26 luglio 2017
Scrive Alessandra Tami sulla riapertura dei Navigli – Vedo numerose lettere, spesso nebulose, sul tema riapertura dei navigli. Al di là della bellezza, c’è già la Darsena, e il fatto che in futuro non ci sarà acqua (vedi cambiamento climatico e secca dei fiumi), non è che qualcuno si dimentica che dove una volta scorrevano i navigli ora si sta scavando per fare la linea 4 del metrò? E poi dove facciamo correre i taxi, anche deciso che il centro sia chiuso alle auto private. Come già scritto, altre sono le priorità di Milano e sul nuovo referendum voterò no!
Scrive Emanuela Bianchi Porro sulla critica coreutica – Perfetta la critica del balletto scaligero. Mi complimento con Domenico Giuseppe Muscianisi, veramante bravo, attento: finalmente un bravo critico del balletto!
Scrive Eduardo Szego sulla critica musicale – Grazie Paolo Viola, grazie! Finalmente un critico musicale che dice ciò che va detto, senza sconti opportunistici. Condivido totalmente il suo articolo del 19 luglio su ArcipelagoMilano, e soprattutto condivido la domanda che si (ci) pone in chiusura di articolo, alla quale contribuisco con la mia modesta risposta: “Sì, è stato un azzardo eccessivo!”, di cui non è difficile trovare la spiegazione (e comunque sono andato anch’io a un paio di sere e andrò anche stasera a sentire la IX, nella speranza di non pentirmi!).
Frequento l’orchestra Verdi dal giorno del suo inizio di attività, l’ho molto apprezzata ai tempi della guida di Chailly, poi è iniziato il declino che non poteva certo arrestarsi con i lenitivi dei numerosi Direttori Principali, Direttori Ospiti, ospiti principali, e mai un Direttore stabile, nel senso accertato della parola; non basta dire Direttore Musicale, devono dirci se Peter Flor sarà il Direttore Stabile, che vive quotidianamente con l’orchestra e non solo per preparare velocemente un concerto. Mantenere in attività un orchestra sinfonica senza Direttore Stabile è un’insensata invenzione italiana (perfino la Scala per anni ne è stata priva!).
Anche la Zhang Xian, a parte il discutibile valore, non so quanto sia stata Direttore Stabile, ma di certo non ha contribuito a risollevare la professionalità dell’orchestra. Personalmente contavo molto su un coinvolgimento come Direttore Stabile o di Jader Bignamini o di Robert Trevino che, entrambi, hanno passato egregiamente la prova del fuoco offrendoci un Mahler di rara intensità e profondità, oppure ancora il delicato e sublime Ruben Jais. Ma tant’è!