4 aprile 2017
Peter Wohlleben
LA SAGGEZZA DEGLI ALBERI
Garzanti, 2017
pag. 205, euro 16,00
Se ne parla da un po’, ma in modo finalmente diverso. Mi riferisco agli alberi, agli esseri viventi più forti e resistenti del nostro pianeta, e i più longevi. Il tedesco Peter Wohlleben, dopo oltre ventanni di servizio come guardia forestale e attualmente responsabile di un bosco di tremila acri nei pressi di Hummel, nella regione di Eifel al confine con il Belgio, ci svela, con questo libro, i misteri più affascinanti sulla vita di questi giganti vegetali.
E dopo anni e anni di studi e osservazione sul campo ci conferma che gli alberi, immobili e silenziosi, ci somigliano più di quanto si sia mai immaginato. Basta l’incipit «Gli alberi sono esseri enigmatici» per capire che si tratta di qualcosa che intriga e coglie di sorpresa, e che soprattutto ci invita a guardare a essi in modo del tutto nuovo.
Wohlleben ci rivela che gli alberi sono dotati di forme di comunicazione e sensibilità sorprendenti. Anche grazie a un ricco vocabolario di odori. Secondo le condizioni in cui vivono hanno sensazioni di benessere o di dolore, applicano strategie di difesa o si aprono all’amicizia.
Hanno insomma molte storie da raccontare, perché ciascuna specie si sviluppa e si comporta in base al proprio carattere. Così scopriamo che le betulle sono delle egoiste guerriere solitarie, e che questo ha il suo prezzo, perché la loro speranza di vita non supera i 120 anni, che per un albero è poco; oppure che il faggio tende a crescere a tal punto da aprirsi un varco a forza, anche a costo di distruggere le specie circostanti.
Ogni specie ha una propria personalità, tanto da influenzarne i comportamenti: per esempio, in autunno alcune, le più paurose, lasciano cadere le proprie foglie al primo accenno di variazione climatica, mentre le più temerarie le trattengono finché sia loro possibile.
Come nel regno animale, anche la maggior parte dei giovani alberi ha bisogno di essere educata e protetta dai genitori, siano essi naturali o adottivi: è il caso di faggi, querce, abeti bianchi e rossi. Al contrario betulle, salici e pioppi appartengono a una specie “pioniera”, e incuranti di protezione ed educazione, si insediano là dove cade il loro seme leggero, sviluppandosi rapidamente per sfuggire all’abbraccio mortale di erbe o arbusti.
Il libro è una miniera di informazioni che non solo ci fa conoscere un mondo spesso trascurato, ma ci fornisce gli strumenti per attivare con esso una comunicazione extra-verbale, guidandoci alla crescente consapevolezza che non ha davvero più senso l’antica distinzione con piante e animali, perché insieme siamo parte di un tutto.
Daniela Muti
questa rubrica è a cura di Cristina Bellon