5 dicembre 2017
Gatti, carpe, animali antichi e miti bizzarri sono protagonisti della mostra ospitata dalla Permanente e dedicata all’artista giapponese Utagawa Kuniyoshi, per la prima volta in Italia. Maestro indiscusso dell’ukiyoe – che per i non avvezzi è il genere di stampa artistica giapponese su carta, impressa con matrici di legno – e che così tanta influenza ha avuto sulla cultura dei manga, degli anime (film di animazione giapponesi e non), dei tatuaggi e della cultura pop in generale contemporanea.
Nel Museo di via Turati sono allestite una selezione di 165 silografie policrome, tutte provenienti dal Giappone e suddivise in 5 sezioni tematiche: Beltà; Paesaggi; Eroi e guerrieri, Animali e parodie e Gatti. Questa ultima (surreale) sezione, Gatti, è dedicata alla passione del maestro giapponese, per la quale moltissime persone lo conoscono, e che è uno dei temi che rendono la sua personalità ancora più misteriosa ed eccentrica. Il suo nome è soprattutto associato ai giochi illusionistici, fatti di ombre e di figure composite alla maniera di Arcimboldo, ovvero figure inserite in altre figure, e parodie di storie e battaglie con protagonisti animali, oggetti, dolci, cibi. Opere ironiche e umoristiche che giocano sui sentimenti e le emozioni come nessun altro artista ha saputo fare prima di lui.
Le sue immagini sono fantasiose, barocche, ricche di colori e dense di particolari minuti. I suoi personaggi sono imponenti, le azioni roboanti e occupano tutta la superficie illustrata: sia essa nel classico formato rettangolare, o in quello di un ventaglio rotondo (uchiwa) o che si tratti del più grande formato del trittico, da lui prediletto al punto di arrivare all’esattico.
Varcando la porta del Museo, tra colori, animali, e personaggi mitici, sembra di entrare in un mondo senza senso, come nel Paese delle meraviglie di Alice. E voi cosa fate, non siete curiosi di inseguire in Bianconiglio?
questa rubrica è a cura di Benedetta Marchesi
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