21 febbraio 2017
PARAG KHANNA
CONNECTOGRAPHY
Le mappe del futuro ordine mondiale
Fazi Editore 2016
pag. 605, euro 26,00
Partendo da Singapore, sua città di residenza, il celebre stratega geopolitico indiano Parag Khanna ha intrapreso negli anni una lunga serie di viaggi-studio in tutto il mondo: dall’Ucraina all’Iran, dalle miniere della Mongolia a Nairobi, dalle coste atlantiche al circolo polare artico. Dall’esito di tali esperienze, per le quali l’autore ha avuto modo di osservare i mutamenti epocali che stanno investendo l’intero pianeta, è nato Connectography, saggio erudito e lungimirante che delinea una nuova, sorprendente mappatura.
Cambiamenti climatici, migrazioni, telecomunicazioni, legami commerciali e finanziari, nuove tecnologie, stanno ridisegnando la geografia e dunque, ci dice l’autore, non si tratta più di concepire il mondo secondo un’idea tradizionale di politica di Stati e di confini, ma di allargare lo sguardo su uno scenario di continenti interconnessi. La connettività come paradigma della futura organizzazione globale.
Ultimo volume di una trilogia – dopo i I Tre Imperi e Come si governa il mondo – Connectography traccia la mappa dettagliatissima del presente, ma delinea anche un futuro che è già iniziato, e che pur nella sua complessità, contiene ulteriori, enormi potenzialità di sviluppo. La tesi di Khanna, supportata da un’impressionante raccolta di dati e informazioni, ci dice che la rivoluzione della connettività è in atto e che è destinata a cambiare il futuro ordine mondiale. Ci spiega che la globalizzazione, considerata da molti in declino, è ben lontana dall’esserlo. Anzi, contro ogni vento populista, sta varcando la soglia di una nuova età dell’oro. Una iperglobalizzazione è alle porte ed è destinata a estendersi e radicarsi sempre più laddove alleanze megainfrastrutturali permetteranno le connessioni fisiche attraverso frontiere e oceani, grazie a strette partnership di distribuzione.
Il graduale decentramento dell’autorità in direzione di unità politiche ristrette, ma aggregate tra loro, in modo da condividere risorse e sopravvivere, l’incrocio genetico fra le popolazioni determinato dalle migrazioni di massa, le trasformazioni geologiche in atto così come gli eventi meteorologici estremi sempre più frequenti, sono solo alcuni dei temi che Khanna affronta con spirito ottimista analizzandone il perché.
Grazie alla connettività, secondo l’autore, la natura della competizione geopolitica si evolve: dal conflitto bellico di sistemi e ideologie (capitalismo vs comunismo) passa alla conquista di ruoli chiave nella produzione energetica e industriale. A vincere, in una civiltà di network globale, saranno insomma le strategie economiche, supportate da tecnologie, conoscenza, talento e non la dottrina militare.
Se l’importanza strategica di uno Stato è stata tradizionalmente misurata sulla base dell’estensione territoriale e la potenza militare, oggi deriva – e sempre di più in futuro – dalla capacità di influenza esercitabile attraverso la portata delle sue “supply chain”. Non è, e non sarà la posizione geografica e la popolazione, bensì la connessione fisica, economica, digitale, oltre ad altri assets di alto valore, a determinarne il peso sulla scena mondiale.
A chi pensa o teme che il mondo stia diventando più chiuso, tentato, per paura, da un processo involutivo, Khanna, pur consapevole che la connettività rende il mondo più complesso e meno prevedibile, offre una prospettiva avvincente, ricca di visioni inedite per un mondo senza confini.
Daniela Muti
questa rubrica è a cura di Cristina Bellon