7 giugno 2017
Mario Agostinelli
Debora Rizzuto
IL MONDO AL TEMPO DEI QUANTI. Perché il futuro non è più quello di una volta
Sesto San Giovanni: Mimesis 2016
pag. 270, euro 22,00
La nostra società è in crisi. Una crisi di cui continuiamo a parlare, fischiando nel buio. Ossia, senza analizzarne le vere cause e trovare nuove risposte. La tendenza attuale infatti è quella di riproporre vecchie idee, che oggi risultano contraddittorie rispetto alle conquiste scientifiche (degli ultimi centocinquant’anni), che hanno modificato su vasta scala il mondo materiale, sociale, naturale e biologico. E l’immaginario politico è sempre lo stesso, nonostante l’implacabile incedere del tempo e la costatazione di un incremento di entropia, dovuto alla contraddizione tra crescita continua e limitatezza delle risorse.
Il saggio, scritto a quattro mani, dal chimico-fisico Mario Agostinelli e dall’astrofisica Debora Rizzuto, ci pone un quesito: può una maggior interazione tra politica e pensiero scientifico non farci ricadere nell’oscurantismo di alcune fasi storiche del passato?
Partendo da questa domanda, i due autori hanno intrapreso un viaggio, che cerca di fornire strumenti di analisi più articolati rispetto a quelli usati dall’economia e dalle scienze sociali tradizionali. È proprio il metodo scientifico che stimola la mente ad aprirsi a ipotesi prive di condizionamenti sociali, a esaminare che il progredire delle scienze, da sempre, ha una ricaduta su società e natura. E che noi non dominiamo il mondo, ma dipendiamo da esso.
Negli ultimi tempi abbiamo trasformato la terra in un’area in conflitto per la redistribuzione della ricchezza accumulata, senza tener conto della dissipazione delle risorse naturali e dei suoi effetti sulla vita. Bolle finanziarie, catastrofi climatiche, emigrazioni incontrollabili, disuguaglianze sociali estreme, esaurimento delle risorse energetiche e minerali sono considerate eventi straordinari e non conseguenze di comportamenti umani o di squilibri naturali che dovrebbero essere al centro di una politica più responsabile e mirata.
Viviamo in un ambiente artificiale in cui la tecnologia sta trasformando ogni aspetto dell’esperienza umana, si simula un’intelligenza a velocità irraggiungibili per la mente, con il lavoro controllato da robot e macchine. Grazie a un nuovo linguaggio, comunichiamo attraverso piattaforme che codificano a velocità sub-luminari i nostri profili. E quando predisponiamo un bonifico online, un algoritmo a noi sconosciuto esegue una transazione di denaro, accelerando fotoni nelle fibre ottiche.
La politica, che ha il compito di comprendere il mondo al fine di governarlo, deve finalmente allontanarsi da una visione statica e ‘continuista’, ancorata a modelli obsoleti del passato. La conoscenza è aumentata in modo esponenziale, mentre la politica non ha tenuto il passo. Per la prima volta, l’umanità sta per fare i conti con un limite naturale autoimposto alle proprie attività. Un mutamento di civiltà inevitabile. Presto sarà la fisica a porre vincoli invalicabili alla politica.
Cristina Bellon
questa rubrica è a cura di Cristina Bellon