10 ottobre 2017

la posta dei lettori_11.10.2017


Scrive Francesco Spadaro su periferie e redditi – Straordinaria la sintesi del tuo bel articolo, Luca Beltrami Gadola, che riassumo così: il primo problema delle periferie è il reddito di chi le vive e abita! Pensare però che qualcosa possa cambiare, grazie all’aiuto dall’AFOL piuttosto che dal supporto di qualcuno dei “mecenati milanesi”, che si sono detti pronti ad aiutare Sala, mi pare un po’ ingenuo. Ma forse perché, da radicale con deriva marxista, credo ci sia bisogno di qualcosa di più … rivoluzionario. Tipo quella di cui quest’autunno si celebra il centenario.

Scrive Carlo Alberto Rinolfi sulla fake news – Condivido il richiamo alla serietà dell’articolo di Rita Bramante, ma non il modo in cui lo si è espresso. Mi spiace per l’autrice, ma cosi ottiene il contrario del desiderato. Non c’è alcun nesso tra il decreto sui vaccini italiani e il riscaldamento globale. Neppure esiste la seppur minima relazione tra i casi di morbillo e l’autismo. Trattare le pere con le mele indica solo uno stato di confusione e così il virus delle fake news colpisce ancora sotto le spoglie di una promo istituzionale.

È comunque non facile districarsi su temi che hanno più risvolti politici e scientifici. Forse gioverebbe partire dal fondo di questi problemi. Non importa più molto stabilire se e quanto il sole sia causa del riscaldamento o del raffreddamento del pianeta come è sempre stato. Adesso sappiamo che c’è anche lo zampino dell’antropocene e semplicemente dobbiamo correre ai ripari e difenderci (per ora) dal caldo sul nostro territorio.

Su quel punto vale le la pena concentrarsi, idem per i casi di morbillo lombardi, l’esavalente o i 10 vaccini per legge Lorenzin che comprendono il tetano e l’epatite C: sono altra cosa dal contrasto al virus del morbillo. Non vi pare? Dovremmo piuttosto trovare in fretta soluzioni per una riduzione degli effetti del cambio climatici per la Lombardia.

Scrive Giampaolo Bertuletti da Parigi su “mafia lombarda” – L’affermazione di Nando dalla Chiesa “associare alla firma del questore anche quella del sindaco per autorizzare l’apertura di nuove sale giochi” vale a dire come autorizzare il riciclo del denaro sporco con l’accordo del prefetto. Dove vivo, rischiare i propri soldi è possibile solo al casinò, dove si entra dopo essersi iscritti (nome, cognome, indirizzo e data di nascita + presentazione del documento d’identità). Ma chi l’ha detto che in Italia si debba favorire l’attività mafiosa a scapito di chi lavora onestamente e si lascia impegolare nel gioco d’azzardo?

Replica Nando dalla Chiesa a Giampaolo Bertuletti – Purtroppo (o per fortuna) il signor Giampaolo sembra non sapere nulla delle vicende italiane in questo campo. La questione è molto semplice. Il governo incoraggia, per ottenerne introiti, il gioco d’azzardo legale, spianando la strada a nuove presenze mafiose. Ovunque, da anni, fioriscono nuove sale giochi. Sindaci volonterosi vi si oppongono spesso, per ragioni morali ma anche di identità delle città o dei quartieri, oltre che per tutelare i minori e i disperati. Ma non hanno alcun potere di interdizione. Basta infatti l’autorizzazione delle questure. Che dipendono dai governi, non devono renderne conto ai cittadini, e autorizzano. La proposta di prevedere obbligatoriamente anche la firma del sindaco, dunque, non è un ‘liberi tutti’ ma esattamente il contrario. Ognuno propone in relazione ai problemi che deve contrastare, non in base alle ‘sue’ situazioni ideali.



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