14 dicembre 2016

arte – UNA MILANO DA INNAMORARE


Una Milano che combatte, che subisce ma che poi è capace di ricostruirsi migliore: è questa la città raccontata nella nuova mostra Milano, storia di una rinascita 1943-1953 a Palazzo Morando e curata da Stefano Galli. In un percorso che si articola tra fotografie, documenti, video e reperti la storia (e la vita) della città si sviluppano chiaramente davanti agli occhi del visitatore che non può che venire risucchiato dalle immagini e dagli avvenimenti.

arte41fbLe scene della quotidianità in tempo di guerra si alternano a immagini della città sventrata, poi si attraversa una tenda, la guerra finisce, e la città risorge. Le pareti da nere e cupe diventano bianche e splendenti, una musica leggera e vivace accompagna il visitatore a scoprire una stagione davvero esaltante per Milano, nella quale non solo diventa artefice del proprio riscatto ma motore per quello dell’intero Paese.

E così, mentre sorgono nuovi quartieri, come il QT8, e nuovi edifici inseriti nel contesto del centro cittadino su progetti degli architetti Moretti, Figini, Pollini, Bottoni, Portaluppi e lo studio BBPR, compare in piazza San Babila la prima cabina telefonica installata in Italia. In una convergenza di elementi che segnano il ritorno della città a ruolo di protagonista nel panorama italiano ed europeo si pongono le basi per il boom economico e sociale del decennio seguente.

Non ultima la sezione che riguarda i Musei: è un fiorire di nuove istituzioni che si dimostrano all’avanguardia, sia architettonicamente che per contenuti; il Must, il Pac, la Gam, il Museo del Risorgimento, l’Archeologico a S. Maurizio, mentre Palazzo Reale diventa sede espositiva di mostre memorabili che sanciscono definitivamente la rinascita della città e il suo ritorno a un ruolo di protagonista sulla scena internazionale. Indimenticabili la rassegna su Caravaggio del ’51, la mostra su Van Gogh del ’52 e quella dedicata a Picasso del ’53 che vide la clamorosa presenza, nella cornice simbolica della sala delle Cariatidi ricostruita, del dipinto Guernica.

Una bella riflessione su una Milano che ha dimostrato di stare al passo con il contesto che aveva intorno, un auspicio che la Milano in cui viviamo oggi sia altrettanto capace di raccogliere le sfide mantenendosi sempre fiera e con lo sguardo rivolto verso il futuro.

Milano, storia di una rinascita 1943-1953 dai bombardamenti alla ricostruzione Palazzo Morando via Sant’Andrea 6 Milano, Biglietti (comprensivi di audioguida): € 10/€ 8 Martedì – mercoledì – venerdì – sabato – domenica: 10.00-20.00 Giovedì: 10.00 – 22.30 Lunedì: chiuso Il servizio di biglietteria termina un’ora prima della chiusura.

 

DI GRAFICA E DESIGN DELLA COMUNICAZIONE VISIVA A BASE MILANO

Copertine di libri, pagine di giornali, fotografie, disegni e installazioni: in occasione della mostra SIGNS sui grandi tavoli di BASE Milano è esposto davvero il meglio della grafica italiana degli ultimi anni. Da Guido Scarabottolo a Obelo, da Federico Pepe a Pietro Corraini, da Ginette Caron a Gialnuigi Colin: sono 24 i progettisti italiani coinvolti, dai nomi più affermati e autorevoli fino a quelli giovani e promettenti, ciascuno porta con sé il proprio mondo e la propria storia, diversi tra loro per formazione, età, cultura e linguaggi.

Curata da Francesco Dondina, prodotta da h+ con BASE Milano, la mostra SIGNS andrà avanti fino al 20 dicembre e si propone di “fotografare” e raccontare i risultati e gli sviluppi più recenti del graphic design italiano contemporaneo. A Giancarlo Iliprandi, il grande maestro recentemente scomparso, sono dedicati la mostra e un omaggio nel percorso espositivo.

Figure più conosciute nel campo della grafica si alternano in mostra a nuovi talenti: nello spazio espositivo si presenteranno agli occhi del visitatori i progetti di Italo Lupi, Armando Milani, Mario Piazza, Leonardo Sonnoli, Guido Scarabottolo, Maurizio Milani Pietro Corraini, Alizarina, Stefano Asili, Mauro Bubbico, Ginette Caron, Cristina Chiappini, Gianluigi Colin, Artemio Croatto/Designwork, Michele Galluzzo, Gianni Latino, Leftloft, Giuseppe Mastromatteo, Obelo, Origoni/Steiner, Federico Pepe, Massimo Pitis, Luca Pitoni, Studio FM.

A ciascuno dei 24 autori partecipanti è stato destinato un tavolo, pensato per restituire in parte l’idea di atelier e per contenere, non solo una selezione dei lavori e progetti più rappresentativi, ma anche, in alcuni casi, disegni preparatori, maquette e prototipi in grado di mostrare al pubblico sia gli artefatti finiti sia l’iter vero e proprio di creazione e di progettazione che rende la grafica un processo di senso – e di comunicazione – profondo e affascinante. Attraverso questa varietà di materiali (stampe, schizzi, pubblicazioni, manifesti, in parte lavori originali, in parte riprodotti in esclusiva in occasione della mostra) emerge un disegno preciso, che va a configurarsi come una testimonianza attuale e ricchissima dei risultati più rilevanti nel campo della grafica e del design della comunicazione visiva in Italia oggi. Ma non solo: facendo un passo indietro si legge uno spaccato di come la cultura italiana, e in particolare la sua “copertina” è cambiata negli ultimi anni.

SIGNS fino al 20 dicembre 2016 BASE Milano, Via Bergognone 34 Ingresso gratuito Orari 11.00-20.00 da lunedì a domenica

 

 

NEI DEPOSITI NASCOSTI DELLA GAM

In occasione delle passate Giornate Europee del Patrimonio, la Galleria d’Arte Moderna di Milano ha dato avvio a Sottosopra: una serie di visite guidate esclusive in programma tutti i fine settimana fino all’8 gennaio 2017; un’iniziativa dedicata alla collezione di opere scultoree mai esposte e conservate nei depositi, normalmente chiusi al pubblico. Nei depositi della Villa di via Palestro, sono circa un migliaio le opere conservate, dal tardo Neoclassicismo al Novecento, impreziosite da bozzetti, studi preparatori, versioni definitive, legate alla storia e ai luoghi monumentali della città – dall’Accademia di Brera al Duomo, dall’Arco della Pace al Cimitero Monumentale.

Cuore del progetto è l’atelier di restauro, allestito nelle sale dei depositi grazie al supporto di UBS, dove un team di restauratori è al lavoro per il recupero conservativo di 70 sculture, con interventi di diversa natura e differenti tecniche. Le visite e i percorsi rappresentano la ghiotta anticipazione di 100 anni. La scultura a Milano dal 1815 al 1915 (marzo 2017) un’esposizione che ripercorrerà la storia della produzione scultorea lombarda nell’arco di 100 anni, dalla stagione neoclassica agli esordi del Novecento, periodo in cui Milano si attestò capitale della produzione scultorea nazionale grazie alla presenza di alcuni maestri di fama internazionale come Antonio Canova, Giuseppe Grandi, Alessandro Puttinati, Pompeo Marchesi, Benedetto Cacciatori, Vincenzo Vela, Paolo Troubetzkoy, Adolfo Wildt, Medardo Rosso.

Il deposito rivelerà i suoi segreti: opere notissime, escluse dal percorso museale solo per ragioni di spazio, e altre meno celebrate o dimenticate, tutte ugualmente rappresentative dell’importanza rivestita dalla scultura nelle collezioni della GAM, nate nel 1861 proprio con il lascito dello scultore Pompeo Marchesi e arricchitesi con il tempo, fino a raggiungere l’attuale inventario di circa mille unità. Una selva di sculture realizzate in diversi materiali (bronzi, gessi, cere, terrecotte), che racconta, in modo suggestivo e straordinario, la storia di quest’arte a Milano, documentando il primato che la città seppe garantirsi a livello internazionale.

Sottosopra fino all’8 gennaio 2017 GAM via Palestro 16, Milano orari visite: Sabato dalle ore 17.15 alle 18.30. Domenica dalle ore 17.15 alle 18.30 Costo:  € 10,00 Prenotazione obbligatoria con ingresso consentito fino a esaurimento posti (gruppi 20 persone). Info visite guidate: www. operadartemilano.it

 

LE MOSTRE CODA LUNGA DI BOOKCITY

Bookcity non è solo libri, quest’anno sono diverse le mostre che declinano il tema: Musei, Gallerie, Laboratori hanno allestito esposizioni inerenti al mondo editoriale. Copertine, edizioni differenti, diari di viaggio, illustrazioni … ancora in mostra per qualche settimana.

World wide Manzoni
I promessi sposi”, autentico monumento della lingua e letteratura italiana, ha ottenuto riconoscimenti e traduzioni in moltissimi Paesi già all’indomani della prima edizione, nel 1827. Letto, discusso, ammirato fin da subito, il romanzo di Alessandro Manzoni è da allora un punto fermo della narrativa europea. La mostra “World Wide Manzoni” ricostruisce le molte vite di questo capolavoro (parodie comprese), dà conto delle varie edizioni nel mondo, recupera opinioni illustri sullo stile, la profondità morale e la maestria dell’autore.
A cura di BooksinItaly, Università degli Studi di Milano (Dipartimento di Scienze della Mediazione Linguistica e di Studi Interculturali), Università La Sapienza di Roma, Casa Manzoni
*Casa Manzoni Via Morone 1 fino al 15 dicembre 2016 (martedì-venerdì 10.00-18.00, sabato 14.00-18.00)

Microcosmi urbani. Luoghi e percorsi nella capitale dell’editoria
Otto autori di generi e di profili diversi – da Buzzati a Gadda, da Merini a Bianciardi, da Scerbanenco a Savinio, da Colaprico a Cucchi – segnano luoghi della città di Milano attraverso il loro vissuto e la loro scrittura. Si generano altrettante mappe che costituiscono un nuovo livello di lettura del tracciato urbano. L’interazione su mappa è supportata da un sistema di dispositivi digitali.
A cura di dcxt Design della Comunicazione per il Territorio, Scuola e Dipartimento di Design – Politecnico di Milano
*Laboratorio Formentini per l’editoria Refettorio  Via Formentini  fino al 16 dicembre 2016
da lunedì a venerdì dalle 14.00 alle 19.00, compatibilmente con l’attività del Laboratorio Formentini. Consigliata la prenotazione)

I libretti dell’arciduca incontrano la vera storia di un albero
Mostra di libri in legno. Due collezioni contrapposte a confronto: libretti di inizio ‘800 contenenti ciascuno un erbario, provenienti dalle collezioni di Botanica del Museo di Storia Naturale di Milano e libretti ricavati da legno usato che riprendono vita, in una nuova veste, dalle mani di Giovanni De Gara. Libretti senza pagine, ma che raccontano una storia, evocano una sensazione, parlano senza utilizzare le parole.
A cura di Mami Azuma, Giovanni De Gara e Paola Livi
*Museo Civico di Storia Naturale Corso Venezia 55, Milano  fino all’8 gennaio

 

 

“ATTORNO A CARAVAGGIO” – TERZO DIALOGO A BRERA

James Bradburne ha messo in atto una vera e propria rivoluzione dall’inizio del suo mandato cominciato lo scorso agosto, e con oggi siamo giunti al terzo tempo. “Attorno a Caravaggio” è un nuovo “dialogo” – dopo quello tra Raffaello e Perugino, e Mantegna e Carracci – tra un capolavoro del museo e altre opere “ospiti” dove il protagonista è uno dei quadri più celebri della Pinacoteca: La Cena in Emmaus del maestro Michelangelo Merisi, Caravaggio appunto. Per l’occasione il quadro è collocato in una nuova posizione, più scenografica e meno defilata di quella precedente, che punta a mettere in evidenza le straordinarie caratteristiche chiaroscurali del dipinto, creato dall’artista durante uno dei periodi più drammatici della sua esistenza.

Attorno a Caravaggio propone una serie di comparazioni tra dipinti, alcuni di identico soggetto, mai visti assieme: in dialogo con la Cena in Emmaus di Brera sono infatti esposti cinque dipinti con attribuzioni a Caravaggio variamente accolte, contestate o assegnate ad altri pittori suoi contemporanei, tra cui tre dipinti di Louis Finson, pittore e mercante d’arte fiammingo. Si tratta del terzo “dialogo” realizzato nella Pinacoteca nell’arco degli ultimi dodici mesi: un nuovo esercizio attraverso il quale si invita il visitatore a guardare, a porsi al centro dell’allestimento, a guardare le opere andando oltre il loro autore, a interrogarsi per riconoscere i personaggi e per distinguere i tratti.

Le installazioni museali devono cambiare per continuare a ‘rimettere in scena’ la collezione, nello stesso modo in cui Verdi viene rimesso in scena ogni anno alla Scala – dichiara James Bradburne – Un museo che non crede più alla propria collezione, ha perduto la via. Ma la collezione da sola non basta: il visitatore deve essere preparato a farne esperienza e quindi attorno all’opera d’arte si deve creare una forte carica emotiva (…) È questa capacità di immaginare i bisogni di ogni visitatore potenziale, e di prepararlo ad accettare il piacere a volte difficile di misurarsi in prima persona con l’arte, che fa la differenza tra quella che è solo una grande collezione e un museo davvero grande”.

Il dialogo è l’occasione per un riallestimento di sette sale della Pinacoteca (arrivate a 20 nel 2016) in un progetto a tappe che coinvolgerà in tre anni l’intero circuito del museo. In questo caso si tratta delle sale che si articolano lungo l’ala meridionale della Pinacoteca, con la presentazione di una densa selezione di dipinti dal Manierismo al Barocco. I dipinti saranno fruibili dal pubblico con l’ausilio di nuovi testi di sala, nuova illuminazione a led sponsorizzata dagli Amici di Brera, colore delle pareti completamente rinnovate, dal verde muschio al cioccolato a seconda dei diversi periodi storici. E con didascalie più articolate tra le quali quelle di scrittori come Tiziano Scarpa – autore del testo relativo alla Cena in Emmaus – Lisa Hilton, Tim Parks che suggeriscono personali riflessioni.

Una rivoluzione che davvero sta riportando Brera nel cuore dei Milanesi, rendendola sempre di più un Museo alla portata di tutti e che in tutti suscita emozione.

“Attorno a Caravaggio” Terzo Dialogo dal 10 novembre 2016 al 5 febbraio 2017 Pinacoteca di Brera Sala 28 Orari mar-mer-ven-sab-dom: 8.30-19.15 (biglietteria: 8.30-18.40) gio: 8.30-22.15 (biglietteria: 21.40) biglietti: Intero € 10.00; ridotto € 7.00; gratuito ogni prima domenica del mese

 

 

CURIOSITÀ E GRANDE GENIO, ESCHER A PALAZZO REALE

La mostra ospitata da Palazzo Reale è una vera e propria immersione nel mondo surreale di Escher, che ripercorre la vita e le visioni del grande Maurits Cornelis Escher (1898-1972), incisore, intellettuale e matematico che ha colonizzato l’immaginario collettivo con le sue opere visionarie. Ispirato e influenzato dall’arte a lui contemporanea e a quella del passato, Escher declina ricerca geometrica e rigore nella visionarietà estetica più pura. Artista poliedrico e contemporaneo ante litteram, non trova solo nel mondo dei numeri, della geometria e della matematica l’unica chiave di lettura per comprendere l’universo bensì attinge a piene mani ai vari linguaggi fondendoli in un nuovo e intrigante percorso che costituisce un originale unicum nel panorama della storia dell’arte di tutti i tempi.

200 opere per sei sezioni ripercorrono l’evoluzione artistica di Escher avvalendosi di supporti ludico didattici che consentono una visita fortemente interattiva. Oltre alla tradizionale audioguida e ai pannelli informativi di ciascuna stanza, si trovano infatti lungo l’intero percorso di mostra anche tavole con “esercizi visivi” che spiegano le illusioni ottiche usate dall’artista e veri e propri ambienti per vivere per qualche attimo (o fotografarsi) dentro l’opera. Le sei sezioni della mostra si sviluppano in percorso che ha origine con i primi esercizi che guardano all’Art Nouveau e si sviluppano attorno a L’Alhambra e Cordova (la cui visita risale al 1936 e fu essenziale nella sua evoluzione artistica).

Da sempre affascinato dalle superfici riflettenti, il primo autoritratto di Escher su specchi curvi è del 1921 e da allora non ha mai smesso di essere affascinato dal tema. La quarta sezione prende il nome dall’opera Metamorfosi, uno dei capolavori assoluti nella produzione di Escher mostra un turbinio di trasformazioni basate su diversi tipi di tassellature e assonanze logiche e formali che si concludono con la veduta di Atrani, paesino della scogliera amalfitana. E poi ancora: la matematica e la geometria, che con l’arte di Escher trovano un continuo e vicendevole interesse. A concludere la mostra: la quotidianità del lavoro dell’artista, tra ex-libris e biglietti da visita, e gli omaggi artistici, cinematografici e ironici che negli anni sono stati fatti.

Possiamo scommettere che in molti la classificheranno come una mostra “blockbuster” da centinaia di visitatori, ma se questo consentirà di offrire un’occasione di intrattenimento culturale che parla alle grandi masse sia benvenuta. A maggior ragione se poi verranno realizzate bigliettazioni congiunte o offerte con mostre di artisti meno di richiamo ma di altrettanto valore.

Escher fino al 22.01.2017 Palazzo Reale piazza del Duomo Milano orari lun 14.30 – 19.30 mar, merc, ven, dom 9.30 – 19.30 giov sab 9.30 – 22.30 biglietti 6 /10 / 12 euro

  

 

questa rubrica è a cura di Benedetta Marchesi

rubriche@arcipelagomilano.org

 


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