19 giugno 2018

Il NUOVO PGT DI MILANO. AVVIATA LA DISCUSSIONE

Le voci fuori dal Palazzo


L’incontro organizzato il 13 giugno scorso nel mio studio per discutere del PGT di Milano ha visto molti di noi interessati a confrontarsi, esprimendo una domanda di partecipazione alla quale il Comune con i suoi tre incontri della Triennale non ha dato riscontro. La diffusione in streaming dell’incontro ha presentato problemi essendosi interrotta più volte nella prima parte ma se qualcuno la vuole riascoltare risulta abbastanza comprensibile. L’interesse per la nostra iniziativa è anche testimoniato dal fatto che Radio Popolare, nello stesso giorno, ne ha dato notizia nella rubrica Metroregione.

03Battisti_23FBIntroducendo brevemente l’incontro ho dichiarato che, per quanto mi riguarda, non intendo fare un’opposizione esclusivamente politica ma desidero impegnarmi per definire, insieme a chi è più competente di me, i contenuti utili a coinvolgere e mobilitare i cittadini su un tema, come il PGT, di grande interesse pubblico generale e interloquire possibilmente con l’Amministrazione per migliorare lo strumento urbanistico rispetto a come è stato concepito e presentato.

Jacopo Gardella ha per parte sua sostenuto che la questione è soprattutto politica ed è il Comune, e non i costruttori e gli immobiliaristi come siamo abituati a pensare, ad essere il vero nemico del PGT. Per dimostrarlo ha citato vari gli errori che sono stati fatti, sull’edilizia popolare, sul pendolarismo causato dagli alti costi della casa a Milano, sugli scali ferroviari e sui trasporti e altri temi cruciali di cui tratta ampiamente nella relazione predisposta per l’incontro.

Negli interventi che sono seguiti si sono confrontate due posizioni apparentemente alternative, la prima proiettata su uno scenario molto aggiornato rispetto al quale, come ha denunciato Giuseppe Longhi  in un suo articolo su queste stesse pagine, il nuovo PGT nasce obsoleto, inadeguato a considerare le interrelazioni fra tempo analogico e tempo virtuale e fra spazio fisico e spazio biologico. Ha affermato che “un moderno progetto urbano deve essere supportato da una metrica capace di rappresentare le interdipendenze fra gli storici mq, i bit (che misurano la connettività di un contesto) che rappresentano il passaggio dalla città ‘del fossile’, costruita sul principio di sottrazione di materia, alla città biologica, costruita sulle nano-biotecnologie, che lavora in termini additivi, ma è destinata ad azzerare gran parte degli storici spazi funzionali della città”

 

03Battisti_23_f4

 

Tematica ripresa e sviluppata da Luciano Pilotti che, con l’ausilio di slide molto utili ha illustrato come la città attuale si deve riorganizzare in modo tale che invece di distruggere risorse arrivi ad abolite integralmente scarti e rifiuti sulla base di un’economia circolare, anche instaurando una tipo di produzione essenzialmente immateriale basata sulla comunicazione e lo scambio delle conoscenze.

Stella Agostini che collabora con Pilotti a Gaia 2050 ha poi fornito un contributo molto circostanziato sulla questione ambientale e, facendo riferimento al progetto di riforestazione urbana di Stefano Boeri, ne ha svelato le numerose criticità.

03Battisti_23_f2

A fronte di quella che alcuni potrebbero aver considerato una fuga in avanti da parte di Longo e Pilotti, Ugo Targetti ha ricondotto il discorso a focalizzarsi sulla disciplina urbanistica e sulla concretezza dei problemi che si trova a dover affrontare. Innanzi tutto a causa del fatto che Milano va polarizzandosi in modo sempre più accentuato perdendo il rapporto con il suo territorio, con la Città metropolitana, che in passato era l’ambito nel quale si esprimevano al massimo livello le conoscenze diffuse e condivise, nell’ambito della manifattura, oggi in crisi.

Ha indicato tre scale, metropolitana, comunale (finché il comune di Milano esiste) e municipale rispetto alle quali il PGT si deve impegnare a mettere a disposizione adeguate strumentazioni.

C’è poi una scala regionale che va comunque considerata perché la Città metropolitana è ben più estesa rispetto ai confini provinciali sui quali è stata ritagliata. Ma mentre ci impegniamo sulle strategie, i problemi della città e del territorio vanno comunque affrontati anche per evitare, se non si riprende contatto con il territorio, il rischio di una grave deriva politica.

03Battisti_23_f3

Nel contradditorio che si è avuto dopo il primo giro di interventi i toni del dibattito si sono accesi. In particolare perché la cultura del progetto ben rappresentata da Sebastiano Brandolini, (oltre che da me) ha reagito ad alcune affermazioni che hanno teso a rendere accessorie, fungibili e genericamente adattabili alle multiformi esigenze funzionali e all’affermarsi e diffondersi delle nuove tecnologie applicate alla città, le strutture morfologiche, spaziali e architettoniche che, per i progettisti rappresentano un patrimonio e una costante di valore insostituibile. Come architetti e progettisti abbiamo difficoltà a pensare che la città di Google, destinata ad azzerare gli storici spazi urbani, possa rappresentare un paradigma valido in senso generale anche se le nuove tecnologie e il cellulare che ci portiamo sempre in tasca, possono contribuire a rendere più accessibile, fruibile e godibile la città storica.

È poi intervenuto Sergio Madruzza sull’assenza totale di visione del PGT i cui elementi salienti invece di essere le regole sono le deroghe e infine Federico Rayneri ha fatto alcune considerazioni sul modo in cui la città cambia con il mutare del commercio e del modo in cui le merci si muovono e sono recapitate a destinazione.

Poiché il dibattito è stato abbastanza informale, diretto e vivace è difficile restituire adeguatamente la complessità delle posizioni. Ma come primo esito del confronto che c’è stato ho ricavato la personale convinzione che si debbano formulare strategie che sappiano misurarsi con un ampio orizzonte sia spaziale che temporale per riuscire ad appropriarci delle conoscenze necessarie e a regolare, in prospettiva, i rapporti con la società dei bit e con la città basata sulle nano-biotecnologie. Ma nello stesso tempo è necessario rinforzare le tutele che ci consentono di preservare quei valori sedimentati storicamente, tipici della cultura urbana europea e di altre culture di antica tradizione, senza i quali la città si riduce a un fenomeno insediativo di sole funzioni, senza valori e contenuti.

Un contributo informativo e conoscitivo fondamentale è poi stato offerto da Michele Sacerdoti che ha evidenziato in un suo documento, alcuni temi controversi ai quali si potranno riferire le future osservazioni al PGT quando sarà il momento di formularle e depositarle. Ha anche informato che la documentazione ufficiale si può consultare nel sito del Comune e le registrazioni degli interventi dei tre incontri in Triennale sono disponibili nel sito del PIM.

Al termine dell’incontro si è deciso, con ampio consenso da parte dei presenti, di ritrovarsi a breve per portare avanti la discussione con l’intento di approfondire i temi più importanti rispetto ai quali informare i cittadini, definendo un preciso ordine del giorno del prossimo appuntamento.

Per confrontarci non soltanto con l’Amministrazione comunale ma anche, possibilmente, con la Città metropolitana e la Regione Lombardia che certamente sono parti in causa.

Emilio Battisti



Condividi

Iscriviti alla newsletter!

Per ricevere in anteprima sulla tua e-mail gli articoli di ArcipelagoMilano





Confermo di aver letto la Privacy Policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali



Sullo stesso tema


21 novembre 2023

OPERE A SCOMPUTO ONERI

Pietro Cafiero



3 ottobre 2023

PGT 2030, O FORSE NO….

Pietro Cafiero



2 maggio 2023

PGT: FORSE SI CAMBIA

Gregorio Praderio









9 aprile 2021

ASPETTI QUANTITATIVI DEL PGT DI MILANO

Gregorio Praderio


Ultimi commenti