22 marzo 2017

arte – LA PRIMAVERA (DI MANET) È ARRIVATA A MILANO


Il profumo della primavera, il pizzicore della brezza marina sulla pelle quando scende la sera, il tintinnio di piatti e bicchieri che si mischia alle voci in un bar affollato, lo scintillio degli abiti eleganti all’ingresso dell’Opera: la mostra Manet e la Parigi moderna, ospitata da Palazzo Reale fino al 2 luglio, consente un’immersione nel mondo leggero e colorato degli impressionisti. Attraverso le dieci sezioni della mostra si dipanano i temi cari a Manet e agli artisti che al suo fianco collaborano: la Parigi che sul finire dell’Ottocento si trasforma alimentandosi di edifici nuovi e funzionali (scuole, municipi, chiese), ma anche di tendenza come la biblioteca Sainte-Geneviève, una struttura totalmente in ferro, e il grandioso Palazzo dell’Industria, costruito per l’Esposizione universale del 1855.

Attratti dallo studio della luce e dei suoi mutamenti, i pittori impressionisti sono istintivamente affascinati dall’acqua dei fiumi e del mare: Manet resta fedele alle coste del Nord della Francia dipingendo nel 1869 una serie di marine dalla finestra. La luna avvolta nella foschia che domina il ritorno dalla pesca in piena notte dà alla scena un aspetto drammatico e misterioso. Renoir, Sisley e Caillebotte, ciascuno alla ricerca del proprio stile e gli anni tra il 1872 e il 1878 vedono il fiorire dell’impressionismo. La Senna, le barche a vela e gli infiniti riflessi dell’acqua sono i soggetti prediletti dagli artisti. Poi e la volta dei fiori, tra mazzi e bouquet, tavolozze ricche e variopinte; e poi ancora le tavole ispirate alla Spagna e al suo folklore.

Si torna a Parigi: Manet frequenta il Café Tortoni, il Café Guerbois, La Nouvelle Athènes ed è proprio in un caffè-concerto, un locale molto alla moda, che Degas e Manet scoprono i soggetti più interessanti, cui lavoreranno con spirito assai differente: graffiante in un caso, vivace e minuzioso nell’altro. Caffè e brasserie sono tra i pochi luoghi in cui si mescolano ancora i diversi gruppi sociali, e Manet mostra uno spiccato interesse per l’umanità: per il popolino come per l’alta borghesia, cogliendo l’occasione per raffigurare fianco a fianco il borghese e l’operaio, ciascuno isolato nel proprio mondo, mentre gustano un boccale di birra in un’atmosfera venata di malinconia.

È il 1861, quando Garnier vince il concorso per l’Opéra, e ancora non sa che il suo teatro diventerà punto di riferimento non solo in tutta la Francia, ma anche all’estero. Concerti, serate da ballo e balletti sono i temi che affascinano maggiormente Manet e i suoi contemporanei: offrono uno spaccato eccellente della mondanità parigina, al suo massimo durante il Secondo Impero. A chiosa: la donna, che sia in bianco o in nero, innocente o misteriosa, candida o intrigante, resta protagonista delle tele degli impressionisti (così come degli artisti di tutti i tempi).

Promossa e prodotta dal Comune di Milano-Cultura, Palazzo Reale e MondoMostre Skira, la grande esposizione è curata da Guy Cogeval, storico presidente del Musée d’Orsay e dell’Orangerie di Parigi con le due curatrici del Museo Caroline Mathieu, curatore generale onorario e Isolde Pludermacher, curatrice del dipartimento di pittura.

A Milano la primavera è arrivata, se non vi è sufficiente prendetevi un’ora per perdervi nella sale di Palazzo Reale e respirare un po’ d’aria parigina. Migliorerà la giornata!

Manet e la Parigi moderna fino al 2 luglio 2017, Palazzo Reale, Piazza Duomo 12 orari: martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9,30 -19,30 / giovedì e sabato 9.30 – 22.30 / lunedì 14,30 -19,30 / Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura Biglietti (audioguida inclusa): € 12,00 / 10,00 / 8,00 / 6,00

 

KEITH HARING. SONO L’ANELLO DI UNA CATENA

“Sento che in qualche modo potrei continuare una ricerca, un’esplorazione che altri pittori hanno iniziato e non sono stati in grado di portare a termine […] Io non sono un inizio, non sono una fine. Sono un anello di una catena.”

Sono passati 25 anni dalla scomparsa di Keith Haring, ma la complessità del suo pensiero e l’intensità del suo lavoro restano fortemente contemporanei al punto che ciascuna opera, vista da vicino (ma anche da lontano, di fianco o in fotografia) sembra creare un filo diretto con l’osservatore. La mostra appena inaugurata a Palazzo Reale, Keith Haring. About Art, presenta 110 opere dell’artista, alcune delle quali mai esposte in Italia, dando corpo a una retrospettiva nella quale emerge chiaro il progetto dell’artista: ricomporre i linguaggi dell’arte in un unico immaginario simbolico, che fosse al tempo stesso universale, per riscoprire l’arte come testimonianza di una verità interiore con al centro l’uomo e la sua condizione, sociale e individuale.

Comune di Milano – Cultura, Palazzo Reale, GAmm Giunti, 24 Ore Cultura – Gruppo 24Ore ci donano un allestimento emozionante e al contempo denso di rimandi al contesto in cui la breve ed esplosiva vita di Haring gli consentì di esprimersi come una delle personalità più riconosciute dell’arte americana del dopoguerra.

La mostra pone l’accento su alcuni degli aspetti più importanti dell’estetica di Keith Haring, da un lato l’artista eclettico fortemente ancorato alle dinamiche sociali e ai linguaggi del suo tempo: droga, razzismo, AIDS, minaccia nucleare, alienazione giovanile, discriminazione delle minoranze, arroganza del potere; dall’altro il forte richiamo alla storia dell’arte passata, che ha condotto l’artista a confrontarsi con le tematiche e il linguaggio dei grandi maestri del passato. Li ha profondamente ammirati, ma non per questo ha avvertito nella loro lezione dei vincoli da rispettare. Nella mostra dialogano con i lavori di Haring artisti da Jackson Pollock, Jean Dubuffet a Paul Klee per il Novecento, ma anche i calchi della Colonna Traiana, le maschere delle culture del Pacifico, i dipinti del Rinascimento italiano e altre.

Passeggiare nelle sale significa immergersi nel colore, nel disegno, nel tratto. È un’esperienza meravigliosa e unica di incontro con un’arte troppo spesso relegata in secondo piano, denigrandola come mero graffitismo e street art. Credo (ma non solo io) che sia davvero giunto il momento di dare all’artista Keith Haring la collocazione di rilievo che merita all’interno del panorama della storia dell’arte contemporanea.

Keith Haring. About Art fino al 18 giugno 2017 Milano, Palazzo Reale orari: lunedì 14.30-19.30 / martedì, mercoledì, venerdì e domenica: 9.30-19.30 / giovedì e sabato: 9.30-22.30 (ultimo ingresso un’ora prima della chiusura) Ingresso: € 12 / € 10 / € 6.

Benedetta Marchesi

 

questa rubrica è a cura di Benedetta Marchesi

rubriche@arcipelagomilano.org

 


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