2 marzo 2016
ANTONIETTA DOSI – FRANÇOIS SCHNELL
SOLDI, AFFARI E MALAFFARE NELLA ROMA ANTICA
Edizioni Mursia – Milano 2015
pag. 245 € 16,00
Dopo ventitre anni dalla prima fortunata edizione, l’editore Mursia ripropone quello che da tempo è ormai considerato un piccolo capolavoro di storia materiale dell’antica società romana.
La creazione di moneta e le politiche monetarie della Repubblica e dell’Impero, l’attività dei banchieri nella metropoli e nelle provincie, i traffici quotidiani dei cambiavalute, la piaga perenne dell’indebitamento dei ricchi e dei miserabili, i costi dell’organizzazione militare, i ritorni delle campagne delle legioni e dell’esazione fiscale nelle diverse provincie. Il commercio sfrenato delle carriere pubbliche e delle cariche istituzionali, le rendite agricole e i proventi delle attività professionali, il mondo degli affari e delle intermediazioni nello scambio di prodotti agricoli, industriali e artigianali e, da ultimo, le discusse fortune di molti dei più celebri personaggi del mondo romano.
Oltre 1200 anni di storia, dalla fondazione alla dissoluzione dell’Impero ricostruiti attraverso le grandi e piccole vicende economiche e finanziarie del gigantesco apparato statuale e della quotidianità dei romani e dei provinciali. Impagabili le pagine dedicate alle debolezze di Cesare, milionario ambizioso ma perennemente assediato dai creditori, o quelle in cui si descrivono le sfortunate speculazioni di Bruto o le disinvolte trasformazioni urbanistiche che resero Crasso plurimiliardario e antesignano di tutti i palazzinari dell’Occidente.
Senza voler indulgere a facili parallelismi il racconto delle crisi finanziarie del tardo Impero e delle conseguenze che queste produssero sulla stabilità delle istituzioni romane determina inevitabili meditazioni e sembra costituire una indiretta conferma della circolarità vichiana della storia.
Dall’opera di Antonietta Dosi e François Schnell emerge il ritratto di una società sostanzialmente rurale inquadrata in un reticolo di straordinarie infrastrutture, costellato di città e protetta da un esercito. Ma mentre nel periodo ascendente l’esercito fruttava molto più di quanto non costasse, nella fase declinante dell’Impero esso gravò sulle finanze pubbliche ben più di quanto non fruttasse. Ne discesero così fenomeni inflazionistici colossali che portarono alla liquidazione tanto delle gloriose istituzioni centrali quanto di quelle del più remoto municipio provinciale.
Paolo Bonaccorsi
questa rubrica è a cura di Cristina Bellon