18 dicembre 2018

MILANO E LE PALE EOLICHE DI NATALE


Milano 19 dicembre 2023

Cari amici del circolo Cervelli In Fuga a N.Y. – sezione Milano, eccomi qua, tornato nella mia città per fare il Natale con i miei che non rivedevo dall’ultimo passato con loro, quello del 2018. Vi dirò che, appena arrivato da N.Y. era buio e mi sono appisolato in taxi: ho aperto gli occhi e ho visto tutte le insegne dei negozi e la pubblicità in inglese. Mi sono detto: vuoi vedere che non sono ancora partito? Prima che mi dimentichi: avvertite Masi e Tamburri, quelli della Dante Alighieri di N.Y. per la difesa della lingua italiana, che qui la battaglia l’hanno già perduta.

Comunque. L’accoglienza dei vecchi compagni di corso è stata calorosissima ma se capitasse anche a voi di venire qua in futuro, non fate lo sbaglio che ho fatto io, non chiedete: “Che c’è di nuovo?”. Non li trattiene più nessuno. Sono entusiasti. Di tutto quello che mi hanno detto e fatto vedere vi racconto solo le cose che mi hanno colpito di più.

Cominciamo dalle pale eoliche. La vicenda è complicata e riguarda la soluzione di un problema molto dibattuto anche quando sono partito: la pessima qualità dell’aria. Una corrente di pensiero di allora puntava alla riduzione delle automobili in circolazione chiudendo al traffico, partendo dal centro, pezzi sempre più grandi della città. Pare sia scoppiata una mezza rivoluzione perché le automobili assediavano le zone centrali chiuse intasando i quartieri tradizionalmente abitati dalla medio-piccola borghesia e i quartieri popolari: i diseredati della economia globale abbandonati dalla sinistra. Un problema politico.

Mi hanno raccontato che un professore che andava per la maggiore, avendo inventato la Piattaforma Boyle, che aveva sostituito la Piattaforma Rousseau e così chiamata in onore di Robert Boyle, l’inventore della macchina del vuoto, ad un certo punto ha buttalo lì una sua vecchia idea: la ventilazione artificiale delle città. A Milano i professori di università godevano in quel momento di grande credito, soprattutto gli idraulici e gli urbanisti. Per farla breve la Giunta, messa alle strette, ha varato l’operazione “Che vento che fa”, usando le pale eoliche non per produrre energia, bensì alla rovescia, per far vento. Anche in periferia. Pare che molte altre città guardino a Milano con invidia e ammirazione. Milano ne è fiera: qualità della vita.

Qualcuno mi ha anche ricordato che un matto 40 anni fa, tal Piero Diacono, in un famoso Talk Show di allora, riproposto miseramente oggi, ossia Portobello, sia andato a proporre di aprire un varco tra gli Appennini, una specie di Istmo di Corinto al posto del Passo del Turchino, per far arrivare aria buona nella Padania felix. Qualche impresa di costruzione tentò una sponsorizzazione anche allora. Non ce la fece.

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Pare che la decisione delle pale sia stata però travagliata tra verifiche di fattibilità, bilanci costi e ricavi, bilanci ecologici, sostenibilità ambientale, sponsorizzazioni politiche: una sorta di gioco di società che avevo visto anche io prima di partire e pare continui. Mi raccontano che da poco si sia formato un comitato di protesta, il Comitato PA – Piani Alti, tra quelli che non possono più dormire la sera perché le pale eoliche fanno sbattere le tapparelle, che si è alleato subito con il Comitato VV – Verde Verticale, di quelli che lamentano il cambiamento di clima dovuto a questo vento e che causa la morte delle loro piante . Milano “Città dai cento Comitati”.

Quello che mi sono però permesso di far osservare ai vecchi compagni a proposito dell’inquinamento da traffico è che i milanesi nel frattempo sono messi a comprare automobili sempre più grosse, anche se, per una sorta di cattiva coscienza, le chiamano con i nomi delle vecchie piccole utilitarie: vedi la FIAT 500.

I compagni appassionati di ambiente sono stati alla fine zittiti da quelli esperti dell’”Era idrocenica” di Milano: volevano raccontare la loro. Nell’era idrocenica milanese ero immerso anche io prima di partire: si trattava della questione della Riapertura dei Navigli. La questione stava avvelenando anche il Santo Natale di allora, alla faccia dell’annuncio evangelico “Pax hominibus bonae vuluntatis”. Pace poca, buona volontà nessuna. Tutto nasceva da un referendum sui cui esiti ognuno tirava la coperta dalla sua parte.

Pare che il dibattito sia durato a lungo con grande dispiegamento di dottrina storica, di meraviglie idrauliche, anche qui di bilanci costi ricavi, di opportunità politica, di destinazione delle risorse. La questione della partecipazione dei cittadini alle scelte ha fatto rompere vecchie amicizie e spaccato le famiglie. Per qualcuno si è trattato di un’operazione di distrazione di massa. Come nelle migliori occasioni ci si arenò alla fine sulla spiaggia dei tempi lunghi degli appalti complessi e dei finanziamenti.

Alla fine per dare un contentino a tutti, anche qui è comparso il coniglio dal cappello: si è riempito d’acqua con poca spesa il fossato attorno al Castello Sforzesco, così c’è un’opera idraulica, un richiamo turistico, si è speso quel che c’era in cassa, si naviga, si fa canottaggio, non si è stravolta la città. Tutti contenti e tutti scontenti. Come al solito.

Vi mando una fotografia.

181218_BeltramiGadola-02

Per accontentare i più coriacei e imbronciati sostenitori della riapertura dei Navigli, pare che Fondazione Cariplo abbia sponsorizzato una App da usare con un visore di realtà virtuale e che si chiamerà “Wonderful Milan Navigli”, con voci recitanti di architetti del Politecnico e allievi della scuola del Piccolo Teatro. Per il momento non si trova ancora, ma presto sarà in vendita su Amazon. Sarà gratis il solo per i turisti cinesi, ormai la maggioranza: un accordo commerciale Pechino-Milano. Quelli che contano.

A proposito di Amazon, adesso devo lasciarvi perché voglio andare a cercare un regalo per i miei che sono un po’ “vintage”: difficile trovare i pochi negozi che conoscevo e che piacevano anche a loro perché Amazon ha travolto tutto.

Avrei ancora molto da dire per aggiornarvi, c’è di tutto e di più. Se dovessi alla fine restare qui, una grossa tentazione malgrado tutto, perché lo stupore quotidiano per le novità è il nuovo “sapore” di Milano. Sarò il vostro occhio e il vostro orecchio: mi potrete seguire su Instagram giorno per giorno come fanno tutti i milanesi a cominciare dal Sindaco.

Con affetto,
il vostro amico nuovamente milanese



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  1. CristinaLuca sei.un grande! Buon Natale e io speriamo che ce la caviamo...
    19 dicembre 2018 • 01:32Rispondi
  2. walter monicibellissimo articolo, fantasia e provocazione, ma anche riempire il fossato è una idea grandiosa. Adesso che la hai formulata, troverà senz'altro qualche comitato pronto a sostenerla. Io mi iscrivo subito.
    19 dicembre 2018 • 09:16Rispondi
  3. Paolo Calzavarariempire il fossato e' un must !!
    19 dicembre 2018 • 14:35Rispondi
  4. Claudio BacigalupoHo sempre pensato che a passare da Pontaccio, poi Castello e fossato con papere, si rianimava l'orribile Cadorna, la Pusterla e poi dritti a qualificare quell'incubo di Via Olona, S Agostino diventa stupenda e da Papiniano si entra in Darsena a ripulirla davvero. I Navigli riaperti dalla parte giusta. Adesso telefono a BIscardini. Buon Natale.
    19 dicembre 2018 • 19:15Rispondi
  5. enricane occorrono tanti di occhi e di orecchie. Cerchiamo di esserlo tutti. buone feste
    21 dicembre 2018 • 11:14Rispondi
  6. Bruno Ambrosima sono previste le ochette dentro il fossato attorno al Castello? così anche gli animalisti sono contenti...
    21 dicembre 2018 • 16:42Rispondi
  7. luca carraMa sai che l'idea della app finanziata da Cariplo non è affatto male.... Tanti cari Auguri!
    22 dicembre 2018 • 14:10Rispondi
  8. Franco PugliaSi, articolo molto divertente, idoneo a sdrammatizzare la FARSA messa in scena dal Comune di Milano. Merita diffusione in RETE. Buon Natale Franco Puglia
    23 dicembre 2018 • 09:08Rispondi
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