16 settembre 2015

libri – CRIMEA L’ULTIMA CROCIATA


ORLANDO FIGES

CRIMEA L’ULTIMA CROCIATA

Einaudi La biblioteca giugno 2015

pp 533 euro 35

 

libri31FBCon Crimea (nella originale inglese The last cruisade) Orlando Figes riempie con maestri uno dei lati bui della storiografia occidentale: le cause, l’andamento e le conseguenze della guerra di Crimea. Lo storico della London University, dove insegna da anni al Birbeck College, dedica la sua monumentale ricerca ad un evento rimasto inombra per moltissimi anni e definitivamente oscurato dalle due guerre mondiali del secolo successivo.

Al contrario spiega Figes, la guerra di Crimea ( o come si legge nella storiografia russa “La guerra d’Oriente”) fu un evento epocale che frantumò l’asse conservatore, nato dal Congresso di Vienna tra l’Impero Asburgico e quello Russo e fornì lo spirito per la formazione di importanti Stati europei: Germania, Italia, Romania; e si sviluppò contemporaneamente su fronti lontani migliaia di chilometri come il Mar Nero, il Caucaso, il Basso Danubio, il Mar Baltico e persino il remotissimo Mar Bianco e lungo la costa della Siberia affacciata sull’Oceano Pacifico.

Uno sconvolgimento mondiale globalizzato ma reso possibile dalla nuova tecnologia: le navi a vapore, il telegrafo, la rete ferroviaria. Le nuove e micidiali armi individuali e collettive che affiancavano con esiti terribili (oltre 800.000 caduti tra combattenti e oltre un milione di vittime tra i civili) le cariche di cavalleria e gli assalti all’arma bianca di retaggio napoleonico. L’agghiacciante modernità della Guerra di Crimea si ravvisa anche nelle sue mitizzazioni profonde, epocali e metapolitiche stesse che rendono l’evento lontanissimo dai conflitti dinastici e puramente politico diplomatici, dove la guerra si considerava una delle disparate modalità in cui poteva articolarsi l’iniziativa di teste coronate e di una ristrettissime élite dirigente.

Figes allarga a dismisura l’obiettivo che va ben oltre l’attività diplomatica del Conte di Cavour (unico aspetto della Guerra di Crimea frettolosamente spacciato nei nostri licei) o la goffaggine degli alti comandi inglesi tanto cara alla storiografia britannica, argomento che ha fino a ieri monopolizzato l’attenzione degli studiosi del Regno Unito, molti dei quali, sferza Figes, semplici appassionati a livello dilettanti. Insieme alla solita storia della carica della Brigata leggera e balaclava, e nell’opera meritevole di Florence Nightingale.

Al contrario la Guerra di Crimea segnò uno spartiacque profondissimo. Essa lasciò nei russi un profondo risentimento nei confronti dell’Occidente, la sensazione di un radicamento negli stati cristiani che si erano schierati con i turchi impedendo alla Russia di liberare dal giogo islamico i popoli ortodossi dei Balcani e i sacri luoghi della Palestina. Inoltre la Guerra di Crimea fu il primo grande conflitto europeo a coinvolgere i turchi aprendo il mondo mussulmano agli eserciti e alle tecnologie occidentali, accelerando nella integrazione nell’economia capitalistica mondiale e scatenando una reazione islamica contro l’Occidente che con varie ondate perdura ancora oggi (remember Guerra del Golfo?).

Figes non manca in quasi ogni pagina della sua opera di gettare semi polemici contro la tradizione storica britannica e non, che cerca di respingere l’idea che la guerra avesse motivazioni religiose, dimenticando che la controversia dei luoghi santi sia stata il punto di partenza (e per lo zar una causa sufficiente) della guerra del 1845. Al contrario tutte le potenze coinvolte nel conflitto, conclude l’autore, utilizzarono la religione come leva nella questione d’Oriente: politica e fede si intrecciarono strettamente in queste rivalità imperiali e ogni nazione, nessuna più della Russia, entrò in guerra che Dio fosse dalla sua parte.

Paolo Bonaccorsi



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