18 ottobre 2017

libri – NOI MARTINITT


Cristina Cenedella e Gianfranco Gandini
NOI MARTINITT. Storie e racconti tra due secoli
Cernusco sul Naviglio, Meravigli Edizioni, 2017
pag. 158, euro 15,00

libri33FBUna delle pagine più importanti della storia di Milano si è trasformata in una narrazione toccante delle vite di migliaia di orfani accolti dall’istituzione caritatevole dei Martinitt e delle Stelline, nata nella prima metà del XVI secolo, per rispondere a una fra le tante peculiarità milanesi, quella della carità e dell’aiuto ai meno abbienti. Dall’archivio dei due orfanatrofi più antichi della città sono stati riesumati cronache di piccoli drammi e di minuscole gioie, e momenti indimenticabili di vita, che messi insieme sono diventati un racconto corale.

A compiere questa prodigiosa impresa sono stati Cristina Cenedella, docente di Archivistica all’Università Cattolica e responsabile del Museo Martinitt e Stelline, e Gianfranco Gandini, presidente dell’Accademia del Dialetto Milanese, ex Martinitt, che ha ricordato le esperienze più belle della sua adolescenza vissuta presso l’istituto (dal 1955 al 1961).

Il libro raccoglie foto d’epoca e storie incredibilmente vere di ragazzi, orfani da parte di madre o di entrambi i genitori e in condizioni di povertà, che sono stati ammessi in questo luogo pio, sovvenzionato dalle famiglie dell’alta borghesia milanese.

Veniva posta molta attenzione all’educazione e alla formazione dei ragazzi. Oltre a ricevere l’istruzione elementare, apprendevano i principi delle arti manuali, per poter entrare nel mondo del lavoro. Ma anche la ginnastica era parte essenziale della formazione dei Martinitt, tanto che nel 1929 il direttore Valzelli scrisse alla Presidenza dell’Opera Nazionale Balilla, assicurando la partecipazione di una squadra di quattordici ragazzi Martinitt al Concorso ginnico-sportivo Dux, concorso finalizzato a “temprare lo spirito al disagio e alla fatica, per creare ufficiali e condottieri di pura fede fascista”. E i Martinitt vinsero su 25.000 partecipanti.

Così come per i Martinitt, anche per le Stelline vigeva una disciplina piuttosto rigida. La vita delle ragazze si svolgeva in un’atmosfera claustrale, ritmata da numerose pratiche religiose. Le Stelline erano istruite per diventare brave mogli, ottime madri o eccellenti cameriere. Venivano addestrate a svolgere i lavori domestici, la cucina e il ricamo; mansioni che evidenziano la disparità di genere in linea con quei tempi.

Oltre e dentro al significato profondo della storia di Milano – dall’epoca napoleonica a quella risorgimentale, dall’Unità d’Italia alla Grande Guerra, dalla Seconda guerra mondiale alla ricostruzione postbellica – il lettore è avvinto al testo dal linguaggio cristallino, che nulla nasconde e molto emoziona. Come il racconto del primo giorno di lavoro di Gianfranco Gandini in una fabbrica di stoffe.

E, anni dopo, la proposta inaspettata di andare a lavorare in una compagnia di assicurazioni. Fino al giorno in cui, indossando il nuovo completo Principe di Galles, aveva lasciato i Martinitt con un nodo alla gola. Lo stesso nodo che gli aveva tolto il respiro molto tempo prima, quando per la prima volta era entrato nell’androne dell’orfanatrofio.

Cristina Bellon

questa rubrica è a cura di Cristina Bellon
rubriche@arcipelagomilano.org



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