invito a rileggere gli articoli di Cadenazzi sulla Grande Parigi in Arcipelagomilano).

  • Una breve e parziale valutazione della “Missione 8: Assetto del territorio ed edilizia abitativa

Il DUP riporta tra i programmi in atto la revisione del PGT. Non dichiara strategie ed obbiettivi. Vi è poi un lungo elenco di interventi sulla città, di trasformazione e rigenerazione, esposti tutti con la stessa importanza. Non c’è una valutazione di sintesi di come cambierà la città con il compimento del programma e quali siano le dimensioni complessive in gioco.

Per dare una valutazione politica e dunque sintetica del DUP in relazione al governo del territorio, dell’ambiente e della mobilità, sarebbe utile anche la rappresentazione cartografica dei programmi, per coglierne le relazioni e il disegno complessivo e capire quali ruoli dovranno giocare nella città le grandi operazioni urbanistiche: Scali ferroviari; Aree Expo e riorganizzazione di Città studi; rigenerazione dei Navigli; caserme e Campo di Marte di via Forze Armate; ecc.

Ma non solo: in urbanistica per dare una valutazione fondata è necessario, anche se non sufficiente, dimensionare i problemi.

Un esempio. La popolazione di Milano negli ultimi quindici anni è cresciuta per effetto dell’immigrazione. Al 2016 contava 1.368.590 abitanti. Il DUP prevede al 2025 una crescita di 50.000 abitanti. La composizione sociale è in evoluzione (immigrati, anziani, single, ecc.).

Nel DUP sono elencati i numerosi programmi di intervento nel settore ma non si evince, a fronte di quei dati, quale sarà la dimensione del fabbisogno abitativo previsto e quali e quanti i servizi necessari. Quanta edilizia sociale o pubblica sarà necessaria e in che misura i programmi urbanistici in campo daranno risposta. Qual sia il ruolo del patrimonio residenziale del comune. Quale ruolo la città debba assumere nel settore abitativo rispetto all’area metropolitana. E infine quanto debba pesare la questione della casa rispetto agli altri obbiettivi sociali e dunque quante risorse di bilancio vadano ad essa riservate. Probabilmente nei diversi atti del Comune le risposte ci sono, ma è la visione sintetica che manca e che dovrebbe accompagnare il DUP.

Così anche per il “verde”. Nel DUP sono contenuti numerosi programmi per il potenziamento del verde, sia urbano che di cintura metropolitana; è un elenco importante che non dà però conto del disegno complessivo pur esistente. Sarebbe stato significativo dare la rappresentazione grafica sintetica di come tali interventi costruiscono, nel tempo, la rete ecologica ma anche la dimensione che deve raggiungere il verde “naturale” per dare un contributo effettivo alla qualità ambientale dell’area metropolitana.

Per quanto riguarda il governo del verde nel DUP non si accenna all’istituzione che gestisce più della metà delle aree a parco della CM e tutte le aree agricole residue del comune di Milano, ovvero il Parco agricolo Sud Milano; quale ne sia il destino; in che misura le strategie del Parco coincidano con quelle della città; quali le sinergie possibili.

Mobilità e trasporti richiederebbero una trattazione a parte perché il tema, vasto e strategico per il futuro della città, sarebbe per oggettiva dimensione e per legge di competenza della Città metropolitana. Ma la Regione l’ha illegittimamente esautorata con l’istituzione all’Agenzia per il trasporto pubblico locale cui fa riferimento lo stesso DUP.

Anche per il governo del territorio la dimensione metropolitana è formalmente citata. Ma non c’è accenno al rapporto tra il PGT del comune e il Piano regolatore metropolitano che la CM dovrebbe redigere.

Ugo Targetti

 

Microsoft Word - DUP 2018_2020 - SEZ STRATEGICA E OPERATIVA eme

Clic per visualizzare il Documento Unico di Programmazione



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