25 luglio 2012
GLI ULTIMI SARANNO I PRIMI. LA MIA VITA ACCANTO AI DIMENTICATI DELLA TERRA
Dominique La Pierre
Rizzoli, pp.270, euro 16,50
Il libro verrà presentato presso l’Aula magna dell’Università Statale di Milano martedì 25 settembre
Non è un libro di letture edificanti, ma una sorta di “Breviario dei laici” che ripercorre gli 82 anni di vita dell’autore attraverso alcuni dei momenti più drammatici e affascinanti del “secolo breve”. Incontriamo così Dominique Lapierre, tredicenne nella Parigi occupata dai tedeschi nel ’44, che scappa con la fantasia dalla città oscurata, per andare alla scoperta del mondo: Costantinopoli, Gerusalemme, Damasco, il deserto siriano e quello iracheno, gli altipiani dell’Afghanistan…, rintanato sotto le coperte nel gelo della notte parigina, mentre prega il dio della guerra perché nessun allarme aereo lo costringa a interrompere i suoi sogni, alimentati dalla lettura del libro di meravigliose avventure di Guy De Larigaudie e Roger Drapierre dal titolo “Paris-Saigon en automobile”. II suoi sogni si avvereranno tutti, ma Dominique ancora non lo sa.
Ma quando l’anno successivo della liberazione di Parigi raggiungerà il padre, console generale di Francia a New Orleans, in America, dove poi ritornerà per frequentare l’università, il destino della futura stella di “Paris Match” già comincia a delinearsi. Il suo viaggio di nozze attorno al mondo negli ultimi anni ’40, fa presagire la sorte del futuro grande reporter e romanziere dell’attualità e della filantropia. Celebri le sue pagine dal fronte coreano insieme alle truppe delle Nazioni Unite. Non meno affascinanti i suoi reportage attraverso la Russia che ha appena dismesso lo stalinismo.
A Napoli si presenta e intervista Lucky Luciano. In pieno deserto del Negev in un kibbutz fortificato conversa con Ben Gurion, che gli racconta le settimane tragiche e cruciali della nascita di Israele. Poi lo troviamo nel braccio della morte di Saint Quentin in un incontro sconvolgente con un condannato e subito dopo accompagna Charles De Gaulle attraverso l’Algeria devastata dalla guerra di liberazione e dalla repressione francese.
Nel 1981, compiuti cinquanta anni, l’incontro con l’India, e niente sarà più come prima. “Tutto quello che non viene donato va perduto” gli insegna Madre Teresa e comincia così un’avventura culturale e dello spirito, sulle orme di Ghandi, di Mountbatten, dei Maharaja e degli adoratori di venti milioni di divinità diverse. Una seconda vita, una discesa agli inferi in una bidonville, che La Pierre chiamerà “La città della gioia”, un evento che sconvolge completamente la sua visione della vita e si trasforma in un libro sull’eroismo dei poveri, che diventerà uno dei best-seller più venduti del mondo.
Ogni sua giornata, ogni sua parola, tutta l’esperienza e la capacità di scrittore e comunicatore accumulata negli anni di successi letterari (tra i quali: C’era una volta l’Urss; India con amore; Parigi brucia?; Gerusalemme, Gerusalemme; Stanotte la libertà) vengono poste al servizio degli ultimi della terra, che sono diversi dai “dannati” di Franz Fanon, perché al fondo della loro vita possono vedere la luce.
Infaticabile nel girare il mondo, perorando la causa di chi non ha nulla, La Pierre ripercorre gli anni nei quali ha contribuito a restituire a migliaia di esseri umani la vita, la dignità, e, spesso, la speranza di una guarigione, grazie ai suoi barconi-ospedale in continuo movimento lungo il Gange.
Non mancano le riflessioni sulle miserie morali dell’Occidente e sui paradossi del mondo contemporaneo, ma con un narrare umile ed elegante La Pierre, che pure ritiene di non avere nulla da insegnare, si limita a una calda e umana testimonianza di solidarietà.
questa rubrica è a cura di Paolo Bonaccorsi