24 ottobre 2017
Gianrico Carofiglio
LE TRE DEL MATTINO
Torino, Einaudi, 2017
pag. 165, euro 16,50
Ho letto tutti i suoi libri. Tanti. Eppure, Gianrico Carofiglio riesce sempre a stupirmi. Anche questa volta, con Le tre del mattino. Un romanzo, diverso da tutti gli altri, che racconta con grande tenerezza il rapporto tra un padre e un figlio. E soprattutto infonde speranza, perché qualsiasi rapporto può essere ricostruito. Basta volerlo.
Antonio è un adolescente che, a nove anni, ha subito la separazione dei genitori. Tutto è accaduto nei modi più civili possibili e con ampie rassicurazioni, ma è pur sempre una divisione, che ha allontanato il padre dalla casa famigliare e ha segnato il confine del prima e del dopo.
Come spesso accade nella vita, per circostanze inattese, padre e figlio dovranno affrontare insieme una prova. Saranno costretti a condividere due giorni a Marsiglia. Un tempo breve, nel quale l’unica regola è quella di non dormire. Ma il destino, per cambiare la trama della storia di ogni uomo, non ha bisogno di molto tempo. Quarantott’ore sono sufficienti a due sconosciuti – perché è questo che Antonio e il padre sono – per capirsi e scoprire di essere fatti l’uno per l’altro.
Non solo. In due giorni, si può scoprire anche di essere diventati uomini. Alle tre del mattino Antonio farà un’esperienza unica che, insieme agli altri eventi vissuti con il padre in una Marsiglia degli anni ’80, vivace ma anche pericolosa, gli cambierà la vita.
Antonio si trova in una situazione “balikwas”, che nella lingua delle Filippine significa: “saltare all’improvviso in un’altra situazione e sentirsi sorpreso, cambiare il proprio punto di vista, credere cose che credevamo di conoscere in un modo diverso”. Ciò che era dietro gli occhi di Antonio, ora sta davanti a lui, e spalanca i suoi orizzonti.
L’inaspettato ha così compimento nel padre e nel figlio, e dal padre al figlio passerà il testimone. Non sarà però sotto il segno della formazione che la storia narrata troverà la sua conclusione e il suo senso. Compaiono altri elementi con i quali i protagonisti dovranno fare i conti: le illusioni, le occasioni perdute, e il rimpianto di un tempo rubato, dove certo tutto può rinascere, ma il passato non può essere restituito.
Sensibile alla psicologia umana e alle sfumature più delicate di ogni sentimento, Gianrico Carofiglio ha rivelato sempre una ricerca attenta di stili raffinati per arrivare al cuore del lettore. Il suo è un messaggio realistico, in cui c’è solo spazio per vivere intensamente. “Bisogna dilapidare la gioia, è l’unico modo per non sprecarla” dirà uno dei suoi personaggi. Forse questo è tutto quello che conta.
Cristina Bellon
questa rubrica è a cura di Cristina Bellon
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