29 marzo 2017

libri – UN UOMO A PIEDI


Carmelo Pistillo
UN UOMO A PIEDI
Milano, Edizioni Bietti
pag. 244, euro 15,00
in libreria dal 30 marzo 2017

libri12FBDi Carmelo Pistillo sappiamo già molto. Opere teatrali, poesie e racconti portano la sua firma ed esaltano una coscienza critica e spregiudicata del mondo. Con un’arte raffinata e simbolica, descrive fragilità e limiti che contraddistinguono l’uomo di ogni epoca. Questa, in particolare.

Nel romanzo, edito da Bietti, l’autore si misura con un mondo economico e finanziario in cui le truffe, le elusioni fiscali e gli usurai sono i mulini a vento, davanti ai quali don Chisciotte si trovò a combattere. Miguel de Cervantes usò le stravaganze di un cavaliere pazzo per tracciare i limiti della società spagnola Seicentesca. Carmelo Pistillo usa un imprenditore in declino per addentrarsi in una dimensione, dove la deformazione volontaria delle cose crea le illusioni.

Vedere quel che si vuol vedere, rappresentare soltanto quel che si sceglie e quel che si sceglie cambiarlo, esagerarlo, rimpicciolirlo: sembra una tecnica di storpiamento della realtà, diffusa nella nostra società. Ogni avventura del protagonista trova in questo romanzo la sua ragion d’essere, la sua legge, la sua gioia e il suo tormento, la sua condanna e la sua possibile elevazione. Le peripezie del ricco imprenditore tracciano il limite tra i sogni e la veglia, tra l’ideale e la miseria umana.

Il dottor Roman Cei è un imprenditore sull’orlo del fallimento. La sua indole dispotica non accetta consigli né visioni della vita diverse dalle sue. Una personalità debordante e paranoica. Un uomo che ha dissipato il suo talento, perdendosi in una vita inconcludente. Fin da piccolo capisce che la sua vocazione è quella di vendere ed ora è diventato un uomo capace di cambiare il destino a chiunque gli chieda un favore.

Incontentabile collezionista di libri, raggiunge la quiete immergendosi nella lettura, tanto da esserne devoto, anche se più legge più la sua società va male. La crisi aziendale è ormai ingestibile. Dopo il voltafaccia delle banche svizzere, Roman sperimenta la classe viscida e corrotta dei politici. Ma nonostante le tragiche previsioni, Roman non molla e, a ogni colpo inferto, lui e la sua società risorgono come l’araba fenice. Lottare fino alla fine, non lasciare mai nulla d’intentato: questo è il suo motto.

A tenere in vita Roman è la ricerca spasmodica di un manoscritto inedito, scritto da Cervantes durante gli anni di prigionia ad Algeri. A perfezionare la ricerca c’è il fedelissimo Virgilio, assunto per fare l’autista e il bibliotecario del dottore. Virgilio ha il compito di comperare i libri appuntanti dal suo capo, portaglieli in visione e poi trasferirli, classificarli, numerarli e riporli nell’immensa libreria. Un’impresa titanica considerato il numero dei volumi.

Ma Virgilio è molto di più di quello che sembra: durante i lunghi viaggi con il dottore, ascolta la sua vita, tanto da diventare il custode dei segreti di un uomo che ha perso ogni ritegno e l’unico a vedere le cose come sono. Il rapporto che lega il servitore al padrone, il confronto e l’urto delle loro concezioni della realtà, dell’amore, del fine, fanno parte dello stesso retroterra che ha reso possibile la coppia di don Chisciotte, il cavaliere, e Sancho Panza, lo scudiero.

«Un poeta per me è un uomo che sogna, ma che ha deciso di vivere e che vive fino in fondo la bellezza del mondo, insieme al disagio di sentirsi sempre dall’altra parte» dice Roman. Ecco come un uomo diventa solitario e può trovare il senso e la sostanza della propria anima, che in nessun luogo trova una patria. Le sue azioni si trasformano in un’accanita lotta, apparentemente inutile, contro le forze montanti, talvolta impalpabili, capaci di distruggere e di ricostruire ciò che lo circonda. La verità, quella assoluta, forse non esiste.

Cristina Bellon

questa rubrica è a cura di Cristina Bellon

rubriche@arcipelagomilano.org



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