7 marzo 2017
GIAMPIERO NERI
VIA PROVINCIALE
Garzanti 2017
pag. 81, euro 16,00
Giampiero Neri, maestro in ombra della poesia di oggi, com’è stato definito, presenta, ormai quasi novantenne (è nato a Erba nel 1927), un nuovo libro che fedelmente riprende i temi a lui cari, ricorrenti nell’intera sua produzione letteraria. Tra questi, prima di tutto, la memoria che si fa traccia prediletta e risuona nella parola, inesauribile fonte da cui estrarre quei materiali, buoni o cattivi che siano, indispensabili ad affrontare la vita di ogni giorno. Perché, ci dice il poeta, tutto ciò che abbiamo vissuto serve a sostenere e lenire il difficile atto del vivere. Tutto è importante e non va trascurato.
È fedele a sé stesso – Neri lo è sempre stato – libero dalle mode, estraneo alle tendenze di cui si è spesso nutrita la poesia italiana del secondo dopoguerra, costantemente dedito a un personalissimo percorso a ritroso nel tempo. Via Provinciale, sempre in bilico tra prosa e poesia, con stile limpido ed essenziale riprende i temi, luoghi, figure che hanno popolato il suo lungo cammino di uomo e poeta. È un libro di ricordi e di riflessioni, felici e infelici, condotti dal filo rosso dell’ambiente in cui è vissuto soprattutto nel periodo adolescenziale.
Alfiere italiano della prosa poetica, Neri si è sempre imposto per l’originalità cristallina dei suoi libri, per lo stile essenziale, privo di enfasi, per la mancata urgenza di produrre. Autore di un numero esiguo di opere, il poeta ci consegna ogni volta solo qualcosa di ponderato, necessario. E Via Provinciale non lo smentisce. Antonio Riccardi, suo curatore, ne definisce la scrittura come «dotata della precisione vertiginosa e inquietante di certa pittura fiamminga». E infatti il libro si dipana a quadri, fa arte con lo scritto, fa poesia con l’immagine che ne scaturisce.
Che la seconda parte della vita sia occupata a contraddire la prima è di comune esperienza, per quanto spiacevole.
Si salva poco di quello che avevamo pensato, forse niente.
Cosa rimane allora del tempo passato?
Si dice di un maestro zen che, prossimo a morire, aveva invitato i discepoli nel suo giardino e rivolto a loro, sentendo gli uccelli cinguettare sui rami, aveva detto: «È tutto questo e nient’altro»
Ecco come la scrittura intensa di Neri si manifesta: intrisa di quieta saggezza, perfetto strumento di una felicità creativa che, a dispetto del tempo, conserva tutta la sua energia.
Daniela Muti
questa rubrica è a cura di Cristina Bellon
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