18 luglio 2017

libri – IO E LEI


Edoardo Boncinelli
IO E LEI. Oltre la vita
Milano: Guanda 2017
pag. 186, euro 14,00

libri27FBChe siate sotto un ombrellone a riposarvi o in ufficio a lavorare, la questione non cambia. Memento mori. La nota locuzione latina, che significa “ricordati che devi morire”, ci accompagna per tutta la vita. La morte è il nostro orizzonte. Del resto, è da quattro miliardi di anni che tutti gli esseri viventi muoiono, e nessuno è mai riuscito a sfuggire da questo destino.

Con una nota straordinariamente romantica, ma sempre con precisione scientifica, il celebre genetista, Edoardo Boncinelli, ci parla di lei, la nostra morte. Noi tutti sappiamo di dover morire con la stessa certezza con la quale sappiamo di essere vivi. E Boncinelli ne è consapevole da quando aveva cinque anni. Più tardi, gli capitò spesso di pensare, quasi per gioco, di essere morto e immaginare la sofferenza di coloro che lo amavano, commuovendosi da solo.

La verità è che la nostra morte certamente commuoverà un certo numero di persone, ma la natura non ne sarà turbata più di tanto e la maggior parte degli eventi andranno avanti lo stesso. La natura ci lascia invecchiare e di conseguenza morire. Superata l’età riproduttiva, non ha più alcun interesse a tenerci in perfetta forma. Il logoramento è progressivo, e mentre l’opera di ricostruzione è efficacissima quando si è bambini, nella seconda parte della vita lo è sempre meno.

Essere vivo richiede un notevole sforzo, un’enorme quantità di energia, nella lotta contro l’implacabile tendenza alla degradazione, all’aumento del disordine, alla perdita d’informazione, tipica dell’universo e di tutti gli oggetti che contiene. Non a caso il filosofo tedesco Peter Sloterdijk sostiene che “il genere umano è condannato a compiere una fatica surreale. Chi cerca esseri umani troverà acrobati”. Siamo quindi uno scandalo, “una bestemmia scientifica”, come dice Boncinelli, una violazione continua di quello che piacerebbe all’universo, cioè poltrire senza fatica.

La vita è dunque un miracolo continuo. “Tra la vita e la vita c’è solo la vita”. Discendiamo tutti dallo stesso gruppo di organismi viventi, per derivazione fisica diretta. Anche le nostre cellule continuano a rinnovarsi, obbedienti a un perenne processo di sostituzione, mentre noi restiamo apparentemente gli stessi. Diventa difficile pensare che tutto possa finire con la morte, ma la consolazione data dalla religione non ha alcuna presa su Boncinelli, anche se lui ammette che la scienza non può fornire certezze assolute, non può dare un senso all’esistenza e non possiede ricette per la felicità.

Rassegnati alla fine del nostro corpo, si può sperare nel proseguimento della coscienza di sé, dopo la morte? “Io sono uno scienziato” scrive Boncinelli “ho amato la scienza per tutta la vita, ma devo ammettere che non riesco a collocare la coscienza in questo mondo spiegabile, per quanto abbia cercato di darmene conto per decenni. La coscienza è l’unico, autentico, grande mistero dell’universo”.

Cristina Bellon

questa rubrica è a cura di Cristina Bellon
rubriche@arcipelagomilano.org



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