2 aprile 2019
IMMOBILIARI A MILANO. CROCE E DELIZIA
Guardare anche ai senzatetto
Il 7 dicembre del 2017 Bader bin Abdullah bin Mohammed bin Farhan al-Saud comprò da Christie’s per 450 milioni di dollari il “Salvator Mundi” di Leonardo, il dipinto più costoso della storia, anche se forse non è un Leonardo ma un Salai, o meglio Giangiacomo Caprotti detto Salaino, allievo di Leonardo. Tutti ce ne stupimmo perché queste sono cifre che danno da pensare. D’altro canto frequentando spesso gli Emirati del Golfo dove lavora mio figlio e vedendo enormi grattacieli vuoti ma anche altri in costruzione come se ci fosse mercato, gli facevo sempre la stessa domanda: ”Perché li fanno?”. “Hanno talmente tanti soldi che non sanno dove metterli e le loro città devono essere una selva di grattacieli per mostrare al mondo la loro potenza imitando gli amati/odiati americani.”.
Oggi a Milano il Pirellino è andato venduto per 175 milioni, il doppio della base d’asta e dietro gli acquirenti ci sono ancora petrodollari e questo lascerebbe supporre che la logica sia sempre quella: dove metto una parte infinitesimale dei miei capitali? Perché no anche a Milano? Che rischio corro? Se va bene guadagno, se va male non me ne accorgo nemmeno. I milanesi sì.
A concorrere non erano solo emiri ma anche finanzieri nostrani, saggiamente e accuratamente ignoti alle cronache mondane come molti di loro. Si sa mai, meglio non stuzzicare l’invidia degli dei.
Di questo successo finanziario del nostro Comune siamo felicissimi e siamo lieti che il sindaco Sala possa dire: «Il successo dell’asta dimostra la crescita di valore della nostra città e mette a disposizione dei milanesi 193,618 milioni di euro. Metà saranno utilizzati per nuove opere a servizio degli altri quartieri della città, il resto andrà a finanziare il progetto per i nuovi uffici del Comune».
La speranza è che il più possibile di questi denari vada alla costruzione di case a prezzo moderato e ad arricchire il patrimonio di edilizia residenziale posseduta dal Comune perché questo avrebbe due effetti non trascurabili: si accorcerebbe la fila delle famiglie in attesa di una cosiddetta “casa popolare” e si farebbe un’operazione di calmiere generale del mercato immobiliare i cui prezzi sono in ascesa per la tensione della domanda e perché al mercato dell’affitto sono stati sottratti migliaia di appartamenti destinati al B&B e simili.
L’aumento di valore della città del quale parla i Sindaco ha come effetto un generale aumento dei prezzi anche dell’edilizia libera, e questo crea difficoltà a tutte le fasce di popolazione che non hanno un accesso protetto alla casa. Ne ho già parlato. Il rimedio lo indica Roberto Camagni in un suo articolo più recente del mio. Che nessuno ci racconti la favola bella che un aumento degli oneri di urbanizzazione frenerebbero l’attività edilizia visto che Milano sta diventando la mecca dell’immobiliare. Cogli l’attimo come diceva Cinzia Leoni nella famosa trasmissione Avanzi.
Perché dico “cogli l’attimo”? Perché i valori immobiliari dell’edilizia soffrono di grande volatilità e lo abbiamo visto nelle recenti bolle immobiliari e dunque tutto può succedere, anche che immobili importanti restino vuoti e soggetti a degrado, fantasmi ingombranti nel panorama urbano.
Mentre scrivevo questo editoriale è arrivato un commento che si rifà al mio vecchio pezzo che ho citato più sopra «Pescare la nuova ricchezza di Milano». Cesare Mocchi si chiede: «Sul tema di chi pesca ricchezza senza licenza e gratis (o quasi), lancio una riflessione sulla recente vendita dell’ex palazzo comunale di via Melchiorre Gioia. Base d’asta (stimata dagli uffici comunali) 87 milioni, vendita a 177 (il doppio). La gara d’asta era ad incanto, ovvero con possibilità di rilancio.
Molto bene. Ma ci ricordiamo che le volumetrie comunali di Porta Nuova (circa il 60% del totale) sono state vendute a Hines-Coima a trattativa privata, ovvero senza gara?!? E che l’indice edificatorio per le funzioni private è passato da 0,65 mq/mq a 1,65 mq/mq DOPO la vendita? Sono fatti giganteschi e inauditi. Tutti lì oggi a lodare la capacità dell’imprenditore immobiliare. Ma magari se lo sviluppo fosse stato fatto senza questi enormi regali da parte dell’amministrazione comunale, non sarebbe stato meglio?».
Io saprei cosa rispondere, ma forse altri saprebbero farlo meglio.
Luca Beltrami Gadola
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