7 marzo 2012

libri – TRE ATTI E DUE TEMPI


 

TRE ATTI E DUE TEMPI

Giorgio Faletti

Einaudi, nov. 2011

pp.146, euro 12

 

GIORGIO FALETTI presenterà il suo libro per Unione Lettori Italiani, mercoledì 14 marzo, ore 18, presso Palazzo Sormani, via F. Sforza 7, Milano

 

Jeffery Deever, celebrato autore di best seller come “Il collezionista di ossa”, di lui ebbe a dire “Larger than life” e cioè “uno come Faletti dalle mie parti si definisce una leggenda”. In realtà Faletti è una personalità poliedrica, non inquadrabile in alcuno schema, in quanto raccoglie in sé molteplici personalità.  Da talento raro quale egli è, si è espresso al meglio come cabarettista, compositore, paroliere, attore, pilota, e infine scrittore, e non si fa fatica a capire perché il mondo letterario paludato lo abbia accolto con un certo sussiego.

Prima di parlare del suo ultimo libro sul mondo corrotto del calcio, di sorprendente attualità, è utile ripercorrere la sua vita, ricca di curiosità e scelte anticonformiste, che possono illuminare poi le sue inclinazioni letterarie e fare comprendere meglio alcune sue ambientazioni. Faletti, nativo di Asti ma pendolare tra l’Isola d’Elba e New York, capisce subito che non vorrà sfruttare la laurea in giurisprudenza, e dando spazio alla sua vena ironica, negli anni ’70 incomincia a lavorare nel tempio della comicità milanese, il Derby, accanto ad Abbatantuono, Teocoli, Paolo Rossi, Boldi.

Appare in TV negli anni ’80 con Raffaella Carrà, diventa poi un personaggio di Drive in, il programma televisivo di Antonio Ricci, partecipa a Fantastico con Baudo. Paroliere per Mina, Milva, Fiordaliso, Branduardi, Cinquetti, dall’88 al 2000 pubblica sei album musicali, con canzoni che presenta anche al Festival di Sanremo, mancando nel ’94 per un soffio il traguardo con la straziante “Signor Tenente”, ispirata alle tragiche cronache di quegli anni.

Appassionato di corse automobilistiche, scrive per Autosprint, e come pilota riesce a piazzarsi al 15 posto assoluto al Rally di Sanremo del ’92, e al 54 posto al Rally di Montecarlo nel 1998. Non poteva poi mancare il cinema con Geppo il folle di Celentano nel ’78, La notte prima degli esami di Brizzi nel 2006, Baaria di Tornatore nel 2009, partecipando come attore non protagonista a undici film.

La sua vena narrativa esplode nel 2002, quando pubblica con Baldini e Castoldi il suo editore abituale, “Io uccido”, ed è subito 4 milioni di copie nel mondo. Il libro è ambientato a Montecarlo, e anche lo sfondo internazionale a lui noto, gioca un ruolo importante. Un thriller mozzafiato, senza soste, pur nella ripetizione ossessiva del modulo e nell’ampiezza forse un po’ gravosa delle pagine. Non stupisce se, nella frenesia del vivere, Faletti nello stesso 2002 viene colpito da un ictus, per fortuna senza conseguenze, grazie anche alla prontezza di riflessi della sua splendida moglie architetto. Segue a due anni di distanza “Niente di vero tranne gli occhi”, che conferma Faletti come autore di thriller, un genere praticato da molti, ma da pochi con successo. Pubblicherà in seguito altri tre titoli, ambientati tra New York, Roma, Arizona, Milano.

E arriviamo a questo ultimo libro, annunciato al Festivaletteratura di Mantova nel 2011, “Tre atti e due tempi”, edito da Einaudi, molto diverso dagli altri per tema e stile. Non è un thriller, ma una storia toccante di grande spessore psicologico, un testo a volte intimista, per le riflessioni del protagonista Silver, l’antieroe, un pugile fallito, un pregiudicato, che trova il proprio riscatto non solo nel suo lavoro di magazziniere per una squadra di calcio emergente, ma anche nel successo del figlio calciatore, il Grinta, osannato campione di provincia. Ma è proprio così, o succede qualcosa che incrina quello che sembrava finalmente una buona sorte? I colpi di scena si susseguono a incastro, suscitando lo stupore e la curiosità del lettore.

Ma perchè questo successo travolgente di Faletti è la domanda che serpeggia ovunque. In realtà nessuno è veramente in grado di rispondere, perchè è noto che il successo è maligno e persegue strade sconosciute tutte sue. Di certo i sei romanzi di Faletti, oltre alle sei raccolte di Racconti, hanno uno stile veloce, ricco di dialoghi scintillanti, con frasi brevi, uno stile Usa è stato detto, dove la trama gioca un ruolo decisivo, pieno di trovate e di ironia non disgiunta, specie in questo ultimo romanzo, da una vena di malinconia. L’introspezione psicologica scava i personaggi nel cuore del lettore, facendo scattare un processo di immedesimazione, dimenticando il senso del tempo.

Non è questa una delle funzioni della letteratura?

 

questa rubrica è a cura di Marilena Poletti Pasero

rubriche@arcipelagomilano.org

 

 



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