25 gennaio 2017
Scrive Gregorio Praderio sul PGT – Sono del tutto d’accordo con quanto scrive Giorgio Goggi sulla necessità di revisionare (e non solo “aggiornare”) il vigente PGT di Milano, un documento davvero malfatto. E mi ha molto sorpreso che l’amministrazione comunale intenda “volare basso” partendo da un giudizio positivo (proprio miope, se si può dire) su quanto finora fatto.
Alle considerazioni di Goggi, che toccano alcuni punti strategici, vorrei aggiungerne un’altra, forse più modesta e banale: quella cioè di effettuare in modo corretto il calcolo della cosiddetta capacità insediativa, ovvero le potenzialità di trasformazione funzionale offerte dal Piano. Oggi come oggi il PGT sembra ignorare le possibilità di cambio d’uso nei cosiddetti ARU: si tratta di centinaia di migliaia, se non di milioni di metri quadri di aree produttive di possibile dismissione che non compaiono né nella valutazione dei servizi, né in quelle di traffico o della Vas, né nei conti economici; distorcendo infine le valutazioni di mercato sull’offerta abitativa (e l’opacità dell’offerta influisce sulla scarsa elasticità dei prezzi).
Certo nessuno sostiene che i conti urbanistici siano “scientifici”. Ma non per questo vanno fatti male (è come il PIL, che è solo un indicatore, ma non per questo viene calcolato qualsivoglia).
Scrive Alessandro Gargnani a Arianna Camaggio su Berengo Gardin – Le grandi navi da crociera non “galleggiano tranquille sul Canal Grande”, ma transitano per il Bacino di San Marco prima e per il Canale della Giudecca poi, per raggiungere la Stazione Marittima. Tutti amiamo Gianni Berengo Gardin, veneziano.