29 aprile 2021

DOPO LA PANDEMIA: IL “NUOVO MONDO” DELLA MUSICA

Tra reperti e nuove piattaforme per chi ha voglia di ascoltare, magari in cuffia


Ora che si contano le settimane, se non i giorni, perché ricomincino gli eventi “in presenza” (brutto neologismo…), è possibile guardare senza angoscia all’ ”altro” modo di sentir musica, quello “a distanza”, che ci è stato imposto da quasi un anno e mezzo e che d’ora in poi diventa un’opzione.

silipo

A prescindere dalle circostanze e senza che quasi ce ne accorgessimo, un’enorme ricchezza è stata messa a nostra disposizione dai media informatici e per il futuro lo sarà sempre più. Piattaforme come You Tube, Spotify, Apple music, eccetera, contengono, a portata di clic, milioni di registrazioni di ogni genere di musica, migliaia, per quanto ci riguarda, di esecuzioni di rappresentazioni concertistiche ed operistiche.

Chi scrive viene, per generazione, dal passato dell’ “hi-fi”, quella passione per la raccolta di 33 giri da ascoltare con registrazioni sempre più “fedeli”, con riproduttori sempre più tecnologici (ricordate i giradischi Thorens, gli amplificatori Marantz dalla finitura dorata, gli altoparlanti AR e le decine di marche e sottomarche americane e giapponesi che si inseguivano a suon di watts ?). Ed il catalogo della Deutsche Grammophon, etichetta esclusiva dei Wiener Philarmonic, di Leonard Bernstein, Claudio Abbado, quelle copertine accattivanti, gli album di tre, talvolta 4 dischi contenenti un’esecuzione operistica integrale.

Fu, come noto, negli anni ’60 Herbert von Karajan, fondatore del Festival di Salisburgo e per decenni direttore dei Berliner, il primo musicista a “nobilitare” la tecnologia riproduttiva, incidendo centinaia di esecuzioni sinfoniche ed operistiche, adottando perfezionistiche tecniche di “post-produzione” (montaggio su un’unica pista di pezzi di ripetute esecuzioni di uno stesso brano).

E’ così nata l’industria discografica di qualità, che ha allargato a dismisura la platea degli appassionati, consentendo la fruizione dal divano a chi non poteva frequentare le sale da concerto. Ed oggi le centinaia di incisioni sono divenute migliaia, forse di più, infinite come il catalogo della biblioteca di Borges, perché ascoltabili ormai da ogni cellullare, personal computer, Ipad…

E’ cultura musicale, piacere intellettuale, conoscenza ? Oppure è evasione, consumo di massa, degrado ? Il titolare di questa rubrica, Paolo Viola, ha scritto in questi mesi varie “grida” contro la musica in DAD obbligata dai lockdown, arrivando persino a temere (Che ne sarà della nostra musica” del 15 aprile) che, impigriti, anche se non più costretti, da abitudini casalinghe, nulla sarà più come prima, anche quando le sale da concerto ed i teatri d’opera potranno riaprire.

Temo che abbia ragione: nel mondo sempre più grande in cui viviamo, oltre alle élites che potranno acquistare a caro prezzo i biglietti per le esecuzioni dal vivo, ci saranno sempre più altri che si formeranno e vivranno la musica nell’etere immateriale del cloud, magari usando le cuffie mentre passeggiano per i boschi di montagna o guardano un tramonto seduti in una spiaggia.

Nella sterminata biblioteca del cloud si è intanto depositata la Storia della musica degli ultimi cento anni, dagli ’20 del Novecento ad oggi. Per il passato, andando a cercarle, ci sono le esecuzioni pianistiche di Rubistein, Benedetti Michelangeli, Cortot, Horowitz, Askhenazy; le lezioni sulla musica di Celibidache e Bernstein; le esecuzioni di Toscanini ed Abbado; le prove d’orchestra dei principali Direttori. Se pochi hanno potuto godere la ripresa nella stagione 2017 della Scala del Die Entführung aus dem Serail nella regia di Giorgio Strehler ed i costumi di Damiani, moltissimi possono guardare su You Tube, in un bianco e nero d’antan, l’edizione “originale” del 1967 a Salisburgo, con la direzione di un giovane Zubin Mehta; ed è facile trovare le tante esecuzioni delle voci del passato, Corelli, Di Stefano, Tebaldi, Callas, Sutherland, raccolte in archivi professionali ma disponibili a chiunque; e, per gli appassionati del violino, gli Stradivari suonati da David Garret, gli Amati ed i Guarneri del Gesù nelle mani dei grandi esecutori di ieri e di oggi.

Nulla a che vedere con la magia dell’ascolto dal vivo, manca l’atmosfera dell’attesa, la concentrazione e la sorpresa dell’interpretazione imprevista, l’applauso liberatorio. Negli ultimi anni, prendevo l’aereo per andare a sentire il Don Carlo di Ferruccio Forlanetto diretto da Lorin Maazel a New York o Kirill Petrenko nella sua prima performance come Direttore stabile dei Berliner. Uno stile di vita del mondo di prima che sembra tramontato per sempre, perché nel mondo di adesso c’è un’altra novità: sempre più le esecuzioni dal vivo saranno visibili in “streaming”, senza che per assistervi sia necessario prenotare in anticipo biglietto aereo, albergo e posto per la rappresentazione.

Lo streaming si sostituirà alle rare rappresentazioni televisive “in diretta”, diverrà un’ennesima modalità di conoscenza e godimento in questo mondo sempre interconnesso, nell’estesa contemporaneità intermediata dagli schermi e dagli altoparlanti delle nostre protesi informatiche. Resterà la fisicità degli artisti e dei luoghi di spettacolo, anche se modificati all’uopo (emblematica la platea della Scala, sino ad oggi ricoperta da una piattaforma); ma cambierà la composizione del pubblico: poche centinaia di privilegiati fisicamente presenti, migliaia, milioni collegati da ovunque nel mondo senza più confini. E, finita la rappresentazione, anche questa andrà aggiungersi alla biblioteca sempre più grande depositata nella nuvola.

Dal 31 maggio sarà on line il sito www.itsart.tv , la “Netflix della cultura”, il nuovo sipario digitale per teatro, musica, cinema, danza e ogni forma d’arte, live e on-demand, con contenuti disponibili in Italia e all’estero: una piattaforma per rappresentare il patrimonio culturale italiano in tutte le sue forme e offrirlo al pubblico di tutto il mondo. Prenderà il via con grandi eventi esclusivi: i concerti del Maestro Riccardo Muti, le sue prove d’orchestra e presentazioni dell’opera al pianoforte, e “La forza del destino” di Giuseppe Verdi diretta dal Maestro Zubin Mehta con l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino virtuale.

Per chi è interessato a quest’ultima, sulla piattaforma www.shop.ticketmaster.it si possono acquistare i biglietti a 9,90 euro per partecipare alla diretta esclusiva (senza pubblico in sala) il 9 giugno alle ore 21.00 e poi conservarla per sempre sulla propria biblioteca. Oppure acquistare un biglietto di platea alle altre rappresentazioni (se ci saranno) a 210,00 euro.

Facciamocene una ragione, la chiamano democrazia.

Andrea Silipo



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