18 marzo 2015

SUPERARE LA “MADRE NUTRICE”. NUOVA MAPPA DI EXPO A MILANO


Perché interrogarsi intorno al tema “Expo donne” senza accontentarsi né acconsentire al claim ufficiale di WE-Women for Expo che parla di nutrimento e lo fa mettendo al centro la cultura femminile. Ogni donna è depositaria di pratiche, conoscenze, tradizioni legate al cibo, alla capacità di nutrire e nutrirsi, di “prendersi cura”? Anzi prendendo distanza da questa rappresentazione che non si limita a proporre un’idea di cura conservatrice e tradizionalista, ma si azzarda senza indugi a un’immagina patriarcale.

04nannicini11FBAncora una volta è l’universale mitico dell’icona salvifica del materno, come annota Gea Piccardi (1), a essere richiamato e proposto, dopotutto questa è un’Expo in tempi di crisi globale, o almeno nazionale, la Donna dovrà nutrire e salvare. Narrazione che avviene senza innocenza e senza ingenuità. Come potrebbe abitare l’ingenuità nel circolo delle WExpo? Forse le avrà stupite la forza di quel “insidioso complotto” contro le donne e il loro diritto al lavoro e all’uguaglianza segnalato da Lagarde?)

Sono innumerevoli ormai gli studi e le ricerche nati anche in luoghi non sospetti, non necessariamente prodotte da studiose o da attiviste che ricordano che parlare di alimentazione significa parlare di produzione, trasformazione, distribuzione, consumo, dunque di rapporti sociali, anche quelli che sono tra uomini e donne. Come vuol dire parlare di agricoltura “nuova frontiera”, nelle scienze, nelle tecnologie e dunque anche nei rapporti sociali e di potere. Di conflitti sui terreni da destinare alla produzione alimentare e invece al biodiesel, su terreni per produzione familiare e quella per il mercato, tra modi e mezzi di produzione contadini e quelli industriali e tra gli scontri anche quelli radicati nel nostro paese, quelli che vedono la riduzione delle ore lavorate dalle stagionali donne nei campi, anche quelli di proprietà delle grandi industrie di trasformazione.

Quali sono le relazioni di potere che le donne lavoratrici nell’agricoltura italiana vivono? Le italiane, le clandestine? Troveremo se non risposte almeno domande interessanti a Expo su questo? è stato fatto anche un concorso da WE, “Progetti delle donne, progetti per le donne” se viene premiata un’app Lost&Found, nella Womenweek di giugno sarà presentata anche l’esperienza sulle erbe originata nel carcere femminile di Rebibbia. Tecnologia e sociale. Oltre che una fiera per famiglie e turisti locali e mondiali, ai quali riproporre l’icona della Madre Nutrice, potrebbe essere l’occasione lunga 6 mesi di incontri e magari anche confronti con altri soggetti, in particolare con associazioni, centri studi di donne, ricercatrici e attiviste dei quattro angoli del pianeta. Invitate da chi? Oltre il circuito delle “ambasciatrici” di WE, “rete di donne rilevanti a livello internazionale” convocate per far network e scrivere Il Romanzo del Mondo (!) sul gesto del nutrirsi, chi ha curiosità, interesse relazioni, domande e pratiche da mettere a confronto e in comune, chi nel nostro paese, chi a Milano? Che dopo essere stata città industriale e poi creativa si è scoperta secondo comune agricolo in Italia.

Forse le donne cha hanno partecipato così generosamente alle campagne elettorali del 2011 vincendo (compresa quella sull’Acqua), quelle di una Giunta 50e50? Quelle delle tante associazioni, dei centri culturali, delle cattedre universitarie e dei movimenti femministi nati qui (e prima ancora la storia lunga un secolo di emancipazione) non sembrano finora interessate a Expo. Quelle che si sono espresse dicono “Noexpo”, come coloro che il 21 marzo si riuniranno alla Casa Delle Donne di Milano, No al lavoro gratuito e alla presenza delle multinazionali. Ed Expoincittà, viene presentato come un semplice palinsesto gestito da Camera di Commercio e Comune di Milano, si limita a mettere a disposizione una piattaforma informativa in cui chiunque può caricare un evento. Un focus specifico su ‘donne’ come altri? No, a oggi non ce ne sono, come dice la Delegata del Sindaco alle Pari Opportunità, Francesca Zayczyk, “il comitato ha valutato che una specifica area Gender sarebbe stata ghettizzante … certo si potrebbe analizzare gli eventi Expoincittà con una sorta di filo rosso di analisi, si potrebbe”. Comunque il Comune lancia la call “DonnexMilano-MilanoxleDonne”, un grande palinsesto di eventi al femminile, che si svolgeranno da maggio 2015per tutto il semestre di Expo e anche oltre, fino a maggio 2016. Oltre all’architettura di eventi, dibattiti ecc. il tema interessa le cittadine? appare schiacciato su Cura, versione patriarcale e l’Empowerment che potrebbe essere tra le eredità di Pechino ’95, ma di nuovo appare declinato in versione diversity management: maggior capacità di cura delle relazioni, di creatività e di pragmatismo.

La Casa delle Donne dichiarando un totale disinteresse per Expo promuove Il “1° convegno internazionale della Casa delle Donne di Milano, 20 anni dopo Pechino, la sfida per i movimenti delle donne nel mondo” per il 18 aprile, a partire dalle relazioni internazionali costruite e mantenute negli anni con altre donne soprattutto nei paesi del Mediterraneo, le donne del Tavolo Culture dell’Expo dei Popoli invece colgono l’occasione per ampliare e consolidare relazioni tra loro, le tante che abitano a Milano, e con le istituzioni.

Adriana Nannicini

1) Gea Piccardi, Donne per Expo: note critiche a margine del megaevento 2015, in Iaph Italia, sito



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