12 aprile 2017

libri – CONSIGLI PRATICI PER UCCIDERE MIA SUOCERA


Giulio Perrone
CONSIGLI PRATICI PER UCCIDERE MIA SUOCERA
Milano, Rizzoli, 2017
pag. 256, euro 18,00

libri14FBUn titolo che inganna. O attira. Ma di consigli per uccidere la vostra insopportabile suocera non ne troverete molti. La rassegnazione è la miglior cosa. Il romanzo è, invece, un affresco contemporaneo di un uomo, in crisi esistenziale, che deve decidere. Decidere, appunto.

Perché la tendenza del genere maschile moderno, oggi più che nel passato, è quella di vivere una sorta di fase adolescenziale prolungata, nella quale si cerca di spostare sempre più in là – e non c’è limite di tempo in questo – la data delle decisioni importanti, quelle che stabiliscono la direzione univoca alla propria esistenza.

Il protagonista Leo vive in un limbo, che ricorda vagamente le calde acque uterine, dove i suoni si attutiscono e si galleggia sulla carezza di un’onda materna. Peccato che Leo non sia un embrione, ma un uomo di quarant’anni.

La precarietà in cui vive lo tiene lontano dalle responsabilità tipiche della maturità. Nella sua “primavera infinita” le decisioni non maturano mai. Prendere una posizione fa discutere, vuol dire andare sino in fondo, assumersi la responsabilità delle proprie azioni e interrogarsi nel profondo. In sintesi, significa – semplicemente – crescere.

La sua prima conflittualità nasce in seno alla famiglia. Ha una madre che vive all’estero con il compagno, il padre Dustin che è meglio perderlo che ritrovarlo, una ex moglie che frequenta come amante, e una precedente amante ora sua compagna. E, per dipingere meglio la selva oscura in cui Leo è finito, bisogna aggiungere che le due donne, Marta e Annalisa, sono completamente differenti in età, carattere e gusti.

Infine, il protagonista ha un lavoro precario presso una casa editrice storica gestita da un uomo bizzarro che, oltre a far quadrare i conti, è un mediocre scrittore. Infatti, sta abbozzando un bestseller, con le idee dei suoi dipendenti, su come uccidere la suocera.

Non dimentichiamo la psicoterapeuta, dalla quale Leo va, consapevole che qualche problema nella sua vita, prima o poi, dovrà risolverlo. Ma quando diventerà davvero grande un uomo che si rifiuta di vivere le emozioni, di soffermarsi su quello che prova, e l’unica strada che conosce e quella della fuga?

Ironia e speranza si calano sul sipario di questo divertente romanzo scritto dall’editore Giulio Perrone. Se c’è qualcosa di autobiografico è certamente il mondo del lavoro che descrive, un settore in crisi, come il suo personaggio. Ma Perrone non si lascia condizionare dalla situazione di mercato.

È convinto che fare libri sia ancora un mestiere essenziale e il più bello del mondo. Non manca, poi, di scoccare un dardo su uno dei più noti difetti femminili: «Quando ti metti insieme a una donna, i primi tempi lei sfoggia mise sempre più sorprendenti ed eccitanti, vedi passare davanti agli occhi intimo di pizzo, autoreggenti, tacchi vertiginosi, vestitini che strapperebbe via a morsi anche un cieco; poi passano gli anni e le stesse donne così fantasiose pretendono che si mostri anche più trasporto nel volerle a tutti i costi mentre girano con la felpona di pile, il cotone tra le dita dei piedi e la crema spalmata sul viso».

Cristina Bellon

questa rubrica è a cura di Cristina Bellon

rubriche@arcipelagomilano.org



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