19 giugno 2013

libri – BELGIOJOSO ARCHITETTO


LODOVICO BELGIOJOSO

ARCHITETTO 1909-2004 LA RICERCA DI UN’ITALIA “ALTRA”

A cura di Guya Bertelli e Marco Ghilotti

Skira editore spa

204 pagine, 29euro

libri_23Rileggere la vita, i progetti e le opere più significative di Lodovico Belgiojoso, figura fondamentale nella storia dell’architettura italiana del secondo Novecento, è un’operazione avvincente anche per i non addetti ai lavori. Il suo percorso professionale e umano lungo quasi un secolo, è infatti anche la storia di Milano e del suo territorio, e più in generale di un’Italia in bilico tra tradizione e modernità.

Il prezioso volume curato da Guya Bertelli, professore straordinario di Composizione architettonica e urbana presso il Politecnico di Milano e da Marco Ghilotti, architetto e ricercatore, è l’occasione per ripensare, approfondire o altrimenti conoscere l’apporto personale dell’architetto milanese in seno al mitico Studio BBPR da lui fondato a Milano nel 1932 con Ernesto N. Rogers, Enrico Peressutti e Gianluigi Banfi.

Ma non solo. La sorpresa del libro – grazie anche alle molteplici testimonianze, all’accurata ricerca iconografica, oltre che a un’interessante raccolta di scritti e disegni a opera dello stesso Belgiojoso – sta che nel parlare di architettura documenta un’Italia post-bellica in piena trasformazione e desiderosa, pur tra problematiche e contraddizioni, di una urgente, quanto necessaria discontinuità culturale.

Una tensione verso la modernità che Belgjojoso, uomo sensibile all’impegno civile e politico, assolve realizzando all’interno della studio BBPR opere che resteranno nel tempo come la testimonianza di una riuscita correlazione tra architettura, società, politica. Esemplare e in qualche modo “riassuntiva” di una riuscita dialettica progettuale è tra tutti la Torre Velasca. La grande torre che Alvar Aalto nel corso di una sua visita a Milano definì “very milanese”: sintesi perfetta per definire le ambizioni e gli obiettivi progettuali del gruppo.

A tenere il filo del discorso sull’architettura di quegli anni e le sue implicazioni etico-sociali e a guidarci sulle tracce del percorso professionale e personale dell’architetto milanese, sono i tanti interventi che ne documentano gli anni d’esordio precedenti la guerra, le battaglie politiche, la drammatica interruzione della guerra, la detenzione e l’internamento in campo di concentramento. E raccontano delle speranze e delle opportunità di un’Italia sulla soglia della ricostruzione.

“Vedevamo il vecchio e il nuovo” – dichiarava Belgiojoso nel 1979 – “non in antitesi ma come momenti complementari di un unico processo mai interrotto, quello della formazione storica della città. Questo spiega la nostra costante attenzione al carattere dei luoghi e all’ambiente nel quale dovevamo immettere i nostri nuovi progetti”.

Ricerca del rigore, equilibrio dialettico, sperimentazione tecnologica diventano così gli strumenti fondanti di un’architettura di “invenzione” e di “memoria”. E potremmo dire di un’etica del progetto che Belgiojoso dopo le sofferte esperienze di guerra, persegue da architetto e da uomo, per costruire una società nuova, “Un’Italia altra”.

Pagina dopo pagina ad andare in scena è dunque l’architettura del grande cambiamento che si confronta con la Storia, il senso della memoria, la questione tecnica e il rapporto con l’industria. Ma è pure l’eclettico documento sulla figura e l’opera di Lodovico Belgiojoso, architetto e maestro anche di vita. (Daniela Muti)

questa rubrica è a cura di Marilena Poletti Pasero

rubriche@arcipelagomilano.org



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