20 febbraio 2018
Laura Boella
EMPATIE
L’esperienza empatica nella società del conflitto
Raffaello Cortina Editore, Milano, 2018
pp. 212, euro 13,00
La nostra idea di empatia resta carica di pregiudizi. Soprattutto ora che, nel dibattito pubblico, la società contemporanea si è trovata ad affrontare il problema della lacerazione dei legami interpersonali, della lotta per l’accaparramento del potere, dell’odio per chi non appartiene al gruppo. Nonostante sia diventata una parola chiave del nostro secolo, non è affatto scontato cosa sia l’empatia e che peso abbia nel mondo contemporaneo.
Laura Boella, che insegna Filosofia morale all’università degli Studi di Milano, definisce l’empatia “l’ingresso del nostro orizzonte vitale, emotivo e cognitivo di ciò che è vissuto dall’altro”. L’altro che, prima di tutto, dobbiamo considerare unico. Si parte quindi dall’esercizio di guardare chi ci sfiora per la strada con un interesse nuovo, dando un valore infinito a ciascun uomo. L’empatia non è solidarietà, ma la presa di coscienza che l’altro esiste e ha un valore. Questo è l’assunto da cui partire per non far prevalere la paura del diverso, dello straniero.
La politica e i media agiscono come amplificatore di una paura per lo straniero, che ci ruba lavoro e spazio, e l’incapacità di reggere il coinvolgimento emotivo portando a una sola conseguenza: l’odio. Una scorciatoia deviante che lede la nostra stessa dignità e il rispetto per la nostra specie. Troppo spesso cadiamo negli stereotipi, negli slogan che dividono il “noi” da una moltitudine di persone fragili senza storia.
Il saggio vuole essere il proseguimento della ricerca iniziata più di dieci anni fa con la riscoperta della prospettiva fenomenologica, in particolare quella di Edith Stein. Oggi l’empatia è diventata il catalizzatore di un vasto ambito interdisciplinare che interessa i problemi cruciali del mondo moderno: dal primato dell’economia su scala globale ai politici preoccupati per il venir meno della coesione sociale, dalle tragedie dei migranti alla crisi ecologica, dalla comunicazione dei media alla rivoluzione digitale. Il lavoro dell’autrice si è ampliato in direzione delle neuroscienze sociali e del dibattito che ha impegnato economisti, politologi, giuristi, filosofi, studiosi di psicologia morale intorno al significato etico-sociale dell’empatia.
L’empatia non è un rimedio per risolvere un disordine mondiale, ma sta al centro delle contraddizioni contemporanee ed è attraverso essa che dobbiamo passare per descriverle e comprenderle. Si pratica per capire, attraverso l’affermazione dell’alterità dell’altro, fondamento di ogni relazione, inteso come elemento innovativo e rigenerativo, che porta a una visione nuova dei rapporti interpersonali.
Cristina Bellon
Questa rubrica è a cura di Cristina Bellon
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