5 dicembre 2023

LA MUSICA È MORTA?

No, esistono le band


Copia di Copia di rification (5)

È innegabile che l’orecchio plasmato dall’ascolto di musica alla quale si è affezionati comporti una difficoltà nell’accettare le nuove proposte.

In ogni epoca storica, la musica “vera”, la musica “bella”, è sempre quella della generazione precedente, salvo poi ricredersi all’emergere della novità. Ogni periodo ha le proprie esigenze sociali, e l’insorgere di nuovi problemi e tematiche spinge, soprattutto i giovani, ad esprimersi tramite la forma d’arte più diretta in assoluto: la musica.

Ne è stato un esempio lo spopolamento del punk, ai tempi malvisto e mal considerato dai classic rockers, ancorati ad una tradizione decisamente meno minimale nelle sonorità.

 Lo stesso discorso si può trasporre all’attualità. La rapidissima digitalizzazione dei processi di produzione e creazione musicale ha dato la possibilità a chiunque ne sentisse il bisogno di poter dire, potenzialmente al mondo intero, tutto ciò che gli passasse per la testa, dai racconti della propria vita ordinaria al fortissimo desiderio di rivalsa, forse l’istanza più sentita dai giovani.

Il senso di ingiustizia, la mancanza di meritocrazia, i sistemi pilotati, la scuola rimasta a metodi troppo antiquati e seriosi, l’educazione che non fornisce gli strumenti adatti alla contemporaneità per essere in grado di costruirsi un futuro brillante, il farcela da soli. Sono queste le frustrazioni che i nuovi esponenti della scena musicale italiana portano.

Sia chiaro che, come in tutti gli ambiti, c’è una netta distinzione tra chi ha davvero qualcosa da dire e lo fa per passione e chi, invece, tenta una rocambolesca e fortunosa carriera musicale basando le proprie strofe su argomenti triti e ritriti nella speranza di raggiungere in fretta e senza troppo sforzo creativo fama e soldi.

Tuttavia è vero che ciò che giunge alle orecchie dei più è spesso musica facente parte della seconda categoria. Musica semplice – termine che non ha per forza accezione negativa – nella forma e nel contenuto, i quali vanno sempre di pari passo.

Tale fenomeno genera un grande pregiudizio in chi dovrebbe dare spazio ai giovani, convincendo le istituzioni che tutta la musica che si tenta di far arrivare al grande pubblico sia frivola e priva di espressioni di ribellione e bisogni sociali.

Purtroppo, i grandi palcoscenici si limitano a dare spazio ai pochi che hanno già raggiunto un grande seguito, escludendo i nuovi musicisti volenterosi di cambiare le cose.

La scena milanese attuale è ricca di giovani talenti musicali che hanno già alle spalle anni di studio e di passione, riconosciuti anche a livello internazionale. Ne è un esempio il diciannovenne Francesco Marrone, autore delle partiture orchestrali della serie televisiva italiana “Un Professore” con Alessandro Gassmann. Marrone è anche co-autore di “Fino all’alba” (ascolta qui), inno ufficiale delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026, scritto insieme al coetaneo Giulio Gianni e interpretato da Arisa.

Tra i gruppi milanesi dediti alla buona musica e ai contenuti che invitano a pensare, figurano i 4ther Muckers (ascolta qui) vincitori nazionali nel 2021 del contest europeo per artisti emergenti Tour Music Fest, e premiati come “High Quality Artist”. I loro testi narrano di protagonisti che tentano di opporsi al disfacimento morale e sociale, della necessità di fuga da un luogo e da un sentimento inadatto e incompatibile col benessere interiore e sono accompagnati da una musicalità innovativa.

Il mito che non nascono più grandi geni musicali è falso, semplicemente nella società-del-non-suonare-uno-strumento non viene data loro la possibilità di emergere dal saturassimo mercato delle canzoni come prodotto usa e getta.

La musica non è morta.

Tommaso Lupo Papi Salonia

 



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  1. Nunzio Massimo TagliaviaSono pienamente d’accordo con l’autore. La musica non è morta e, aggiungo, non può morire. Sta nell’esercizio del gusto nei fruitori a far emergere la musica che nasca da coinvolgenti ispirazioni e suggestioni.
    16 dicembre 2023 • 20:29Rispondi
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