12 novembre 2014

musica – LE DUE GEORGIANE


LE DUE GEORGIANE

Due recital pianistici di due donne, ascoltate una dopo l’altra al Conservatorio la settimana scorsa, una per le Serate Musicali e l’altra per la Società del Quartetto, tutte e due nate e cresciute a Tbilisi in Georgia, tutte e due dotate di una tecnica, di un talento e di una padronanza della tastiera assolutamente prodigiosi, acquisiti e assorbiti in famiglia, alle prese con due programmi egualmente colti e interessanti; e tutte e due che concludono il loro concerto con ovazioni da stadio. Sorprendente e intrigante è dir poco, la curiosità legittima, il confronto inevitabile. Ebbene, è difficile immaginare l’abisso che le divide.

musica39FB

© FOTO VICO CHAMLA MILANO

Prima di tutto appartengono a due diverse generazioni (spero che non mi consideri inelegante ma mi sembra necessario dire che, se Elisso o Éliso Virsaladze ha superato i settanta, Khatia Buniatishvili ha da poco festeggiato i ventisette anni); la prima è rimasta legata alla sua terra e alla grande madre Russia, dove ancor oggi è una delle più importanti insegnanti di pianoforte (è stata sposata a un grande violinista di quella terra rimanendone vedova molto presto, e con lui ha vissuto anche in Germania) mentre la seconda si è presto trasferita a Parigi assorbendo precocemente la cultura (e la non cultura) occidentale e quella francese in particolare.

Una donna schiva e raffinatissima la Virsaladze, per la quale ogni nota ha un senso profondo, abituata a scavare negli angoli più nascosti della partitura e ad ascoltare ogni vibrazione del suo strumento, per la quale ogni autore è un mondo e ogni opera un mistero da indagare.

Eseguendo tutto “ad effetto”, la Buniatishvili studia come strappare l’applauso, sovrasta totalmente l’autore mettendo sempre se stessa in primo piano, è sempre sopra le righe esagerando i pianissimi e i fortissimi, esasperando la lentezza degli adagi e forzando la velocità degli allegri. Un costante fuoco d’artificio.

Se poi esaminiamo i programmi delle due serate, capiamo non solo che esistono due diversi mondi nel pianismo internazionale, ma anche due modi fondamentalmente opposti – due diversi approcci culturali – con cui siamo costantemente costretti a misurarci e a prendere coscienza per frequentare consapevolmente le sale da concerto. La Virsaladze ha proposto un confronto fra classicismo settecentesco e romanticismo ottocentesco, mettendoli in parallelo nei due tempi del concerto: nel primo tempo ha eseguito le “9 Variazioni” in do maggiore di Mozart k.264 e la Sonata n. 1 op. 1 di Brahms (il cui secondo movimento, il più importante, è anch’esso un “Tema con Variazioni”); nel secondo ha proposto le Variazioni in fa minore di Haydn e i 12 Studi Sinfonici op. 13 di Schumann su tema di Von Fricken (ricordo che la Virsaladze è una specialista di Schumann: nel 1966, ventiduenne, vinse il primo premio al Concorso Schumann di Zwickau!). Interessantissimi i sottintesi parallelismi fra Mozart e Haydn da una parte, e fra Brahms e Schumann dall’altra, quasi a sottolineare il valore di quelle due amicizie e il peso di quelle due dipendenze, risoltesi entrambi con affanno.

La Buniatishvili invece suona nel primo tempo i “Quadri di un’esposizione” di Musorgskij e lo Scherzo n. 2 di Chopin, nel secondo “La Valse” di Ravel e “Tre movimenti da Petrushka” di Igor Stravinskij. I Quadri e lo Scherzo, come dicevo, li drammatizza esasperatamente, con chiaroscuri violenti e fraseggi tesi allo spasimo; nel secondo tempo – con le due trascrizioni per pianoforte degli stessi autori dei balletti originali – propone una mera esibizione di virtuosismo portata fino allo stremo. Il programma avrebbe avuto un senso – come lo storico intreccio fra le culture dei due paesi in cui lei ha vissuto (russa e francese) e il rapporto fra musica e arte visive (presente, benché non esplicitamente, anche nello Scherzo di Chopin) – ma era troppo evidentemente pensato come biglietto da visita, o come videoclip, per consentirle di manifestare il forte temperamento musicale e di esibire l’ottima tecnica di cui è dotata.

Così però è successo che, con quei “rallentando” e “stringendo” non richiesti e con l’assenza di rigore nei tempi e di misura nell’espressione, Musorgskij sia diventato un romanzo d’appendice e Chopin un autore vanesio e superficiale; per non dire di Ravel e Stravinskij che sono stati trasformati in un pretesto per funambolismi pianistici.

Ascoltando la giovane Buniatishvili, l’altra sera, era impossibile non tornare con la mente alla sera precedente in cui, seduta allo stesso pianoforte (a dire il vero i due pianoforti erano solo apparentemente uguali, la povera Virsaladze ha dovuto accontentarsi di uno strumento molto afono) la più matura pianista cercava di far partecipe il pubblico della differenza fra epoca classica ed epoca romantica, fra mitteleuropa e mondo sassone e renano, e – attraverso un intelligente percorso intorno alla forma delle Variazioni – di far capire che cosa è la musica, come la si costruisce, come la si deve ascoltare. Una persona veramente al servizio della musica, consapevole del perché di ogni nota, di ogni passaggio, di ogni modulazione.

Diva e Antidiva, due donne che dovrebbero incontrarsi e prendere lezioni una dall’altra; la prima per approfondire il significato di ciò che suona, la seconda per assorbire un po’ della leggerezza – ma, attenzione, solo nel senso indagato da Calvino – della prima.

 

 

 

questa rubrica è a cura di Paolo Viola

rubriche@arcipelagomilano.org



Condividi

Iscriviti alla newsletter!

Per ricevere in anteprima sulla tua e-mail gli articoli di ArcipelagoMilano





Confermo di aver letto la Privacy Policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali



Sullo stesso tema


9 aprile 2024

VIDEOCLIP: LA MUSICA COME PRODOTTO AUDIOVISIVO

Tommaso Lupi Papi Salonia






20 febbraio 2024

SANREMO 2024: IL FESTIVAL CHE PUNTA SUI GIOVANI

Tommaso Lupi Papi Salonia



20 febbraio 2024

FINALMENTE

Paolo Viola



6 febbraio 2024

QUANTA MUSICA A MILANO!

Paolo Viola



23 gennaio 2024

MITSUKO UCHIDA E BEETHOVEN

Paolo Viola


Ultimi commenti