20 maggio 2015
PAOLO CAMILLI
IO NON SARÒ COME VOI
Sperling & Kupfer, 2015
pp. 337, euro 14,90
Paolo Camilli merita la nostra attenzione. Il suo è un caso editoriale. Il primo romanzo, “Maledetta primavera“, è edito da una piccola casa editrice ma, grazie a un’efficace attività di promozione dell’autore su web, riesce a raggiungere l’empireo della grande editoria. Camilli concorre con altri scrittori affermati a scalare le classifiche di vendita. E ci riesce benissimo.
Nella primavera del 2015, che “maledetta” non è, Camilli fa cadere dal cielo nuova manna per i suoi lettori, con “Io non sarò come voi“, edito da Sperling & Kupfer. Il titolo dice molto dell’autore, che si vuole distinguere dal gregge, e dalla nostra società, che tende sempre a uniformarsi in un’unica etichetta.
Il romanzo è ambientato sulla riviera Apuana, al Lido di Magra, un paesino che si anima solo d’estate. “Il sole, un disco gigantesco che sembra occupare tutto il cielo, pulsa come un cuore di fuoco.” Fa caldo. Sì, perché calda e rovente è tutta la vicenda, che vede protagonisti alcuni adolescenti di diciassette anni. Fabio Arrigò questo incendio lo sente, dentro di sé, violento. Fabio è, infatti, innamorato di Caterina Valenti. Ma a lei piace torturarlo, per godere della sofferenza dell’altro, che sta perdendo qualcosa a cui tiene. “Guada che lo so … che hai perso la testa per me”. Questo è un gioco pericoloso, che solo un’adolescente senza solide difese, ma troppo sicura di sé, è convinta di vincere. Caterina è bella. E quel piercing al labbro, il tocco trasgressivo di una ragazzina ricca e confusa, accentua ancora di più la diversità tra lei, donna vissuta piena di esperienza e Fabio, che si sente ancora un bamboccio dalle gambe esili.
Camilli riesce a farci immedesimare nella giovinezza dei suoi protagonisti, l’età della vita in cui si scoprono l’amore e il dolore, e la violenza per le cose che non accettiamo di perdere. “Io non sarò come voi” è la storia di un gruppo di ragazzi scatenati che non sanno come orientare le proprie pulsioni, ma anche di adulti assenti o troppo superficiali, che sottovalutano le capacità dei loro figli. E, nella piccola odissea del vivere quotidiano, quando si affrontano scelte importanti, si è soli, soprattutto quando ci si vuole ribellare alla provocazione dell’amico che dice: “Dimostra di avere le palle, è una questione di onore”. Allora la solitudine è ancora più struggente, e il coraggio è l’unica via per riscattare le proprie debolezze e fare ciò che è giusto, sino alla fine.
Cristina Bellon
questa rubrica è a cura di Marilena Poletti Pasero