9 aprile 2019
PIAZZA DELLA STAZIONE DI PORTA GENOVA
Milano a tutto “Week”. Arriva l’urbanistica tattica
9 aprile 2019
Milano a tutto “Week”. Arriva l’urbanistica tattica
Passando venerdì scorso per Piazza della Stazione di Porta Genova ho visto un gruppo di ragazzi che armeggiavano attorno ad un grosso vaso nero da vivaista, ce n’erano molti altri simili in giro: lo stavano rivestendo di iuta. Mi sono avvicinato e, impiccione, ho chiesto cosa stessero facendo: erano gli artefici dell’operazione “Piazze aperte” del Comune. Dovevo ricordarmene avendone già scritto qualche settimana fa in calce a un mio editoriale.
Per farla breve, ho osservato che quei vasi neri al sole, anche se rivestiti di iuta, senza impianto di irrigazione avrebbero condannato a morte i già stenti oleandri e le pieris che ospitavano, meglio bianchi: un gentile ragazzo mi ha detto che il Comune avrebbe comunque badato a un opportuno innaffiamento.
I ragazzi al lavoro erano in sette e almeno quattro parlavano inglese. Forse erano gente di Blumberg o di uno dei partners del Comune per quest’operazione “Piazze aperte”: ossia Bloomberg Associates, National Association of City Transportation Official (NACTO) e Global Designing Cities Initiatives, con la collaborazione dell’associazione Retake Milano e il Colorificio Sammarinese : questo lo si capisce. Tanti, forse troppi. Comunque domenica all’inaugurazione (video) li ho visti verniciati di bianco e di celeste. Un consiglio accolto? Forse. Uno dei pochissimi.
Andandomene mi sono fatto qualche domanda su questa operazione “Piazze aperte”, la versione milanese del “Tactical urbanism”, un movimento lanciato nel 2012 da Street Plans, studio di progettazione architettonica e urbanistica USA, che si occupa di azioni e trasformazioni urbane a breve termine e a basso costo, ma con elevato impatto. Molto interessante in un momento nel quale la cosiddetta “grande urbanistica” agonizza schiacciata dagli interessi immobiliari dei grandi gruppi del tutto disinteressati al benessere collettivo: ecco allora Tactical urbanism, una tecnica ansiolitica, lo Xanax urbano.
Per gli urbanisti pentastellati e al loro menu – l’urbanistica contrattata, l’urbanistica a modo mio, l’urbanistica partecipata, l’urbanistica “à la carte”, l’urbanistica accademica, l’urbanistica burocratica – ecco arrivare l’urbanistica tattica: benvenuta! Ma non basterà a salvarci.
Quanto alla sua applicazione in Piazza Dergano e Piazza Angilberto forse averle soprannominate “piazze a pois” ricorderà ai pensionati una vecchia canzone di Mina anni ’60 e strizzeranno qualche lacrima e potranno anche insegnare ai ragazzini un loro gioco infantile “Il mondo” che da piccoli disegnavano col gesso sulla strada.
Certo Piazza della Stazione di Porta Genova era un’impresa disperata, all’inaugurazione mancava ancora qualcosa: come sempre si inaugura prima di aver finito, ma ci stanno lavorando. Un’operazione disperata perché è difficile trasformare un orrendo capolinea con troppi binari, in un contesto già massacrato da un orrendo palazzone bianco che nulla c’entra, in un luogo accogliente. Chi avrà voglia di sedersi su quelle panchine? Cresceranno gli oleandri e le pieris? Per quanto resisteranno lì? Faranno ombra? Poca ma ci pensano i 30 cartelli stradali nuovi di zecca, il cosiddetto “bosco di ferro” della Milano viabilistica che vive all’insegna del vecchio detto “repetita iuvant”.
Vediamoci in piazza.
Luca Beltrami Gadola
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