5 gennaio 2021

STESSO SINDACO E DIVERSA MILANO?

Un possibile punto di svolta dopo il crollo del mitico modello


Le nuove consultazioni elettorali saranno una svolta? In molti se lo domandano e se lo augurano. Grande attenzione alle prossime dichiarazioni di Sala

Ballabio

Apprendiamo con favore, ed anche un po’ di stupore, che la ricandidatura di Beppe Sala è mossa da uno scopo determinato:fare una rivoluzione” poiché “in passato tanti hanno parlato di città policentrica arrivando a mitizzarla mai a realizzarla. Ora ci sono i presupposti perché questo accada. Noi crediamo nella città in 15 minuti” per “garantire ai cittadini tutti i servizi primari vicino a casa”.

Posto che l’impegnativo proposito non sia dettato da facili ammiccamenti pre-elettorali verso periferie alquanto trascurate ed irritate, corre l’obbligo prendere sul serio le esplicite intenzioni affidate all’intervista al Corriere del 17 dicembre, considerandone tuttavia la fattibilità nel quadro politico, normativo e amministrativo di riferimento.

È evidente che una città così “rivoluzionata” all’insegna del policentrismo e della relativa autosufficienza dei quartieri non sarebbe più gestibile centralmente da Palazzo Marino richiedendo invece, per non incorrere in una banale contraddizione in termini, un decentramento amministrativo spinto.

Intanto nella ripartizione territoriale. Per avvicinarsi all’obbiettivo dei 15 minuti si deve pensare ad una dimensione degli ambiti confacente, forse vicina alle 20 zone del decentramento originario pensato ed attuato dall’assessore Carlo Cuomo negli anni ’70. Ovvero una consistenza unitaria di circa settantamila abitanti, vicina ai maggiori comuni dell’hinterland che offrono peraltro un modello ben sperimentato di autonomia.

Vediamo inoltre l’aspetto normativo ed istituzionale. Qui sovviene l’opportunità offerta dall’art. 22 della legge 56/14 (Delrio), che peraltro ha già avuto nella fase di applicazione una curiosa vicissitudine in sede di Consiglio Comunale, chiamato nel 2015 a decidere la costituzione dei Municipi.

La relativa delibera, in premessa e senza fornire alcuna motivazione, si limitava a citare solo la seconda parte dell’articolo, ovvero la chiave per rendere possibile l’elezione diretta della neo-costituita Città Metropolitana: ‘considerato che la medesima legge all’art. 1 comma 22 recita che “… per le sole città metropolitane con popolazione superiore a tre milioni di abitanti, è condizione necessaria, affinché si possa far luogo ad elezione del sindaco e del consiglio metropolitano a suffragio universale, che lo statuto della città metropolitana preveda la costituzione di zone omogenee e che il comune capoluogo abbia realizzato la ripartizione del proprio territorio in zone dotate di autonomia amministrativa, in coerenza con lo statuto della città metropolitana” ‘. (*)

Ma cosa nascondevano i puntini sospensivi o meglio omissivi: “In alternativa a quanto previsto dai periodi precedenti, per le sole città metropolitane con popolazione superiore a tre milioni ecc.” Ed ecco in cosa consiste l’alternativa di cui ai periodi precedenti: “condizione necessaria, affinché si possa far luogo a elezione del sindaco e del consiglio metropolitano a suffragio universale, che si sia proceduto ad articolare il territorio del comune capoluogo in più comuni.

Ora Sala ha l’occasione di aprire una nuova e prospettiva semplicemente recuperando quanto occultato con un artificio burocratico volto alla gattopardesca conservazione dell’esistente, passato allora con l’abulico assenso del sindaco Giuliano Pisapia e del presidente del consiglio comunale Basilio Rizzo.

Con un duplice effetto. Da un lato avvicinare l’amministrazione ai cittadini attribuendo le competenze relative ai servizi alla persona ed alla cura del patrimonio pubblico a Municipi resi autonomi a pieno titolo. Dall’altro realizzare l’integrazione graduale del capoluogo con i comuni dell’area metropolitana riguardo il governo unitario delle funzioni strategiche (territorio, mobilità, ambiente, alta cultura ed innovazione), rendendo così sensato – in attesa dell’elezione diretta – il ruolo complementare di Sindaco della Città Metropolitana.

Vasto programma? È probabile in un Paese nel quale attuare le riforme è rivoluzionario, mentre eluderle o rovesciarle è riformista! Ma l’autorevole riapparire di un termine dato per improbabile e desueto lascia intravvedere qualche barlume al di là della desolante e opaca situazione, politica e non solo, attuale.

Valentino Ballabio

(*) Proposta di deliberazione d’iniziativa consiliare. Oggetto: Modifica Titolo VII ‘Decentramento’ articoli da 92 a 100 e art. 14 disposizioni transitorie e finali dello Statuto del Comune di Milano. Primo firmatario FANZAGO (aprile 2015).



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  1. Isabella Baratomi ha fatto piacere leggere qui cosa dovrebbe fare un sindaco di citta metropolitana per realizzarla davvero. Oh, quanto l abbiamo sentita decantare con tutta la retorica possibile. Ma non si vede affatto l ombra della sua realizza zione. Ho il sospetto che sia una presa in giro. Non è la sola, ovvio. Noi cittadini siamo anche vittime della presa in giro della tanto decantata città green, ecosostenibile. Solo sabbia nei nostri occhi
    6 gennaio 2021 • 17:38Rispondi
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