17 settembre 2014

LO STATUTO DELLA CITTÀ METROPOLITANA. ISTRUZIONI PER L’USO IN UN’OCCASIONE IRRIPETIBILE


Nella prossima fase di stesura dello Statuto della Città Metropolitana, servono risposte urgenti:

02_crapanzano31FB* Rispondere alla crescente “mancanza di fiducia” dei Cittadini verso le Istituzioni: garantire forme adeguate di democrazia diretta e costruttiva (non solo, ovviamente, l’elezione diretta del Sindaco e del Consiglio della Città Metropolitana).

* Rispondere all’attuale “confusione istituzionale” che deriva dal venir meno del sistema delle responsabilità: riconoscere a ogni Soggetto che opera nell’area milanese “compiti precisi in via esclusiva”, ma in un quadro di collaborazioni e controlli che facilitino e non ostacolino decisioni e interventi.

* Rispondere alla “necessità di proposte concrete“: garantire molteplici forme efficaci di concreta partecipazione, attuando subito un “sistema strutturale di partecipazione”, sempre più indispensabile per tanti motivi, per rendere i Cittadini, il mondo delle professioni, l’associazionismo, sempre più Soggetti regolarmente attivi nelle diverse fasi di progettazione, decisione, attuazione e gestione (Partenariato Pubblico Privato) degli interventi da decidere con forte attenzione al territorio e alla specificità delle situazioni.

Serve subito una presenza operativa della Città Metropolitana, di un “livello di Governo”, capace di dimostrarsi autorevole perché realmente al servizio della Comunità che vive e lavora in questo territorio; un Governo che vuole affrontare con determinazione, capacità e coscienza i numerosi problemi di carattere sovracomunale che la legge 56/14 gli affida.

In sede di stesura del nuovo Statuto della Città Metropolitana si capirà subito se c’è veramente volontà politica. La sproporzione tra necessità e disponibilità di risorse è nota, ma serve un cambiamento deciso che permetta ora di trovare e sperimentare soluzioni adeguate, perché:

* oggi si discute male, cercando sempre più le differenze (non solo quelle politiche) invece che un confronto costruttivo sui contenuti. Invece si devono avviare ora molteplici occasioni di dialogo che produrranno risultati eccellenti per tutti, perché l’area milanese è in condizioni di farcela, se può intervenire a tutto campo con le sue enormi smisurate risorse (di idee, concretezza, capacità operativa, tenacia, volontariato, e tanto altro;

* oggi si decide male, lamentandosi che siamo sempre in ritardo, ma senza avviare un’adeguata fase conoscitiva e collaborativa. Invece serve formare un Gruppo tecnico appositamente preparato che inizi a sperimentare, sui temi più urgenti, le forme più appropriate per discutere nel merito con i Comuni, con i Cittadini, con le Imprese, con i Professionisti, con le Associazioni, fissando ogni volta percorsi adeguati e tempi certi.

Molte nuove tecnologie, ormai consolidate, mettono a disposizione di tutti strumenti prima impensabili: che permettono di raccogliere ed elaborare migliaia di informazioni, che permettono di fare formazione distanza, che permettono a tutti di capire e crescere formandosi in una continua scuola reciproca …. e tanto altro ancora.

Contemporaneamente, dentro Milano (che per la 56/14 può diventare una delle “zone omogenee della Città Metropolitana“) va risolta l’altra faccia della stessa medaglia.

Tutto raccomanda (e nulla vieta) che insieme all’approvazione dello Statuto della Città Metropolitana si decida di affidare subito agli attuali Consigli di Zona di Milano alcuni compiti nuovi che di fatto nessuno svolge, ma che penso siano invece essenziali per iniziare a recuperare, nel livello più vicino ai Cittadini, la loro fiducia nell’utilità dell’ente pubblico; e dare subito concreto, anche se informale, avvio alle prossime “zone dotate di autonomia amministrativa” (da ridisegnare poi con adeguata attenzione).

Alcuni compiti nuovi possono dare subito un ruolo efficace al Decentramento; richiedono poche risorse di uomini e mezzi (tablet e banca dati georeferenziata) che non sconvolgono l’assetto gerarchico e non creano la confusione sempre temuta (che ha sempre consigliato di non fare):

1. La sistematica “raccolta di tutte le informazioni che aggiornano di continuo lo stato di fatto nel territorio” di ogni zona – preparando una base conoscitiva dettagliata e aggiornata, sempre più necessaria per affrontare situazioni complesse e fortemente interrelate.

2. Il compito di effettuare “efficaci controlli a posteriori” su tutto quanto si progetta e si realizza in ogni zona – verso un sistema che richieda sempre meno documenti formali che, pur debitamente sottoscritti, non garantiscono quanto effettivamente realizzato.

3. La raccolta puntuale dei “costi completi consuntivi” di ogni intervento pubblico che si realizza in ogni zona e la verifica della “rispondenza alle attese dei risultati” realmente ottenuti al termine dei lavori – costruendo un feedback utilissimo per tutti, anche per decidere e attuare sempre meglio in futuro.

Per ottenere grandi risultati per tutti …. ma a condizione di “spendere molto in volontà politica”.

Un consiglio (interessato) ai tantissimi che, per i motivi più diversi, cercano di far fallire sul nascere la Città Metropolitana: “se lo Statuto non definirà subito basi solide, chiare, democratiche, moderne, questo livello di governo, pur indispensabile per affrontare i complessi problemi di questa area vasta, evaporerà in breve tempo, lasciando altri danni e altra sfiducia”.

Chiunque verrà eletto nel Consiglio Metropolitano dia senso a questa fase con spirito costituente. La situazione richiede molte risposte urgenti, che oltre ad essere efficaci devono giuste, motivate, convincenti. Da tempo viaggiamo in salita, con crescente fatica; questa è l’occasione di decidere di togliere il freno a mano!

 

Salvatore Crapanzano

 



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