22 marzo 2017
Giorgio Scerbanenco
IL FALCONE E ALTRI RACCONTI
Garzanti 2016
pag. 210, euro 16,90
Scerbanenco è il padre del noir italiano, il magistrale autore di una letteratura intrisa di suspence e di violenza, di spietatezza e di compassione, di giustizia e di colpa, e che per primo ha saputo fotografare con grandissimo senso della narrazione.
I suoi libri raccontano un momento irripetibile della storia del nostro Paese, ma soprattutto il clima di una città, Milano, in pieno cambiamento: la Milano degli anni ’60, un po’ ingenua, ma piena di speranze per il futuro, attraversata dal boom economico, con le botteghe che diventano fabbriche e le fabbriche industrie, il fiorente mercato automobilistico, dove si fanno i soldi, tanti e spesso sporchi. Lasciando questo panorama sullo sfondo, Scerbanenco racconta, con un linguaggio spesso “politicamente scorretto”, la Milano nera, cattiva, mostrandone il volto oscuro. Fonte d’ispirazione principale è la realtà. Ma, anche quando inventa, le sue storie sono verosimili, credibili, avvincenti. Come non ricordare i suoi capolavori: Venere Privata, I milanesi ammazzano il sabato, Traditori di tutti, I ragazzi del massacro.
La prolifica produzione di Scerbanenco non si limita ai romanzi noir. Da scrittore instancabile negli anni, firma articoli e rubriche di settimanali, romanzi rosa e racconti. È proprio di sette racconti, scritti tra il 1958 e il 1963, e riuniti in un’antologia per le edizioni Garzanti, di cui qui vogliamo parlare. Il falcone e altri racconti è una prova d’autore importante per conoscere meglio le diverse anime di questo scrittore. Discostandosi dalla letteratura di genere, Scerbanenco si cimenta con i grandi della letteratura, riscrivendo con stile personalissimo alcune tra le più belle pagine di Čechov, Maupassant, Boccaccio, Cervantes, Dostoevskij, de Musset, Lorenzo de’ Medici.
Storie che Scerbanenco richiama alla contemporaneità e ambienta ancora una volta nella Milano ruvida e spregiudicata che lui, nato a Kiev, ma milanese d’adozione, conosce a fondo. Terreno fertile per un’affilata indagine psicologica dei personaggi, tra sentimenti di gelosia e amore, egoismo e abnegazione.
La raccolta si chiude con il testo autobiografico Viaggio in una vita in cui lo scrittore si confessa, raccontando di sé, delle sue origini ucraine-romane, la fuga in Svizzera dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, il rapporto con le donne, gli anni del dopoguerra, fino all’esperienza di scrittore e il rapporto con i propri personaggi.
Leggere Scerbanenco è un passo obbligato: per gli amanti del noir, ma non solo per loro. Perché tutti i suoi libri sono lo spaccato di un’Italia reale e raccontano una città fatta di violenza e compassione, malinconia e humour, che in qualche modo esiste ancora.
Daniela Muti
questa rubrica è a cura di Cristina Bellon