18 luglio 2017

la posta dei lettori_19.07.2017


Scrive Eduardo Szego sullo smistamento dei migranti – Su un fenomeno che rischia di diventare di portata forse ingovernabile, non mi sembra esista, o almeno io non ne ho notizia, uno studio di altissimo livello che tracci delle previsioni sulle dimensioni che il fenomeno potrà assumere nel tempo, attraverso le previsioni sulle diverse componenti che lo generano: guerre, siccità, natalità, agricoltura, aiuti economici dall’esterno, epidemie, scolarizzazione, stabilità/instabilità politica, etc.

Saranno qualche milione i nuovi arrivi, qualche decina di milioni, qualche centinaia di milioni? Sembra che nessuno abbia azzardato qualche previsione che invece sarebbe importante per valutare a priori la portata. Al di là di ciò mi chiedo anche se oltre, o in alternativa, alle sterili discussioni sulla ripartizione dei migranti, qualcuno, magari anche di “rango” giusto, abbia già pensato o addirittura abbia già proposto le immense terre scarsamente popolate dell’America del Sud come possibile meta di parte almeno delle attuali migrazioni di massa da Africa e Medio Oriente. Ma non per liberarci del problema e scaricarlo su altri, bensì perché quelle sono aree che possono assorbire molte più persone offrendo loro anche la terra per l’autosufficienza alimentare, e altre opportunità di vita decente e decorosa.

A parte le massicce migrazioni in Sud America di nostri compatrioti tra fine Ottocento e primo Novecento, anche dopo la fine della II guerra mondiale ci furono moltissimi italiani, tra cui molti bolognesi che, seppur provati da una guerra disastrosa, venivano comunque da situazioni meno povere e tragiche degli attuali migranti dall’Africa e Medio Oriente, eppure vi andarono realizzando importanti attività agricole e industriali.

Ovviamente i conti vanno fatti con l’oste, ossia con i Governi di quei paesi che non credo si opporrebbero, perché anche loro hanno bisogno di mano d’opera per dissodare terre senza fine, costruire infrastrutture, sviluppare attività imprenditoriali connaturate a quei paesi (pesca, lavorazione legnami, etc.). Ci si è mai pensato? È mai stato proposto ad Argentina, Uruguay, Cile, Colombia, Brasile, etc. Potrebbe essere un’idea.



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