3 marzo 2020

LO SMART VIRUS E NOI

O dell’intelligenza


Perché SMART? Perché oggi pare non basti più dire “intelligente” senza essere un po’ demodé perché Smart, persino una marca di automobili, va per la maggiore senza bisogno di disambiguazioni. Ecco allora lo smart virus, che pare sia intelligente e cooperante e che si confronta con la nostra intelligenza. Chi vincerà? Probabilmente noi ma la battaglia sarà lunga e temo lascerà molte vittime sul campo, non solo quelle che di Coronavirus saranno morte.

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Dunque per il momento di “intelligenza“ci stiamo occupando ma come la si definisce? In molti modi. “La misura della capacità di un agente di raggiungere obiettivi in una varietà ampia di ambienti.” Così la definiscono S. Legg e M. Hutter in una loro raccolta di definizioni sull’intelligenza come sintesi possibile di tutte le altre.

Questo tipo di intelligenza si adatta perfettamente ai virus intelligenti come il Coronavirus: un solo obiettivo, riprodursi. Tanto intelligenti da capire che devono mutare ed evitare la morte dell’organismo che infettano per non morire con lui, con una capacità in più: cooperare per raggiungere il fine.

L’altra definizione che voglio citare è questa: «Una generale funzione mentale che, tra l’altro, comporta la capacità di ragionare, pianificare, risolvere problemi, pensare in maniera astratta, comprendere idee complesse, apprendere rapidamente e apprendere dall’esperienza. Non riguarda solo l’apprendimento dai libri, un’abilità accademica limitata, o l’astuzia nei test. Piuttosto, riflette una capacità più ampia e profonda di capire ciò che ci circonda – “afferrare” le cose, attribuir loro un significato, o “scoprire” il da farsi.». È una definizione che dobbiamo a cinquanta ricercatori in Mainstream Science on Intelligence.

Questa definizione, ben più complessa e articolata, va oltre la prima citata e meglio si adatta a costituire una griglia di valutazione sull’intelligenza della nostra classe politica, tuttavia sembra che i virus abbiano anche una capacità di cooperare e di avere chiaro l’obiettivo. E allora?

Direi proprio che siamo messi male.

La classe politica è fatta tutta di non-intelligenti? Sarebbe ingiusto e non esatto, la verità è che si comporta come un virus ossia sopravvivere e moltiplicarsi col meccanismo della cooptazione.

L’analisi degli errori commessi la stanno facendo in molti e il principale accusato è la comunicazione non in quanto tale, uno strumento, ma per l’uso che ne è stato fatto e questo desta un certo stupore, perché nel mondo della politica gli esperti di comunicazione non mancano e sembra anche ben pagati. Sono loro i colpevoli? Certamente loro soli no ma chi ha definito l’obiettivo: vincere e per vincere essere visibili su tutti i costi.

Il principio di prudenza delle politiche ambientali dice: non immettere nell’atmosfera nulla di cui tu non conosca gli effetti. La stessa norma dovrebbe valere nel mondo della comunicazione, soprattutto da parte di chi detiene un qualunque potere e che dunque lo eserciti nei confronti di una collettività o che in qualche modo ne sia un regolatore, dai banchieri centrali all’ultimo degli assessori e non solo a parole ma anche a gesti: un inarcare di sopracciglia del presidente della Federal Reserve fa tremare le borse.

Esiste dunque una sorta di inquinamento da informazione nocivo, peccato che qui non si possa dire “chi inquina paghi” come per l’ambiente: paga sì ma solo al momento delle elezioni e non sempre perché l’elettore ha la memoria corta.

E’ ovvio che ci sia anche un uso spregiudicato dell’informazione e in questo caso il principio di prudenza dovrebbe valere anche di più ma è esattamente il contrario salvo poi nascondere la mano che ha lanciato il sasso sperando che la “memoria corta” lo salvi.

Un’ultima considerazione sull’intelligenza.

Cosa la frena? In politica il super ego inconscio e compulsivo, malattia che colpisce soprattutto gli uomini soli al comando.

Come sarà il domani della politica? Tutto come prima? Speriamo di no.

Come sarà il nostro domani? Migliore perché la gente ha imparato e sperimentato molto rispetto alle sue abitudini di vita e ne farà tesoro.

Luca Beltrami Gadola



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  1. Luciana Bordin"Come sarà il nostro domani? Migliore perché la gente ha imparato e sperimentato molto rispetto alle sue abitudini di vita e ne farà tesoro": condivido appieno e spero proprio che il coronavirus ottenga l'effetto di riportarci tutti coi piedi per terra e comprendere cosa veramente conta nella vita.
    4 marzo 2020 • 08:43Rispondi
  2. walter moniciL'errore primario è stato pensare di fare i fenomeni. Il consiglio del ministero sanità presente anche nella ultima versione di oggi dice "Mascherine solo se si pensa di essere malati" Pazzesco, in cina ti arrestano se giri senza, sono l'unico strumento di prevenzione e protezione e nessuno può sapere di essere contagioso. Bloccano l'economia ma non ammettono il proprio errore. Mascherine subito obbligatorie per tutti.
    4 marzo 2020 • 09:17Rispondi
  3. Pierfrancesco SacerdotiGrazie Luca per il tuo articolo bello e intelligente. E per quanto mi riguarda, condivisibile.
    5 marzo 2020 • 01:53Rispondi
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