14 giugno 2017

la posta dei lettori_14.06.2017


Scrive Guido Hugony su Città Studi – La proposta del trasferimento delle facoltà viene contestata in base ai costi dell’intervento (confronto fra interventi di ristrutturazione dell’esistente e quelli di costruzione ex novo) , a possibili interessi speculativi o politici (Human Technopole + valorizzazione dell’area di Expo), al valore della presenza dell’università in un’area cittadina relativamente centrale.

Sui costi mi pare inutile discutere; i numeri ognuno li può dare come vuole e comunque è noto a tutti che il nuovo costa meno del ristrutturato. Lo stato dei fabbricati è visibile a chiunque passi per la zona; e il valore di un vecchio immobile in centro e certamente superiore a quello di un edificio nuovo in periferia. Non entro a discutere sugli interessi in gioco: è chiaro che l’intervento di trasferimento muove una attività edilizia doppia rispetto alla sola ristrutturazione dell’esistente. Ma non mi pare sia da criticare.

A mio avviso è invece da considerare la dimensione urbana dell’intervento, le ricadute sullo sviluppo più generale della città metropolitana con cui , bene o male, anche noi abitanti di zona 3, siamo costretti a confrontarci. E anche dobbiamo sapere che , oggi, la vita di Città Studi è di giorno un ingorgo di macchine e di notte di droga e abbandono.

Attorno all’Università non esiste nulla, nessun locale, nessuna attrazione; e questo non lo dico io, basta girare la sera per le strade del quartiere, dopo che gli studenti se ne sono andati. Chi vive nelle stanze d’affitto di via Pacini preferisce i Navigli, Porta Ticinese, non sta in Città Studi. Che cosa perderà la zona senza gli studenti delle facoltà scientifiche? il nulla che c’è adesso.

La zona Expo non è solo cimitero e autostrada, ma anche incrocio di mezzi pubblici che collegano la zona alla città (centro e periferia ) e alla regione attraverso il Passante e l’autostrada stessa; per chi non abita vicino a piazza Leonardo è certamente più facile arrivare all’Expo che a Città Studi.

E se per me che ci sono nato la zona 3 è il quartiere più bello di Milano, per chi ci viene da Baranzate o da Muggiò è solo un ingorgo delle scale mobili di piazza Piola o la ricerca spasmodica di un parcheggio (o meglio di un posto qualsiasi dove lasciare l’auto).

Scrive Carlo Cantoni su Città Studi – Il trasferimento a Rho degli istituti universitari è una enorme sciocchezza,solo degli incoscienti possono sostenere questa proposta indecente,già è stato commesso un errore fondamentale col trasferimento della facoltà di veterinaria Milano è in mano ad affaristi che la stanno distruggendo comunque l’incompetenza di molti dirigenti è una caratteristica di questa nazione. Saluti, Carlo Cantoni, già ordinario della Statale.

Scrive Giso Colombo su Città Studi – Grazie per l’attenzione che date a questo argomento importante per il quartiere di Città Studi, ma ancor più per le conseguenze economiche che una spesa scriteriata (tale è se mancano le valutazioni serie da tempo inutilmente invocate) rappresenterebbe per la città intera e la Statale in particolare. Purtroppo, la cittadinanza nonostante l’impegno vostro e dei comitati critici credo resti largamente all’oscuro delle problematiche e quindi flebile resta la richiesta di responsabilità agli Amministratori pubblici.

Non pensate possibile ricorrere a strumenti tipo referendum di municipio per sollecitare più diffusamente la pubblica opinione? Mi domando ogni volta che leggo il vostro giornale come sia possibile che nessuna voce Comunale si degni di rispondere ai problemi da voi continuamente sollevati. Ma il Sindaco e gli assessori non leggono? Come pensano di essere credibili e trasparenti ? Buon lavoro da un abitante del Municipio 3.

Scrive Andrea Giorcelli sulla raccolta carta in metropolitana – Nei nuovi contenitori per la raccolta differenziata collocati negli spazi della metropolitana il sacchetto della carta è stranamente appeso a un sostegno di colore blu, anziché a quello di colore bianco, da sempre associato a tale materiale (persino nei contenitori per i giornali usati negli stessi spazi!). Questo provoca confusione e facili errori negli utenti, basta vedere all’interno del sacchetto destinato ai rifiuti indifferenziati quanta carta e giornali buttati dentro dai passeggeri, spesso frettolosi, in modo automatico alla vista del colore bianco del sostegno. Non si capisce perché complicare le cose in una materia complessa come quella della raccolta dei rifiuti, benché quotidiana, dove contano molto le abitudini consolidate e i riflessi condizionati.

Scrive Laura Liyanage su scali e concorsi – Trovo sempre molto interessanti gli articoli di Giuseppe Bonomi. Mi piacerebbe anche sapere cosa pensa dei concorsi pubblici che seguiranno l’accordo di programma. Se sa più in dettaglio se vi potranno partecipare tutti e se così finalmente la cittadinanza potrà realmente esprimere le proprie idee di riqualificazione o se conosce le modalità di partecipazione. Forse è ancora presto per parlare del concorso, ma c’è chi come me attende con ansia e spera di non rimanere delusa dalla metodologia di selezione. Mi trovo anche molto d’accordo su come spiegava Bonomi la necessità di bellezza civica.



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