20 febbraio 2018
Carla Maria Casanova scrive a proposito dell’articolo “Il fascino discreto delle urne” – Gentilissimi, giornalista professionista da 60 anni (in argomento culturale, comunque non completamente avulsa dal mondo che sta intorno). So di creare indignazione, ma sono sempre più convinta di una sostanziale realtà. All’80 % della popolazione (italiana ma non solo) non interessa per niente l’andamento politico, a causa della disinformazione (non sempre colpevole), dei giochi dei partiti (sempre sommersi), delle gabole dei voti manomessi, della mancata conoscenza delle persone da votare, dei ribaltoni dei programmi e delle alleanze a elezioni compiute ecc. A riprova, l’afflusso alle urne è sempre più debole, i referendum non raggiungono il quorum. I giovani se ne infischiano. Morale, ritengo che l’unico referendum sensato sarebbe quello per abolire le votazioni. Non servono a niente, non rispecchiano la volontà del Paese (ammesso che una volontà ci sia), sono una spesa mostruosa. Si potrebbe, forse, ridurre la disinformazione inserendo la materia politica nelle scuole, informando il più possibile la popolazione sulle reali necessità del Paese e cosa significa governare ed essere governati, non ai soli fini di fare ciao ciao con la mano alla televisione. Detto ciò, naturalmente io andrò a votare, per dovere civico, come ho sempre fatto. A tutt’ora, non so ancora per chi.