25 maggio 2021

TIRO GIÙ LA CLAIRE

Aspettando un futuro


Gentili lettrici, gentili lettori, questo che state leggendo è il mio ultimo editoriale nel senso che forse non ve ne saranno altri: ho deciso di “tirar giù la claire”. Sono passati 13 anni da quando ho scritto il primo editoriale e da allora ne ho scritti penso più di 880. Forse bastano.

editoriale

Quando ho pubblicato il primo (11 febbraio 2009) era sindaca Letizia Moratti, ecco l’incipit: Il pendolarismo nelle sue attuali dimensioni segna la sconfitta della gestione urbanistica del territorio lombardo e l’incapacità di governare il fenomeno di crescita edilizia. L’area milanese è in preda allo “sprawling”, una parola inglese che potremmo tradurre in “stravaccamento” o romanescamente in “scasciamento”: l’edificazione disordinata, causa prima – tra le altre – del pendolarismo. Ma pendolarismo vuol dire anche disagio, fatica, spreco di risorse, identità sociale dispersa. I pendolari, che ormai chiamiamo city users – usiamo sempre l’inglese quando non sappiamo che pesci prendere come quando chiamiamo le case popolari housing sociale …….”.

Oggi potrei riscriverlo tale e quale, perché quei problemi sono ancora sul tavolo irrisolti: varrebbe oggi la pena riscriverne?

Il 25 febbraio di quell’anno in un’altro editoriale descrissi i nostri obiettivi: “Siamo al terzo numero di ArcipelagoMilano. Possiamo fare un primo bilancio e presentarci. Non lo abbiamo fatto prima per una sorta di amore al basso profilo ma forse per scaramanzia o in ossequio alla nostra milanesità: “fare senza dire”. Quando abbiamo pensato a un progetto editoriale, nell’ottobre dell’anno scorso, non avevamo le idee chiare su cosa volesse dire un giornale su Internet ma sapevamo dove volevamo arrivare: creare un luogo di dibattito politico che ricuperasse il vecchio adagio “il personale è politico”. Politico è quel che si fa nella vita quotidiana, politico è scegliere uno spettacolo, politici sono i propri consumi, quel che si legge, gli amici che si scelgono, il giudizio che si dà sul mondo che ci circonda e, talvolta, anche il proprio lavoro. Per noi politico è però equilibrio, non settarismo, non manicheismo e prima di ogni altra cosa tolleranza. La tolleranza non è indifferenza ma lo sforzo di capire le posizioni altrui e il continuo desiderio di ricerca di punti comuni: quelli che trasformano donne e uomini in società civile.”.

Ci siamo riusciti?

Dunque questo mi sono domandato negli ultimi tempi: vale ancora la pena continuare a dibattere, a scrivere, a proporre, a cercare un’interlocuzione con i pubblici amministratori, io ma anche i 400 e più autori che hanno riempito le pagine di ArcipelagoMilano sino ad oggi?

Tanta fatica mia e di chi ha scritto, tanto tempo, tante risorse intellettuali e economiche messe in gioco, tanti sforzi, perché?

Siamo stati ininfluenti e irrilevanti? Se così fosse bisognerebbe avere il coraggio di ammetterlo: comunque ci abbiamo provato. Lo saremmo ancora in futuro? Forse no, bisognerebbe cambiare.

Il 17 maggio del 2011 abbiamo festeggiato la vittoria di Giuliano Pisapia e titolavo il mio editoriale ELEZIONI. IL “RITORNO” DEI MILANESI.

Si era accesa una grande speranza: la politica urbanistica sarebbe finalmente cambiata, si sarebbe potuto riprendere in mano il futuro di Milano, cancellare l’ultimo PGT dell’era Moratti, tutto all’insegna della svendita del territorio e dei beni comuni consegnati nelle mani dei privati e “stoppare” la vicenda “Scali ferroviari” sul nascere.

Non fu così. Appena insediato il sindaco fece approvare definitivamente quel PGT e capimmo che la battaglia sarebbe dovuta ricominciare. Il seguito lo conosciamo tutti: non cambiò nulla e Pisapia uscì di scena in maniera a dir poco ingloriosa, sciogliendo la sua riserva se candidarsi o meno solo alla vigilia delle nuove elezioni comunali, lasciando alla sinistra troppo poco tempo per lanciare un nuovo candidato. Durante l’ultima parte del suo mandato gestì male anche la vicenda Expo 2015, una “gatta da pelare” lasciatagli in eredità dalla Moratti che aveva con le sue incertezze messo in forse addirittura la possibilità di aprire l’Esposizione entro la data fissata.

Expo 2015 si inaugurò in tempo e questo fu un successo personale di Beppe Sala. Un vero successo suo e della città. Ne fummo orgogliosi.

Alle amministrative del 2016 il Pd, che per colpa di Pisapia non era preparato ad affrontarle, decise di candidare Beppe Sala a sindaco, una scelta quasi obbligata: un uomo non di Partito, un non politico, un manager di successo. Sala vinse al ballottaggio con il 51,7%, uno scarto minimo. Il Pd milanese iniziò a scomparire.

Il 28 giugno, Sala eletto, commentai la formazione della Giunta e affacciai le prime perplessità e ArcipelagoMilano riprese con ancor maggiore impegno il suo ruolo di “cane da guardia del potere”, la bandiera del giornalismo americano: il “watchdog journalism” che, come dice la Treccani, ” [il watchdog journalism] … non è sentito dalla maggioranza della pubblica opinione come particolarmente sviluppato”.

Cominciammo a sperare che l’amministrazione comunale e il nuovo Sindaco dessero finalmente una risposta ai tanti problemi dibattuti sulle nostre pagine, che cominciasse a prevalere l’idea, proclamata dal Sindaco stesso, di ridurre le disuguaglianze, di smettere la svendita dei beni comuni, di occuparsi seriamente delle periferie e altro ancora.

Speravamo che il Sindaco “manager” rispondesse davvero alla assemblea dei suoi “azionisti”, gli stakeholders della città: i milanesi. Invece gli stakeholders di riferimento del sindaco erano altri e ce ne accorgemmo presto.

In molti editoriali degli ultimi tempi ho ricordato che il Sindaco, eletto direttamente, è il “responsabile” di tutto quello che decide, sia lui direttamente che i suoi delegati, gli assessori. Se non ritira la delega, ossia manda a casa un assessore, implicitamente ne approva l’operato senza riserve. Dunque ne risponde.

Questo vuol dire che Sala approvando tutte le operazioni di politica urbanistica del suo assessore Pierfrancesco Maran, le ha fatte sue: Scali ferroviari, Piazza d’Armi, Città Studi e dintorni, Bovisa, Parco Bassini, Stadio Meazza, tanto per citarne alcune.

Il Sindaco di Maran, assessore con delega al “verde” ha sempre approvato tutto? Anche il taglio di alberi rigogliosi per far posto a nuove edificazioni?

E le piste ciclabili, il primo provvedimento contro il Covid sbandierato dalla Giunta? Una frenesia mai cessata cha ha portato l ‘assessore a dichiarare recentemente”Siamo la città europea con più pista ciclabili!”. Forse non ha ancora capito che il dato che vorremmo è il numero di ciclisti che le usano, non la loro lunghezza! Ad Amsterdam, una popolazione di 800.000 abitanti l’84% della popolazione usa la biciletta (564.000) e ha meno chilometri di piste ciclabili di noi. Il Sindaco non c’è arrivato?

Noi ci siamo battuti a fianco dei cittadini che queste operazioni volevano contrastarle o almeno correggerle.

Abbiamo ottenuto qualcosa? No. Nemmeno l’ascolto.

Abbiamo contestato la strategia delle “consultazioni” dei cittadini, mere operazioni di ingegneria del consenso, spacciate per l’opinione dei cittadini stessi, ossia l’attività dell’assessore Lorenzo Lipparini. È successo qualcosa? No. “Nemmeno un plissè”, come diciamo a Milano.

Non parliamo di “periferie” per carità di Patria né dell’aumento della povertà ben prima del Covid.

E allora dove abbiamo sbagliato?

Forse il “cane da guardia”, il watchdog, ha addentato il polpaccio di legno dei “pupi” pensando che fosse quello giusto, non quello dei burattinai. Ammesso di riuscirci. Un errore di obiettivo e, di conseguenza, di strategia.

Non avevamo capito fino in fondo che i cosiddetti “poteri forti” non si muovono più come il capitalismo selvaggio di un tempo, con gli inni al liberismo, con la teoria propugnata della mano invisibile di Adam Smith. Oggi hanno abbandonato la rozza e pericolosa prassi della mazzetta, oggi hanno capito che una buona comunicazione vale di più di qualsiasi mazzetta, che un buon affabulatore, che una buona campagna sui giornali, alla TV e sui social, una buona casa editrice a supporto delle proprie iniziative è la carta vincente e con una sorta di doppio binario.

Il primo binario è la pressione sull’opinione pubblica per far apparire quel che si vuol fare tutto bello, utile, green; il secondo binario è convincere della stessa cosa un pubblico amministratore ma con un plus non da poco: fargli balenare l’idea che sarà un’operazione di successo per la sua immagine e la sua carriera lusingandone l’ambizione: “farai Milano più bella, più superba che pria” come nel famoso sketch di Ettore Petrolini.

Sai che bella scoperta direte: l’esistenza dei poteri forti! Lo sapevamo da sempre ma qualche volta e difficile sopportarli all’opera nella città dove la tua famiglia ha vissuto dai primi dell’800, che in piccola parte hai costruito tu stesso da magütt e che dunque ami.

Ma di fronte agli ultimi episodi milanesi della loro invadenza mi è saltata la mosca al naso: la vicenda di Piazzale Loreto.

Lascio da parte il versante storico politico e il valore simbolico di quella Piazza e parlo solo degli aspetti urbanistici, architettonici e dunque simbolici dell’operazione.

Milano ha poche piazze e se vi è un’occasione per risistemarne una, non la si può trasformare in un centro commerciale, almeno non nella parte in superficie, rendendola come l’inno all’happy hour e al consumismo compulsivo scambiati per “socializzazione”.

Un’operazione simile mi rifiuto persino di commentarla e dunque “taccio”.

Basta “una mosca al naso” per buttare a mare ArcipelagoMilano? Il lavoro di tanti autori e un patrimonio di 15.000 lettori ad ogni uscita?

No, sarebbe poco decoroso se fosse solo per quello. C’è anche un’altra ragione, non da poco: la mia stanchezza.

Arrivato alla mia età (83) non son più in grado di lavorare a tempo pieno (h24 come la famosa battuta di Maroni) 7 giorni su sette, perché questo è l’impegno che chiede ArcipelagoMilano per uscire, come faccio da solo e aiutato da Francesco Cibati (bravissimo e amico) per la parte grafica e il “caricamento” sulla piattaforma. Garantire la qualità di ArcipelagoMilano non è semplice perché dietro quel che vi si legge c’è un lavoro complesso, faticoso, totalizzante e persino ansiogeno. Desidero riprendermi da adesso una parte almeno del mio spazio personale e famigliare.

ArcipelagoMilano non scomparirà, resterà online per il momento come archivio degli articoli, un patrimonio di consultazione, lasciatemelo dire, importante per chi vuol capire Milano e anche per rispetto di tutti i formidabili autori che vi hanno scritto, che non smetterò mai di ringraziare, ma anche dei lettori che hanno commentato gli articoli, convincendomi sempre di più della vastità e della competenza dei loro saperi che sono una miniera per Milano.

Il futuro è in grembo di Giove. Ma si ripartirà quando vi saranno le condizioni necessarie e la strategia non sarà di continuare ad addentare i polpacci di “pupi” – ma dei pupari, non sempre facili da scoprire, grandi, piccoli e mezzani che siano -. ma di cercare di spezzarne i fili che coi quali fanno muovere i burattini: che almeno i “pupari” facciano la fatica di trovarne di nuovi, di farli eleggere nelle amministrazioni locali, di collocarli nei consigli di amministrazione delle società partecipate e ovunque si decida dei beni comuni.

Luca Beltrami Gadola

P.S. Un ultimo ringraziamento ai sostenitori occasionali e a quelli che si sono impegnati mensilmente. Per cortesia revochino le disposizioni date. Il piccolo residuo di cassa sarà devoluto alla Casa della Carità di Don Colmegna



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  1. Giuseppe LonghiMai dire mai, capisco la stanchezza, ma per navigare nell'Antropocene c'è bisogno di Arcipelago. Un forte abbraccio, geppe
    26 maggio 2021 • 00:39Rispondi
  2. Gianfranco CosmaciniUn vero peccato. Mancherà il vostro controcanto sullo sviluppo di Milano. GfC
    26 maggio 2021 • 01:09Rispondi
  3. Alberto FerrariCaro Luca Beltrami Gadola, la sua decisione (peraltro comprensibile sotto ogni profilo) mi ha colpito come una "mazzata" perchè ho sempre seguito Arcipelago come l'unico ambito di condivisione di un pensiero "altro" e nella convinzione che -seppur poco o nulla influenti sulle decisioni e sui destini di Milano- attraverso Arcipelago si potesse lasciare testimonianza di una critica "razionale" e disinteressata "a futura memoria". Premesso che sottoscrivo ogni parola di quello che lei ha scritto come editoriale "conclusivo", non mi dilungo in lodi e apprezzamenti per lei e per chi ha scritto in questi anni, ma soffro al pensiero di una "perdita" e nella probabile diaspora delle persone che si erano riunite intorno ad Arcipelago. Soffro soprattutto per la prospettiva (probabile? quasi certa?) di una dispersione di un patrimonio di pensiero e di elaborazione prezioso sia per chi partecipava sia per chi si rivolgeva ad Arcipelago per avere un punto di vista (a mio avviso) non subalterno a schieramenti o congreghe. Volendo ironizzare sul tema del patrimonio/eredità -tema in questi giorni al centro di un dibattito di modestissima levatura, se non anche insensato- soffro per un patrimonio per il quale non vedo eredi e non so se almeno quello di trovare eredi sia un obiettivo minimale che -raccogliendo le ultime forze- ci si possa dare tra protagonisti, sostenitori e simpatizzanti di Arcipelago. Apprezzo comunque che Arcipelago possa restare ancora "in linea" come preziosa eredità culturale a disposizione di tutti, anche di quei "curiosi" che anche solo occasionalmente leggevano Arcipelago. (A questo proposito, considerando che anche mantenere i contenuti in linea ha un costo economico e personale, mi permetto di suggerire di proporre una modalità per poter avere questi contenuti in forma digitale o meno, anche contribuendo con una spesa “d’acquisto” di tali contenuti che possano essere archiviati da chi ne voglia mantenre taccia anche in privato). Tra questi curiosi voglio illudermi che ci fossero e che ci saranno anche giovani, categoria anagrafica ovviamente continuamente in trasformazione come gruppo (invecchiando), ma che come tale nel corso del tempo si è trovata ad attraversare momenti antropologicamente rilevanti che hanno segnato profondamente l’atteggiamento sociale politico delle persone. Negli ultimi trent'anni questi giovani (non solo loro ovviamente) sono stati travolti prima da un periodo di cultura edonistica che ha avuto come riferimento valori devastanti come quelli portati e sostenuti dal Berlusconismo anche attraverso la potente influenza di una comunicazione martellante e insinuante della produzione Mediaset (questi giovani ora sono adulti, molti dei quali hanno anche responsabilità come classe dirigente e come presenza nelle loro famiglie, riversando il disvalore introiettato sulla società, sul mondo delle imprese e sui propri figli); dopo di che è arrivata l'illusione di una cultura di sinistra partecipata e anche meno settaria del passato che tuttavia nei fatti non ha mantenuto (o forse non voleva neppure rispettare) promesse e aspettative e -a fronte di una platea sempre meno attrezzata a “leggere” la realtà- in questa seconda fase non si è saputo cogliere fino in fondo le profonde e insinuanti ambiguità ed ipocrisie nei metodi e nella sostanza di quanto veniva proposto, fino al punto di credere e bearsi di avere recuperato Milano (e il territorio più ampio intorno alla Città) a visioni illuminate e progressive, quasi un'enclave (felice?) all'interno del modo becero e reazionario della gestione delle destre regionali. Infine oggi assistiamo ad un ulteriore delicatissima transizione che a mala pena vede uno scenario accettabile a livello nazionale più che altro perchè non si vuole neppure prendere in considerazione (sarebbe troppo doloroso e mortificante) l’eventualità di un fallimento della gestione di una capace e abile persona come Draghi, pur dovendo ammettere segretamente a noi stessi che si può solo sperare nel raggiungimento di pochi e significativi obiettivi nel breve periodo e forse nel virtuoso innesco di una rinascita culturale con effetti positivi a lunghissima distanza. È in questo contesto di transizione (lascio sullo sfondo il macigno della pandemia, tragedia, alibi e occasione per tante cose) che per i giovani si vorrebbe vedere veramente un investimento serio e ragionato sia nell’educazione e nella formazione sia dalla parte dei formatori che dei discenti, sia in una politica industriale e di impresa di ampio respiro che generi occupazione, ma anche occasione per valorizzare talenti con un lavoro che gratifichi i lavoratori sia economicamente che umanamente, sia in una riforma serena e non pasticciata della gestione politica e burocratica che veramente tragga vantaggio anche dalle innovazioni per restituire trasparenza ed efficienza e un rapporto più diretto e responsabile tra rappresentanti politici e funzionari pubblici da un lato e cittadini dall’altro. Credo che queste problematiche ed auspici potessero e possano trovare almeno un’occasione per un tentativo di realizzazione (parziale e locale) nello scenario milanese e che Arcipelago ben rappresentasse una presenza incalzante, sincera e diretta per cogliere distorsioni e deviazioni nel percorso verso tale obiettivo. Oggi sono orfano e credo che nessuno dei lettori di Arcipelago abbia una via o alternative da seguire che possano riempire il vuoto che Arcipelago lascerà. Ci sarà qualcuno che raccoglierà questa eredità e vorrà in qualche modo non lasciar estinguere questa “fiaccola” di civile, civica colta partecipazione e condivisione di idee e riflessioni? Spero che - al di là dell’amaro addio di Luca Beltrami Gadola- lo stesso Luca (anche non subito, ma almeno prima che sia troppo tardi) riesca a sollecitare e trovare un erede. Nulla sarà come prima, ma abbiamo visto che talvolta dalle ceneri sorge un Araba Fenice… io (noi) mi accontenterei anche di meno e quindi chiudo con questo auspicio. Un caro e affettuoso saluto a Luca Beltrami Gadola. Alberto
    26 maggio 2021 • 01:58Rispondi
    • Ennio GalanteCaro e Illustre (si illustre per il tono culturale del settimanale) Direttore, mi associo completamente al lungo ed appassionato intervento di Alberto Ferrari, quindi non entro nel merito di tutti gli argomenti che Egli ha trattato. Mi permetto solo di richiamare una questione riguardante G. Sala: io l’ho votato TURANDOMI IL NASO. Sulla gestione PISAPIA, in relazione all’operazione Expo-2015: se non ricordo male, Pisapia trovò tutto fermo ed ebbe qualche perplessità. Immediatamente fu bersaglio di pressioni varie perché avviasse subito le operazioni strutturali, tra le quali la famosa “PIASTRA”. Sala da bravo allievo-esecutore della Moratti, eseguì la cementificazione di decine di ettari di terreno agricolo! E adesso si è iscritto (non al PD milanese che lo adora) ma ai Verdi europei. A margine di queste brevi considerazioni, aggiungo che io ritenevo e ancora oggi sono convinto che Expo-2015 è stato soltanto un lunapark. La “Charta di Milano”, unico lascito culturale di expo, è soltanto una rimasticatura di documenti (in particolare) della FAO e di altre istituzioni autorevoli. Il lascito fisico l’”Albero della vita” (magari un po’ poco rispetto agli Expo precedenti!). Alle prossime elezioni amministrative appoggerò Mariani. Ultimo argomento, ma molto importante, (mi rivolgo a tutti gli Amici di Arcipelago): proviamo a lanciare una sottoscrizione di idee e di conseguenti proposte operative per continuare la pubblicazione, compreso un Comitato di Redazione presieduto (ovviamente) da Beltrami Gadola.
      26 maggio 2021 • 11:29
  4. Annalisa FerrarioChe peccato! Be', era nell'aria da un po'. Comunque Sala è stato nominato da Renzi, e confermato poi con primarie fasulle in cui i voti della sinistra si sono dispersi su due candidati, di cui uno civetta, non dimentichiamolo. Stavolta le primarie neanche ci saranno, questa è la considerazione che hanno dei loro elettori. Be', è andata così. Comunque valeva la pena di tentarci, grazie di tutto!
    26 maggio 2021 • 06:44Rispondi
  5. Bisan NadirEgregio direttore Beltrami Gadola grazie per avermi tenuto informato sulle dinamiche amministrativo-politiche di Milano città da me tanto amata per averci lavorato diversi anni, l'auspicio è che "arcipelago" continui. Le formulo tanti auguri di una buona vita
    26 maggio 2021 • 07:42Rispondi
  6. Gregorio PraderioMi spiace, ma capisco. Grazie per l'impegno profuso in tutti questi anni, un saluto e un arrivederci!
    26 maggio 2021 • 08:20Rispondi
  7. Giorgio OrigliaEssendo stato "dentro" sia pur saltuariamente, comprendo ma con grandissimo dispiacere. Spero anche che la voce di tanti che hanno qui trovato lo spazio, raro, per ragionare, riflettere e dibattere civilmente, non si spenga e trovi altri spazi.
    26 maggio 2021 • 09:29Rispondi
  8. Gianluca BozziaGrazie Luca! Il tuo impegno e la tua passione per la nostra città sono una fonte di ispirazione. Le voci di ArcipelagoMilano sono sempre un'occasione di approfondimento e un motivo di riflessione. Grazie ancora e buon proseguimento!
    26 maggio 2021 • 09:34Rispondi
  9. Cristoforo BonoForse si è invece raggiunta la massa critica per ricominciare (con qualche aiuto, certo: che invece, e in genere, arriva dopo). Affettuosamente,. Cris
    26 maggio 2021 • 09:35Rispondi
  10. Pietro CatizoneSono sorpreso e addolorato. Questo "giornale" mi è sempre piaciuto per il suo anticonformismo e amore per Milano. Mi mancherete!
    26 maggio 2021 • 09:41Rispondi
  11. paliddaun enorme GRAZIE a Luca e spero ancora che ci possa essere una seconda vita di Arcipelago Milano!!! E' stato e resterà sempre una grandissima anima di Milano, forse la più vera! ciao Turi Palidda
    26 maggio 2021 • 10:14Rispondi
  12. Patrizia AntonicelliThe kiss of death o rien ne va plus! La chiusura di Arcipelago, che capisco molto bene, è un segnale tragico che suggella la fine di un mondo non più possibile. Le speranze nate nel ‘45 hanno definitivamente urtato contro fili spinati impenetrabili. Avete lottato e creato consapevolezza fra tanti ma le forze sono impari e per persone come voi sono imbattibili perché i giochi seguono regole che per fortuna non fan parte del vostro armamentario! L’età di Luca è molto vicina alla mia e posso immedesimarmi facilmente in quello che dice perché Milano mi è rimasta nel cuore e anche perché tutta Italia è Milano. Ogni giorno i segnali sono peggiori e il nostro paese si scosta dai nostri ideali. Molti mi dicono che sono troppo pessimista ma non riesco a pensare diversamente. I giovani, coloro che da sempre dovrebbero portare aria fresca, per la maggior parte sono peggio. Allora abbraccio Luca la cui forza ho ammirato sempre e con cui esistono legami lontani familiari.
    26 maggio 2021 • 10:17Rispondi
  13. PATRIZIA MAZZUCCHELLIMi dispiace. La capisco, ma se tutti tacciono la logica della "corretta comunicazione" al posto dei fatti e delle idee sarà sempre più forte. Grazie di tutto
    26 maggio 2021 • 10:30Rispondi
  14. Giancarlo ConsonniGrazie Luca, hai fatto un lavoro straordinario al servizio del bene comune. Sono sicuro che troverai il modo di non far mancare alla città la tua voce saggia ed equilibrata. Senza Arcipelago, Milano è più povera. Urge una riflessione collettiva. ArcipelagoMilano non deve morire.
    26 maggio 2021 • 10:50Rispondi
    • PaoloMi fa piacere che tu ti faccia avanti.
      27 maggio 2021 • 14:52
  15. Gabriele MarianiCaro Luca Mi addolora molto leggere della chiusura di Arcipelago . Devo molto , tutti dobbiamo molto a questo faro di autonomia di pensiero in questa Milano dove la stampa mainstream è l’house organ di giunta e sindaco . Spero ci ripensi
    26 maggio 2021 • 10:56Rispondi
  16. bianca botterocaro Direttore, le ragioni ( la prima serie) che adduci alla tua decisione sono così profondamente da me condivise che non so cosa aggiungere se non la mia infinita rabbia per quanta intelligenza, cultura, amore per la città vedo continuamente sprecati nelle attuali politiche urbanistiche, ma non solo. Io speravo addirittura nella pandemia! Speravo che un così tremendo avviso dal di fuori ci rendesse diversi, profondamente diversi, ci facesse capire che l'identità di una città che amiamo non può essere barattata "con un piatto di lenticchie". Mi fa enorme tristezza che Arcipelago butti la spugna: in un panorama culturale così desertificato, dove l'università e l'INU latitano e gli unici dibattiti disinteressati sono quelli volonterosamente istruiti da Emilio Battisti, la mancanza di questa voce è per me un vulnus irreparabile. Ti ringrazio per quanto hai fatto e ti abbraccio molto affettuosamente. bb
    26 maggio 2021 • 11:31Rispondi
  17. ROBERTO LIMENASono dispiaciuto per ogni libera voce che smette, ma capisco che è difficile andare avanti in un mondo che vive di facebook, twitter eccetera. Spero rimangano spazi di elaborazione del pensiero come il vostro e non solo una comunicazione urlata e senza retropensiero, qual'è la comunicazione oggi.
    26 maggio 2021 • 11:34Rispondi
  18. Eduardo SzegoCaro Direttore, il dispiacere per la tua decisione, ancorché legittima e comprensibile ma non condivisibile, è scontato e sin pleonastico. Lo dico come cittadino e poi come collaboratore, seppur non molto assiduo. Perché comprensibile? Perché mi sembra dettata più di tutto dalla frustrazione, peraltro sempre in agguato in questo nostro paese fino ad essere causa di resa. Chiunque si lanci in battaglie per la legalità e la razionalità si trova di fronte a quelli che io chiamo muri di gomma: sembrano cedere al nostro assalto per poi rientrare nella posizione iniziale con ancor maggior forza, a mo' di fionda facendoci ruzzolare indietro e ristabilendo le loro posizioni ex ante. Perché non condivisibile? Per due motivi: primo perché da noi manca un intelligente e non fazioso "giornalismo d'inchiesta", o anche solo di critica costruttiva, e Arcipelago è anche questo, per cui non si può gettare la spugna, si darebbe solo maggior forza a chi è dietro ai muri di gomma; e secondo perché se la causa dell'abbandono è la stanchezza fisica correlata all'età (83 anni) possiamo stare tranquilli, è una stanchezza somatica, sempre legata all'anzidetta frustrazione, facilmente superabile col nostro sostegno; lo dico con cognizione di causa essendo di quasi un lustro più anziano di Luca, ma ancora lavoro, viaggio, gioco a golf senza car elettrico e navigo a vela accudendo a tutte le manovre, particolarmente faticose sulla mia barca che ha 93 anni! E poi non deve essere difficile arruolare un giovane intelligente e intraprendente che sollevi il Direttore editoriale dalle incombenze tecniche e organizzative. Last but not least, due altri motivi per non arrendersi: il particolare momento da "mani sulla città" che rischiamo di vivere, con l'assalto al suolo pubblico da parte di decine di Fondi di paesi medio orientali di cui è impossibile conoscere i veri e non occulti proprietari e su cui invece va fatta maggiore chiarezza facendo pressione sulle Istituzioni , e infine l'opportunità di cominciare a estendere l'attenzione un po' anche oltre i confini cittadini. Propongo a tutti i lettori e collaboratoti di Arcipelago di farsi qui portatori di un appello a Luca Beltrame Gadola per un ripensamento sullla sua decisione e per una ripresa addirittura con maggior vigore della vita e dell'attività di Arcipelago. Auguri Direttore!
    26 maggio 2021 • 13:08Rispondi
    • PaoloDa ragazzino sostengo !
      27 maggio 2021 • 14:55
  19. Edvige CambiaghiGentile Luca Beltrami Gadola, io l'avrei voluta sindaco di Milano e invece lei pensa di restare a guardare senza commentare. Ma io credo che non ci riuscirà perché l'amore per Milano e è un amore che resta nel sangue e lo fa "ribollire" ad ogni scempio che viene progettato. Mi aspetto di vedere ancora il suo impegno, anche se limitato, ma indispensabile. Io di anni ne ho 85, ma mi batterò fino alla fine! Tanti cari auguri.
    26 maggio 2021 • 13:29Rispondi
    • PaoloDai Edvige, dai !!
      27 maggio 2021 • 14:56
  20. valentino ballabioCaro Luca, la tua lunga opera e sopra tutto il tuo editoriale-epilogo mi richiamano una nota che Umberto Eco stilò nei confronti di Norberto Bobbio: “l'intellettuale svolge la propria funzione critica e non propagandistica solo o anzitutto quando sa parlare contro la propria parte. Il suo impegno deve mettere anzitutto in crisi coloro a fianco dei quali si impegna” ovvero “la funzione dell'intellettuale come Grillo Parlante”, malgrado questi insistesse a parlare con un pupo di legno! Grazie per il ricco l'archivio che lasci (utile al burattino qualora riuscisse a diventar bambino) e per il tuo chiaro esempio personale di impegno ed onestà intellettuale.
    26 maggio 2021 • 15:30Rispondi
  21. Miro CapitaneoCaro Direttore! Ti sono grato per avere dato spazio ad un uomo della strada di periferia come me. Penso che il patrimonio di questo giornale non vada annichilito e disperso. Maestro! Ti direi di pensare strade nuove inventate con gli studenti e i laureati di Architettura del Politecnico, ma anche della Statale, magari concertando le mosse con docenti e rettori. Uno strumento bello forte e pronto messo sul piatto d'argento per loro! Diverrà qualcosa d'altro? E va bene... Che la bella storia proceda in nuove forme: divulgazione scientifica, sociologia, antropologia, matematica, cibernetica come scienza del governo
    26 maggio 2021 • 16:07Rispondi
  22. Guido VenturiniCaro Luca, grazie di tutto. In questi anni così complessi e inquieti il tuo Arcipelago MIlano è stato per me un riferimento molto importante. Credimi, condividere le tue riflessioni era come guardarmi allo specchio e non sentirmi solo. La retorica non ti ha mai interessato, lo so bene, se non nel fascino delle parole. Ricordo, da amico privilegiato, quando hai deciso di chiudere la tua esperienza di imprenditore assumendone tutti gli oneri, tutti i costi e le conseguenze relative come ben pochi fanno spesso preferendo percorrere scorciatoie normative e accampando scuse rivestite di formalismi legali di vario tipo. Ritrovo nelle tua decisione lo stesso dispiacere, la stessa lucidità e l’identica fierezza. Sommessamente ti chiedo, però, se non fosse stato possibile per Arcipelago un passaggio generazionale che ti potesse consentire di proseguire il percorso, assumendo, a nome di tutti noi, il ruolo di garante della linea editoriale e della libertà di opinione del giornale. Ma certamente avrai esplorato questa strada, e l’avrai trovata non percorribile. Probabilmente è anche responsabilità mia, e forse anche di altri amici, averti lasciato troppo solo in questa bella, appassionante, ma logorante avventura. Certamente lasciare agli storici di consultare le annate di Arcipelago dispiace un po’, ma sai bene che la storia è fonte preziosa per capire il presente e immaginare il futuro. Questi incredibili due primi decenni del nuovo millennio così densi di cambiamenti, faticosi al limite dell’ immobilismo se mi consenti il paradosso, avranno avuto in Milano quale interlocutore critico e sincero nei sentimenti e nelle idee il tuo Arcipelago, grazie ancora, Guido Venturini
    26 maggio 2021 • 16:46Rispondi
    • Luca Beltrami GadolaProverò a ripartire se riesco a mettere insieme le risorse necessarie! A presto.
      26 maggio 2021 • 17:03
  23. maurizio SpadaCaro Luca mi dispiace. Tu sai che ti volevo candidato sindaco, spero che tu ci ripensi. A volte anche a me capita di voler mollare per le delusioni e lo scontento poi arriva qualche segnale che si deve continuare e sono soprattutto i ringraziamenti di quelli che ti seguono. Tu qui ne hai molti. So che non è gran ma che viviamo a fare se non per un mondo migliore? Così conclude Marc il protagonista del mio L'altro architetto. Un forte abbraccio anche dagli amici dell'Istituto Uomo e Ambiente.
    26 maggio 2021 • 17:03Rispondi
  24. Graziella TononCaro Luca, intanto grazie per l'enorme, fondamentale lavoro che hai svolto in questi anni. Capisco la fatica. Bisogna trovare il modo per evitare che l'impegno richiesto da ArcipelagoMilano pesi tutto sulle tue spalle. ArcipelagoMilano è una delle rare voci libere della città. Non può e non deve morire.
    26 maggio 2021 • 17:08Rispondi
    • PaoloConto anche su di te !!
      27 maggio 2021 • 14:58
  25. Paolo TafuroSpero che ci ripensi perché questo è stato ed è uno spazio di riflessione importante per tutti
    26 maggio 2021 • 17:32Rispondi
  26. Giovanna GuisoGentile Direttore, è stato un vero piacere collaborare con lei. Mi spiace molto che sia giunto a questa decisione. Spero tuttavia in un suo ripensamento. Non potrei immaginare un altro direttore per Arcipelago. La sua visione della nostra città, la sua intelligenza nel coglierne gli aspetti più profondi, la sensibilità che ha sempre dimostrato nei confronti di tutti i problemi che la attanagliano, non sono comuni. Persone come lei rendono grandi qualsiasi iniziativa culturale intraprendono. Arcipelago ha la sua impronta che è unica e insostituibile. Perché vuole privarci della gioia di leggerla? Con profonda stima e affetto.
    26 maggio 2021 • 18:17Rispondi
    • Luca Beltrami GadolaSpero di riuscire a riprendere. Grazie comunque.
      26 maggio 2021 • 18:21
  27. danilo pasquiniCiao Luca. Per la prima volta ti chiamo per nome e confidenzialmente con il "tu" che ho sempre pensato essere il modo di salutare più umano, sincero, solidale tra persone che desiderano contribuire con la loro volontà,, il loro anche minimo sapere (è il mio caso ) , con quella innata sensibilità a pensare con prospettiva di uomini "politici" il futuro di tutti e sopratutto di una civiltà forse e sempre creduta possibile. Senza demordere. Con la voglia di costruire. Forse come utopisti sognatori (la mia mamma che veniva dalla bassa reggiana, Novellara, mi diceva sei un sognatore di albicocche). Non per questo essere solo parolai ma nel loro piccolo anche costrruttori. Sono convinto che Milano avrà sempre l'anima di un arcipelago con le sue isole anche nella tempesta, Sopratutto non è stato ARCIPELAGO MILANO il lacrimatoio di persone deluse o alla ricerca di spazio. Per questo ti prego di non abbassare quella saracineca (tira nò giò la claire - saracinesca!) anche se ti pensi un poco stanco; io ne ho già 86 e mezzo sono stanco ma ho una gran voglia di continuare a vivere la nostra utopia e di farla conoscere e farla ragionare da un numero sempre più consistente di milanesi, forse anche lombardi ed italiani. Grazie per avermi ospitato, ma sunt semper chì come spero anche gli altri. dp
    26 maggio 2021 • 19:47Rispondi
  28. XavierAl di là della comprensione e del dispiacere che condivido penso che la domanda lanciata nel suo ultimo editoriale sia la parola più fedele ai primi editoriali. Come incidere su chi tiene i fili? Stamattina leggevo per caso la parabola del seminatore che Gesù stesso spiega. "Il seme caduto tra le spine vuol dire colui che ode la parola, ma le sollecitudini del tempo presente e la seduzione delle ricchezze soffocano la parola, tanto ch'essa resta infruttuosa". Cosa seduce i nostri amministratori? Prendono soldi in più dello stipendio? Presenze in TV? Scusate la domanda ingenua
    26 maggio 2021 • 21:55Rispondi
  29. luigi gennariMi associo a tutti i sentiti concetti già espressi e disperandomi nel perdere una voce indipendente e progressista in questo mare magnun di conformismo e affarismo, pronto a colorarsi di finto verde, se servisse un piccolo contributo operativo nelle fasi più meccanico/tecniche, nell'intento di tener viva questa preziosissima fonte di pensiero alternativo e umano; nel limite delle mie capacità, offro la mia disponibilità.
    27 maggio 2021 • 00:06Rispondi
    • Luca Beltrami GadolaGrazie. Ci conto.Luca
      27 maggio 2021 • 10:10
  30. Marina RomanòCaro Luca, gli oltre tuoi 880 editoriali non bastano. Ne abbiamo bisogno ancora tanti altri per resistere in questa Milano “mascherata”, dove tutto è finto: finto green, finte riqualificazioni, finta attenzione alle periferie e alle fasce deboli della società, finta partecipazione. Persone come te, Giancarlo Consonni, Emilio Battisti sono state dei veri Maestri per me, semplice cittadina che si è avvicinata, durante il mio impegno contro il trasferimento da Città Studi a Expo delle facoltà scientifiche, alla politica urbanistica della città. In Arcipelago Milano ho trovato fin da subito ascolto, e ora con la claire abbassata mi sento smarrita. Grazie di tutto e anch’io, come Luigi Gennari, nel limite delle mie capacità, offro la mia disponibilità.
    27 maggio 2021 • 12:19Rispondi
    • Luca Beltrami GadolaGrazie!
      27 maggio 2021 • 13:00
  31. PaoloGRAZIE Luca, ho condiviso e spero di continuare. Una calorosa stretta di mano
    27 maggio 2021 • 15:03Rispondi
  32. Adriana BerraCaro Luca, il faro di Arcipelago non può spegnersi. Dicci di quali risorse -umane e non- hai bisogno perché resti acceso. Potresti sorprenderti di quanto aiuto troverai.
    27 maggio 2021 • 15:06Rispondi
    • Luca Beltrami GadolaGrazie!
      27 maggio 2021 • 15:54
  33. Gabriella BruschiGentile, Luca. Mi unisco al messaggio di Marina per chiederle caldamente di non abbandonarci... non ancora...non così di netto.. proprio ora che ci sono elezioni di cui temiamo il risultato, proprio ora che (di nuovo) i tentativi dei cittadini di portare avanti l' idea di una città meno prona ai cosiddetti poteri forti vengono ignorati o imbavagliati. Sono pochissimi gli autorevoli che aiutano e sostengono i cittadini attivi. Lei è uno di questi. Aspetti a tirar giù la claire definitivamente... Invece di un turno settimanale, scelga un turno più lungo (una volta al mese? Ogni due mesi?)... Sarebbe per noi comunque una presenza e un sostegno. E comunque grazie di tutto (Da San Siro)
    27 maggio 2021 • 15:47Rispondi
    • Luca Beltrami GadolaSe ci saranno le condizioni spero di riprendere ta un mese forse un mese e mezzo. Grazie comunque.
      27 maggio 2021 • 15:53
  34. marianon possiamo lasciare l'informazione in mano a chi ci racconta sempre solo lo stesso lato della medaglia!!! fatti aiutare , magari dai ragazzi di ZAM, dai comitati, dai cittadini che vi hanno sempre apprezzato! non lasciateciiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
    27 maggio 2021 • 15:59Rispondi
  35. Bruno AmbrosiBeh, questa ultima frase mi piace molto, come molto mi è sempre piaciuto leggere Arcipelago Milano e specialmente gli editoriali di Luca Beltrami Gadola. Ti aspettiamo, giovane 83enne! PS cosa si può fare per aiutarti?
    27 maggio 2021 • 16:30Rispondi
    • Luca Beltrami GadolaPer il momento mi riposo un p', poi risponderò a te e agli altri amici che si sono fatti vivi per dire di cosa ho bisogno. Grazie!
      27 maggio 2021 • 17:02
  36. Oliverio GentileCaro Luca, ti comprendo, ma non mollare proprio adesso alle soglie delle elezioni. Sai quante volte ho pensato di mollare io, dopo aver messo a disposizione www.partecipaMi.it (da gennaio 2007) e averlo visto utilizzato al minimo dagli amministratori che si sono succeduti? Hanno avuto a disposizione uno strumento per interagire pubblicamente e trasparentemente con i cittadini, avrebbero potuto far tesoro della loro intelligenza civica diffusa, ma sempre di più hanno preferito migrare verso i più comodi social dove poter far proclami e interagire con gli amici, bloccando eventualmente le voci più critiche e scomode. Per le prossime amministrative, come Fondazione RCM - Rete Civica di Milano, abbiamo varato, da qualche giorno, https://decidimi.fondazionercm.it/ uno spazio a disposizione dei milanesi per raccogliere le loro idee per "la città che vorrebbero" da consegnare a chi governerà Milano dal 2021 al 2026. Non mollare, non molliamo proprio adesso!
    27 maggio 2021 • 16:33Rispondi
    • Luca Beltrami GadolaDeevo assolutamente riposare almeno per un mese - dice il medico - poi spero di trovare le risorse che mi scarichino un po'. Grazie comunque!
      27 maggio 2021 • 17:00
  37. Paolo BurgioCaro Luca Beltrami Gadola mi unisco a quanti hanno espresso il loro apprezzamento e la loro gratitudine per quello che ha rappresentato e rappresenta Arcipelago Milano, un'esperienza insostituibile nel panorama dell’impegno civile milanese. Ne abbiamo bisogno davvero; personalmente e con tutta la redazione del magazine www.z3xmi.it ci mettiamo a disposizione augurandoci che presto Arcipelago riapra.
    27 maggio 2021 • 18:07Rispondi
    • Luca Beltrami GadolaGrazie!
      27 maggio 2021 • 18:30
  38. ugo targettiCaro Luca, grazie per il tuo impegno per la città e grazie per aver dato a chi ha scritto su ARCIPELAGOMILANO, la possibilità di far pervenire il suo pensiero a 15.000 cittadini di Milano e oltre. Capisco la tua stanchezza. Ti chiedi se ARCIPELAGOMILANO sia servito. E’ servito molto come crescita culturale per chi ha letto e per chi ha scritto. Scrivere comporta sempre uno sforzo di approfondimento e di sistematizzazione del pensiero; anche il confronto di posizioni diverse è stato utile a consolidare le proprie convinzioni. Come lettore ho imparato molto e mi sono anche divertito. ARCIPELAGOMILANO è servito alla città? Si perché una società civile è fatta di elaborazioni di pensiero e di proposte, di scambi e di confronti fra cittadini. Senza ARCIPELAGO Milano sarebbe stata un po’ più povera. ARCIPELAGOMILANO ha influito sulle decisioni politiche e concrete degli amministratori? Sulle questioni sostanziali che abbiamo posto negli anni probabilmente no o poco; non lo possiamo sapere perché nessuno degli amministratori, né dei dirigenti politici, se ricordo bene, ha mai risposto alle nostre domande. Mi chiedo perché? Perché un gruppo di intellettuali e di cittadini impegnati a discutere sul futuro della città, orientati comunque a sinistra, siano stati per anni totalmente ignorati dagli amministratori e dai politici di centro sinistra? Non siamo stati capaci di raggiungerli? Eppure penso che conoscessero bene l’esistenza del nostro giornale: 15.000 lettori rappresentano l’1,4 % del corpo elettorale di Milano; non una grande cifra ma in teoria sufficiente a vincere un ballottaggio. Ma neppure l’opposizione, che non è solo di centro destra, ha mostrato alcun interesse. Sono totalmente incompetente dei mezzi di comunicazione efficaci per la politica, nell’era dei social. Conta certo più Fedez di Beltrami Gadola. Ma quali sono i canali di comunicazione e di rapporto tra amministratori, tra i politici e la città? Sono ancora i partiti e le rappresentanze dei corpi intermedi, le associazioni di categoria, i sindacati, la stampa nazionale, ecc.? Eppure “un tempo” i partiti e gli amministratori avrebbero ascoltato un gruppo d’opinione esperta; magari anche per contraddirla. E’ il ruolo degli intellettuali che s’è perso. Mi mancherà molto l’appuntamento del mercoledì. Spero che ci ripensi ma è giusto che pensi anche alla tua serenità. Un caro saluto.
    27 maggio 2021 • 18:30Rispondi
  39. Gianluca GennaiCome si sa, c'è un tempo per ogni cosa. Per quanto io sia dispiaciuto e smarrito, comprendo a pieno quanto scrive il Direttore, una rarità a Milano, perché è difficile dire basta. Quanti dovrebbero dirlo ma non lo fanno. Mi pare persino ovvio elogiare un uomo cosi raro, alto moralmente e intellettualmente, unico. Immagino non possa lasciare che Arcipelago Milano scivoli nell'oblio, vorrò pensare a un erede, per quanto ciò sia difficile, una persona di buonsenso e responsabilmente un numero primo, una mente da plasmare che accolga ancora per molti anni quell'intelletto che non ha età e che tutti noi vorremmo ammirare ancora per un po. Una guida di questo baluardo del senso critico e della ragionevolezza, a tutela di una Milano che rischia di smarrirsi, guidata da questa classe politica cosi lontana dalla ragione e dai cittadini che appaiono assuefatti dal nulla, sedicente tutto.
    27 maggio 2021 • 18:31Rispondi
  40. Stefano CascianiMi associo alla proposta di Ennio Galante, riconfermando la grande stima per Lei, Beltrami Gadola. Servono come il pane voci indipendenti contro lo strapotere dei «pupari» ma anche dei soliti noti «pupi» Stefano Casciani
    27 maggio 2021 • 18:39Rispondi
  41. Arturo Calaminici‘La luce che si spense’, titolava, nel 1915, Antonio Gramsci un suo bellissimo articolo sulla dipartita anzitempo (aveva appena trent’anni!) di Renato Serra, critico letterario e scrittore. Se Arcipelago chiude, una luce, tra le poche, tra le care, anch’essa si spegne. Non ce lo possiamo consentire! Però, caro Luca, quanto son vere, quanto sono giuste le tue ragioni; quanto è illuminante la lezione che ne trai: non possiamo continuare a mordere i polpacci di legno dei burattini, dobbiamo recidere i fili che li legano al burattinaio. I tempi sono tali, il redde rationem così spaventosamente incombente: la natura che non ne può più, le ingiustizie che si fanno baratro, la povertà che incombe, e lo spettacolo della inautenticità, della artificialità, soprattutto della lontananza dei poteri, e non solo di quelli forti, dalla vita viva, dai problemi veri e dalle ansie delle persone, che a noi non resta che stringere più forte i pugni in tasca! Non basta, questo sappiamo, e questo da Arcipelago, con sempre maggiore chiarezza ci viene: non basta più fare la fronda al sistema. Oggi, come ci andiamo sempre più convincendo, il Capitalismo predatorio globale è barbarie che avanza, che ci assedia. Che fare? Nessuno di noi sa a quale santo votarsi, ma Arcipelago è, e deve restare, un posto in cui si è potuto da tredici anni, e spero si possa ancora, cercare qualche risposta. Per questo viva Arcipelago!
    27 maggio 2021 • 19:54Rispondi
  42. Franca CaffaCaro Luca, tu, 83, io verso i 92, con un ginocchio che comincia a cigolare. Il sinistro. Arcipelago Milano, luogo della parola, chiudi? Il tuo lavoro è impostato, è in parte eseguito, vediamo quando potremo dire che sei a buon punto. Quando fra noi che il giorno dell'elezione di Pisapia eravamo in Piazza del Duomo a fare festa, in tanti, si sarà imposta, con il riconoscimento dei fatti, la presa di coscienza della sconfitta. Pisapia, la deriva, la metamorfosi, la recita del sindaco gentile, l'invenzione del centro-sinistra alla SEL, con quanta arroganza teso all'imposizione del suo dominio, con la sua pedagogia del tacere. Se parli sei finito, emarginato, escluso, devi ubbidire e tacere. Centro-sinistra e centro-destra, parentela d'acquisto. Quando per tanti sentire il nome di Pisapia vorrà dire trasalire, guardarsi alle spalle, e poi rassicurarsi: il tempo del suonatore di piffero è passato. L'avvocato che a vent'anni era ribellante, infine sappiamo che causa ha servito, da che parte. Quando il Modello Milano di Sala e dei suoi assessori sarà disvelato nella sua verità: i ricchi più ricchi, i poveri più poveri, con la grancassa della propaganda che magnifica Milano nelle sue eccellenze e nasconde l'eccellente efficacia delle politiche di ingiustizia che colpiscono i senza casa, gli abitanti delle case popolari segnate dal degrado, da condizioni di negazione di elementari diritti. Destini di persone, di adulti, di giovani, di ragazzi, di bambini, di vecchi, nell'Altra Milano, gli scarti, dice papa Francesco. Il non lavoro, il lavoro a 4 euro l'ora, respira come il capetto ti dice di respirare, se no quella è la porta e lì dietro c'è pieno di rumeni che non fanno storie. Tutto è merce, la vita è mercato. Partecipazione, che cos'è costei? Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo hanno i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo. Quando il Modello Milano sarà disvelato nella sua verità. L'assessore ricorre alla menzogna e alla maldicenza per coprire la sua incapacità: potrà mai accadere che si converta, si penta, confessi al mondo per quale scopo ha venduto l'anima al diavolo, con quale resa? Per il suo particulare? Ruolo, carriera, dominio, patrimonio? Quando il nome di Prospero Moisè Loria dalla fine dell'Ottocento ispirerà grandezza alla Città con l'esempio di un uomo della borghesia illuminata. Quando a sinistra noi sconfitti cesseremo di pensarci perfetti, apriremo domande sulle gigantesche cause della sconfitta, e, fra l'altro, balbettando nel ricorso ad una lingua del passato, ci chiederemo: noi che abbiamo resistito, che non ci siamo confusi con i dominanti, in che cosa abbiamo sbagliato? Quali sono stati, quali sono i nostri limiti, i nostri errori, le nostre miserie? Quando pubblicamente proveremo a rispondere, a cercare il nostro cambiamento. Quando avremo cambiato la nostra relazione con i giovani, con le persone che vivono alla base della piramide sociale. Quando, caro Luca, passeremo il testimone? Grazie. Spero che Arcipelago Milano continui, che si trovino soluzioni alle difficoltà. Franca Caffa
    27 maggio 2021 • 20:17Rispondi
  43. Marco PompilioCaro Luca, mi unisco a tutti gli altri che hanno già espresso il loro ringraziamento per quanto hai fatto in tutti questi anni fondando e portando avanti con passione Arcipelago Milano, spazio prezioso dove si possono leggere opinioni fuori dal coro sulle vicende di questa città. Anzi, di questa metropoli, visto che ormai solo su queste pagine sono pubblicati interventi che ricordano che Milano è prima di tutto una metropoli, che i suoi problemi hanno una dimensione metropolitana, e che dovrebbe avere un governo all'altezza, adatto a questa dimensione e ai compiti correlati. Dopo i tentativi successivi alla cosiddetta Legge Delrio, rivelatasi fallimentare, la politica, a cominciare dal Sindaco stesso, hanno semplicemente deciso di glissare, ignorare il problema. Intanto si sta ampliando, a livelli rischiosi, la distanza tra chi abita nel capoluogo e chi abita negli altri comuni, tra chi ha servizi, opportunità, lavoro, e chi abita in un territorio dove sempre più diffusi sono i segni di depressione e degrado. Dovesse Arcipelago veramente cessare le sue uscite, della Milano metropolitana non parlerebbe più nessuno, con conseguenze difficili da descrivere. Per questo anche io, come molti negli altri commenti, mi auguro una continuità di questa pubblicazione, magari in una veste aggiornata, e con un'organizzazione più ampia che ti sia di valido aiuto in un compito così utile, entusiasmamante ma anche molto faticoso. A presto.
    28 maggio 2021 • 12:52Rispondi
  44. Isabella BaratoChe dolore, che disdetta! E dove troviamo un'altra voce così pacata così ben argomentata per farci un'idea di quanto succede a Milano? Capisco tanto le sue fatiche che però sono state gloriose, ma non possiamo noi cittadini rimanere senza una voce come quella di Arcipelago. Proprio ora al bivio con le elezioni alle porte, c è bisogno più che mai di questo ottimo strumento di riflessione e di informazione. Cosa possiamo fare noi comuni cittadini per aiutare lei e Arcipelago? Intanto la ringrazio di cuore con tanta riconoscenza e le faccio tanti auguri di rimettersi in salute.
    28 maggio 2021 • 16:37Rispondi
  45. DanieleGentile Professore, mi spiace moltissimo per questa decisione che capisco, io nel mio piccolissimo non contar niente, mi slogo il polso a furia di scrivere, protestare, segnalare, dissentire, inviterei tutti coloro che si dispiacciono di questa situazione, chiudere una voce che esprime non dissenso ma, ragionevoli proposte a sostegno di questo ormai divenuto baraccone, è una sconfitta che non deve, anzi deve incentivare alla protesta e all'opinione libera, verso questi che non saprei definire, alla faccia dei tempi.
    28 maggio 2021 • 19:35Rispondi
  46. Davide MassoneSe molliamo ora è non contrastano la cementificazione e l'apparenza ecologica costruendo fin da subito una città fatta di rapporti umani e Buon governo, entro poco tempo avremo dissipato i tanti sforzi fatti in precedenza. Serve identificare un vero politico che non sia solo un manager
    29 maggio 2021 • 10:52Rispondi
  47. Renato SacristaniSpero proprio, ma ne sono anche convinto, che dopo un necessario e meritato riposo, riprenderai, in una delle tante forme possibili. Mi ha molto "catturato" questa tua ultima "mosca al naso" su Piazzale Loreto. Quando ero Presidente del CdZ 3 avevo evidenziato che la ristrutturazione della piazza non era certamente una delle priorità della città. Allora c'erano 3.000 appartamenti comunali sfitti, che ora sono diventati 4.000. Ma mai avrei potuto immaginare che Maran osasse privatizzare una piazza così storicamente importante , facendola diventare un centro commerciale di Auchan. Certamente il futuro dello stadio Meazza e dei grattacieli che vogliono far sorgere sarà più importante per l'intera città, ma questa questione di Piazzale Loreto è ancora più simbolica. Dimostra quali interessi inseguono l'accoppiata Maran/Sala. Ma so che sei consapevole che l'unico modo per fermare i loro mandanti è quello elettorale e le tue parole, in qualsiasi forma, avranno un grande peso. Complimenti.
    29 maggio 2021 • 22:49Rispondi
  48. Oreste PivettaCaro Direttore, capisco le tue ragioni. Ti sei spiegato con la consueta chiarezza e l'onestà di sempre. Peccato chiudere. Arcipelago rappresenta (o rappresentava) un autentica voce critica e competente, indispensabile di fronte a un sistema dell'informazione conformista, incapace di rappresentare la complessità della città, incapace di fornire strumenti di lettura e di progetto. Peccato. Bisognerebbe tutti pensare e contribuire concretamente alla "ripartenza". Grazie ancora, Direttore, grazie per tanta fatica e per tante belle pagine... Mi chiedo come sia possibile che una impresa come Arcipelago non trovi un autentico sostegno in una realtà come quella milanese.
    30 maggio 2021 • 16:27Rispondi
  49. Anita SonegoCaro direttore, sono certa che ArcipelagoMilano non morirà perchè è necessario e perchè Lei, dopo il doveroso riposo, saprà trovare un adeguato aiutante o aiutanti. Mi associo alle lucide e spietate- perchè vere- parole di Franca Caffa: una novantaduenne che ha dedicato la vita agli "ultimi" delle così dette "periferie". Le sue parole ci fanno pensare e decidere di impegnarci ancora perchè la vivibilità, la giustizia, la dignità, le relaziono umane non siano parole vuote che spesso vengono usate per nascondere veri e propri misfatti.La Casa delle Donne di Milano sta creando una rete tra le numerosissime realtà associative delle donne della nostra città. Le prometto un articolo per i prossimi numeri di Arcipelago. Per ora buona vacanza e Grazie!
    31 maggio 2021 • 11:05Rispondi
  50. Valeria fieramonteMi spiacemolto, avete svolto il vostro compito più che degnamente, Milano perde una voce libera e intelligente.
    31 maggio 2021 • 14:56Rispondi
  51. giuseppe uccieroE’ stato utile ArcipelagoMilano? E’ sostenibile ArcipelagoMilano? L'annuncio di Luca Beltrami Gadola ci mette di fronte alle due questioni, intrecciate ma da tenere ben distinte. Chiedersi se ArcipelagoMilano sia stato utile, e soprattutto se lo possa essere ancora, richiede una risposta ad un'altra domanda di fondo, “quali erano i suoi obiettivi?” Qui, dichiarandoli di nuovo, si possono misurare successo o insuccesso, passato e futuro. Un organo di comunicazione, qualsiasi organo di comunicazione, si muove tra Scilla e Cariddi: fare opinione o organizzare le energie del cambiamento? Naturalmente, sono innumerevoli le gradazioni intermedie (ben più di 50…), e tra le due funzioni sono evidenti i nessi, ma la domanda mi pare essenziale per trovare una buona risposta. La scelta originaria di ArcipelagoMilano, ne sono ben testimone avendo contribuito alla sua fondazione, ha privilegiato la prima ipotesi di lavoro, e forse non poteva essere diversamente. Una funzione culturale alta, dove l’intellettuale tiene, deve tenere, un atteggiamento critico, di appassionato distacco, consegnando al lettore analisi, valutazioni e proposte, senza pre-occuparsi (non è il suo compito) di calcoli, vicinanze ed implementazioni possibili. Se questa, a mio avviso, è stata storicamente la sua missione, penso che ArcipelagoMilano abbia svolto bene la sua funzione, preziosa ma, per la sua natura, non sempre intellegibile nei suoi effetti, che sono di lunga durata, operanti nella sfera dell’elaborazione culturale, non misurabili e quantificabili come nella sfera dell’azione politica, tanto meno in quella amministrativa. Semmai altri, in primis il PD, dovrebbero porsi la domanda: erano buone idee quelle di Arcipelago e per quale motivo non le abbiamo seguite e non le seguiamo anche ora? E’ sostenibile ArcipelagoMilano? La riflessione si intreccia necessariamente, lo dice il Direttore, nel vivo del dato anagrafico ed esistenziale della sua persona. Molti hanno seguito il filo del ragionamento, mettendosi a disposizione e, in alcuni casi, ponendo sul tavolo il tema del passaggio generazionale, inevitabile prima o poi in ogni vicenda umana. ArcipelagoMilano, per molti, è un’impresa collettiva, pur segnata dalla essenziale funzione del suo ispiratore. Ora che età e difficoltà accrescono la sua fatica, la sua sostenibilità appare possibile solo se si riesce a progettare un nuovo avvio su basi rinnovate, riorganizzando energie, personali e materiali. Sulla claire di ArcipelagoMilano leggiamo “chiuso per rinnovo”: è la speranza di tutti, ma anche una nuova responsabilità di ciascuno.
    31 maggio 2021 • 15:18Rispondi
  52. Francesco VescoviGrazie, direttore. Con Arcipelago ha permesso a tante persone appassionate di avere finalmente a Milano un luogo di riferimento dove avere l'occasione di confrontarsi, argomentare e dibattere circa i destini della nostra città (e non solo). Più che un periodico ne ha fatto un bene collettivo di cui si è generosamente preso cura a vantaggio di tutti. È una preziosa eredità che non deve assolutamente andare dispersa e spero che si troveranno i modi per mantenerla ancora al servizio del dialogo democratico tra i cittadini.
    31 maggio 2021 • 23:19Rispondi
  53. Carlo Alberto RinolfiMi associo all'invito di Giuseppe Longhi, mai dire mai . Un Arcipelago rinnovato è dotato di senso anche nell'era in cui i sistemi di decisione sembrano riuscire a guidare il mondo della vita secondo logiche e forme che escludono la funzione della crescita della capacità critica nell'opinione pubblica.
    3 giugno 2021 • 10:44Rispondi
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