22 febbraio 2017

la posta dei lettori_22.02.2017


Scrive Biba Acquati a proposito della casa – Caro Luca Beltrami Gadola, la ringrazio moltissimo per questa sua riflessione che arriva perfetta dopo l’incontro fatto in Santeria Pisapia Boldrini dove la parola casa è usata come dice lei appunto per creare consenso.
Grazie davvero. Credo proprio che i milanesi siano stati traditi in generale rispetto al problema concreto edilizio ma soprattutto, a latere, da una amministrazione che sempre ha faticato a occuparsene se non, come fa oggi Pisapia, cavalcando la sua gestione, e usando il termine casa in maniera così errata.
Un grave errore di comunicazione dire la “sinistra non ha più una casa”, in un momento appunto gravissimo in cui la casa non è un problema politico … o almeno non solo. La sinistra non si è mai occupata di casa nel vero senso della parola e del problema.

Scrive Annalisa Ferrario sulle politiche per la casa – A mio parere, fra i responsabili della (s)vendita del patrimonio pubblico abitativo, più che Formentini e la Moratti (che c’entrano poco), andrebbero ricordati i vari politici nazionali, da Amato a Prodi per finire a Renzi, che con vari provvedimenti hanno contribuito a smantellare quel patrimonio (ricordate il patrimonio Ina-casa finito a Unim e poi a Pirelli per poco?). L’idea era che si trattasse di cose che non servivano più, di puri costi di gestione, di seccature di cui sbarazzarsi … bei risultati.

Scrive Chiara Vogliatto sul problema casa – Giusto finalmente tornare a sollevare il problema di chi ha difficoltà ad accedere alla casa a Milano. Non scriverei però che i più sfortunati sono “quelli che sforavano anche solo di poco i livelli di reddito fissati per legge ma non avevano redditi sufficienti per il libero mercato” (è il vecchio argomento a favore della convenzionata: i ricchi hanno la casa a libero mercato, i poveri la casa popolare, mentre a chi è in una via di mezzo non ci pensa nessuno). Sembrerebbe così che chi invece resta al di sotto i limiti di reddito la casa la ottenga. Non è più così da molto tempo, si fa solo edilizia convenzionata (basti vedere come sono state trasformate le quote di edilizia sovvenzionata nei PRU!), chi ha i requisiti per accedere alle case popolari fa domanda e basta, e non ottiene nulla perché le case popolari sono anni che non si costruiscono. Si fa invece tanta edilizia libera e tanta convenzionata (che piace alle cooperative rosse e bianche) e quindi i più sfortunati oggi sono i poveri (ai quali, come dice giustamente Luca Beltrami Gadola, non pensa più nessuno, non sono cool, evidentemente).

 

 

 

 



Condividi

Iscriviti alla newsletter!

Per ricevere in anteprima sulla tua e-mail gli articoli di ArcipelagoMilano





Confermo di aver letto la Privacy Policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali



Sullo stesso tema


13 novembre 2018

la posta dei lettori_14.11.2018

AA. VV.



6 novembre 2018

la posta dei lettori_07.11.2018

AA. VV.



10 luglio 2018

la posta dei lettori_11.07.2018

AA. VV.



3 luglio 2018

la posta dei lettori_03.07.2018

AA. VV.



26 giugno 2018

la posta dei lettori_27.06.2018

AA. VV.



19 giugno 2018

posta dei lettori_19.06.2018

AA. VV.


Ultimi commenti