3 luglio 2018

IL QUARTIERE STEPHENSON E IL PGT

Un esempio di scarsa attenzione nel governo della città


Che la zona nord di Milano sia coinvolta da un forte cambiamento urbanistico si sa; d’altra parte, questa è un’area che richiama l’interesse economico fin dal periodo del primo sviluppo imprenditoriale milanese e che oggi, a più riprese, volge lo sguardo agli investitori, ai quali bisognerebbe dare degli incentivi in termini di adeguamento urbanistico, in tema alla riqualificazione del quartiere, iniziando dai trasporti pubblici.

05Gennai_25Tutta la questione del rilancio di zona Stephenson, è ben nota agli assessorati che si sono succeduti nell’ultimo decennio, tanto da essere ben inquadrata dalle passate figure politiche, sedute sulle poltrone dell’assessorato all’urbanistica, certamente nota anche al sindaco Sala, nei panni del General Manager di Expo 2015. Il tema viene anche affrontato nel famigerato PGT (Piano di Governo del Territorio) oggi fortemente d’attualità, per le varie questioni che riguardano i progetti della Milano del Futuro.

Nel documento, sono descritti una serie d’interventi sul Territorio, tutti di pregevole valenza anche sociale, certo non privi di criticità e forse poco dettagliati, soprattutto in termini di recupero delle risorse economiche. Tra questi troviamo quelli riguardanti l’Area Stephenson.

Nel progetto si sviluppa l’idea di un nuovo Polo Urbanistico di grande rilevanza, certamente appetibile ai player finanziari, che qui potrebbero fare moltissimo dati i numeri delle superfici edificabili, anche realizzando quelle eventuali infrastrutture di richiamo internazionale, grazie alla vicinanza di “Mind” oramai in fase di realizzazione, e ai possibili nodi di connessione con l’alta velocità e le autostrade A4/A8. Il progetto esiste già: si chiama “ Stephenson Business District “.

Il rilancio della zona Stephenson, parte da un’analisi economico/finanziaria, che vede un possibile sviluppo urbano di Milano. L’area, già in fase di avanzata trasformazione, iniziata con Expo, non è stata seguita da uno sviluppo adeguato del trasporto pubblico. Il tema dei trasporti pubblici trova un’ampia gamma d’incomprensibili negazioni in un quartiere già operativo, ma ancora bisognoso d’interventi, per recuperarlo dall’isolamento in cui si trova, rispetto alla città, certamente penalizzato dall’evoluzione del progetto Cascina Merlata.

Stiamo parlando di una zona in piena fase evolutiva, dove i grandi alberghi sono malamente collegati con il centro città, raggiungibile solo grazie ai Bus navetta a carico delle proprietà, data la difficoltà a raggiungere il primo punto di contatto con il trasposto pubblico veloce cioè il passante ferroviario alla Stazione Milano Certosa, non proprio “ dietro l’angolo “, oppure il tram nella Vecchia Musocco, ad oggi zona poco promossa .

Stiamo parlando di alberghi a 4/5 stelle, che obbligano i clienti a fare un percorso a piedi di 20 minuti circa, passando da 2 punti obbligatori, uno è un sottopasso / dormitorio che dà l’accesso a Largo Boccioni, l’altro è un discutibile marciapiedi, poco adatto a persone con difficoltà di deambulazione o carrozzine, dato il transito dei veicoli pesanti in una via stretta e del tutto inadatta al passaggio pedonale.

Le questioni aperte sono:

1) La Stazione ferroviaria Stephenson che rientra nel piano di sviluppo della “Circle line”, in seno agli Scali Ferroviari. Questo progetto poteva essere già cantierizzato, vista la sinapsi con Expo; oggi siamo in piena fase di realizzazione di Human Technopole e gli alberghi sono in piena attività; per altro insieme all’UCI Cinemas, da anni raggiungibile solo in auto: l’unico grande cinema di Milano da 1256 posti a sedere, che propone 15 proiezioni al giorno, per un totale teorico di 18840 ospiti al giorno, a non essere servito dai mezzi pubblici, nella fascia: h14.00 / h1.00 di notte.

2) L’attuazione del senso unico viabilistico o la totale chiusura al traffico non residenziale in via Stephenson, tramite il quale si potrebbe realizzare una diramazione dei tram per Roserio, partendo dall’incrocio tra Via Palizzi / Stephenson / Mambretti, facendo una mini “circle line” di quartiere.

La questione della Via Stephenson, è sul tavolo dell’assessorato competente, oramai da anni.

3) Le oramai famose M6 e M11, citate come nuove linee metropolitane nei tanti progetti della Milano del futuro, tuttavia passate in secondo o terzo piano. Oggi potrebbero essere realizzabili in forma ibrida, tipo Eurotram, tanto per essere economicamente sostenibili.

4) La deviazione obbligatoria, delle autostrade A4 e A8, da e per la città, nella strada interquartiere Eritrea/Expo, che di fatto unisce Stephenson a via Eritrea, fatta fare per Expo, in sostituzione alla aberrante Gronda Nord, tuttavia non ancora utilizzata a pieno.

5) La riqualificazione del quartiere Borgo della Vecchia Musocco, dove si potrebbero valorizzare certe peculiarità abitative a prezzi accessibili anche ai giovani ricercatori e studenti che si apprestano ad arrivare da tutto il mondo allo Human Technopole.

Il quartiere potrebbe essere un’ottima soluzione al problema abitativo a costi accessibili; necessita solo di essere valorizzato.

6) Lo sviluppo di progetti tecnologici innovativi, anche in seno ai trasporti. Non si capisce perché non si possa sviluppare un trasporto alternativo, per esempio a sospensione tipo le funivie, sopra le autostrade, da e per Human Technopole, passante per la zona Stephenson fino alla stazione Certosa, invece di pensare solo all’eventuale tunnel metropolitano al costo di 180Milioni di Euro al Km.

Se il Governo della Città, guardasse meglio alle priorità anche sociali, avendo una visione d’insieme laica e scevra dagli interessi particolari e dai pregiudizi, probabilmente si riuscirebbe ad attuare degli interventi meno ambiziosi ma più utili al cittadino e al recupero di certe aree di Milano, attuando semplicemente quanto già scritto in un programma forse generico ma che gira da anni (il PGT ), tuttavia soggetto a essere cambiato a ogni tornata elettorale.

L’idea di sinistra di equità e ridistribuzione del benessere a Milano sembra completamente distorta, anzi inversamente proporzionale agli ideali stessi della sinistra, persa, spaesata e lontana anche dal buon senso tanto profuso dai padri di una nostalgica e romantica visione del Governo di una città che dovrebbe non essere mediocre e ottocentesca.

Gianluca Gennai



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