19 giugno 2018

ANCORA E SEMPRE QUARTIERI DI CASE POPOLARI

Le nostre richieste


“Il sindaco: a settembre in tour nei quartieri”, ci informa il Corriere della Sera, domenica 17 giugno 2018. “Da settembre io, la mia giunta e i consiglieri di maggioranza parteciperemo a incontri quartiere per quartiere per raccontare ciò che realisticamente si potrà fare”. Hanno deciso il loro racconto realistico senza avere ascoltato il racconto realistico degli abitanti? dei Comitati? dei Sindacati della Casa? dei diversi soggetti dell’impegno in basso nelle case popolari? “Anche a costo di prendersi i pomodori”, scherza il sindaco.

caffa_20Scherza? Non capisco. Ci portano i pomodori? L’assessore Majorino e Lina Sotis? Proviamo a riprendere il filo.

Case Popolari: in data 30 maggio 2018 Arcipelago Milano pubblica un mio intervento: notizie sul cumulo di condizioni multiproblematiche di degrado e di esclusione, in gran parte non rappresentate istituzionalmente, che caratterizzano le cosiddette periferie milanesi.

Caro cittadino lettore, ricordi? Vai a rileggere? Ti era già accaduto, nelle tue letture, nella tua ricerca di conoscenza della città per la scelta del tuo impegno, di scontrarti con quel lungo e compatto elenco di guai propri dell’Altra Milano, quale emerge – prodotto della corruzione della politica – dall’esperienza dell’impegno in basso, svolto per alcuni decenni dentro le case popolari? Dentro! Nella relazione quotidiana con le persone che le abitano, da una parte, con i responsabili istituzionali dall’altra.

Nel mio intervento riportavo notizie sulla richiesta dal basso di nuove politiche, nuovi metodi, nuovi strumenti, quale è stata levata nella città dal Comitato Inquilini Molise-Calvairate-Ponti a far data dal 1990, quale tuttora si leva all’indirizzo del sindaco e degli altri responsabili istituzionali competenti, ciascuno per la sua parte, sulla questione. Una richiesta fondata sulla conoscenza della situazione, della sua ampiezza e della sua complessità, costruita in migliaia e migliaia e migliaia di giorni di impegno

Al lungo e compatto elenco dei guai depositati quaggiù, ho affiancato un elenco puntuale di responsabili istituzionali competenti, che il sindaco, lassù – chi altri, se no? se non da ieri, quando? – ha il compito di chiamare a rispondere della loro specifica responsabilità a un Tavolo di Regia Comunale, di coordinamento interistituzionale, partecipato.

Questa la richiesta. C’è un’immagine efficace a riguardo, a cui ricorro da tanti anni: ciascuno porti a questo Tavolo la sua conoscenza, come una tessera necessaria per la costruzione di un mosaico. Un Tavolo Partecipato, caro lettore. Qui tu avverti subito che dal basso porteremmo tessere insostituibili, così tante, che, se mancano, il mosaico direbbe un’altra storia, malata di una parzialità, cui non mancherebbero accenti trionfalistici dall’alto, diversa da quella degli abitanti inascoltati che la vivono. Un sapere, quello degli abitanti, con i suoi tanti limiti, di persone che vedono giusto e che sbagliano, come succede all’umanità che sta in basso, così diversa dall’umanità che, ai posti di comando, non sbaglia mai, non ha mai da chiedere pubblicamente scusa o perdono.

Ti puoi fare un’idea, attento lettore, di ciò che succede in mancanza di questo Tavolo di Regia, di questo coordinamento interistituzionale partecipato? La piena discrezionalità di ogni soggetto istituzionale competente, l’uso della questione – l’uso della città – per scopi di candidature, di collocazioni, di carriere personali, di propaganda e di esercizio di potere di parte, lo scaricabarile, le decennali “emergenze” patite in basso, prive di un’assunzione di responsabilità istituzionale, segnalazioni e richieste prive di risposta, l’invenzione di specifici interventi dall’alto senza una conoscenza seria del quadro complessivo nella città e nel singolo quartiere, senza che mai si dia luogo alla verifica. L’amministrazione, i gestori delle case popolari, usi a parlare una lingua che Gianna, nel Calvairate, dice “plastificata”, con i loro strumenti sterili, lontani dagli abitanti che resistono al degrado e all’esclusione nell’affermazione della loro dignità, con i loro Comitati (quando si tratta di Comitati indipendenti, non soggetti a scopi di carriera politica dei promotori).

Ho scritto un preambolo? Ho ripetuto cose che ho già scritto? Spero che tu, affaccendato lettore, ti soffermi nella rilettura ad aprire domande sull’Altra Milano, cogliendo la possibilità di scoprire che la risposta ti riguarda, che l’Altra Milano è il tuo specchio. Sì, ho ripetuto, sì, spero che tu ti renda conto: la questione delle case popolari non compete soltanto agli abitanti, è cosa tua, della città.

Passiamo dunque, a “La questione delle case popolari a Milano”, il Rapporto per il quale abbiamo atteso per un anno che Giuliano Pisapia ci ricevesse, una volta cessate le premurose visite ai quartieri nel tempo della campagna elettorale. Eletto nel giugno 2011, lo abbiamo incontrato il 25 giugno 2012; al termine dell’incontro qualcuno della nostra delegazione si è espresso così: “Mi è sembrato che gli abbiamo dato fastidio”.

Fondamento di questo Rapporto è l’esperienza del Comitato Inquilini Molise-Calvairate-Ponti con la supervisione del prof. Antonio Tosi, contributi di Ermanno Ronda, Gabriele Rabaiotti, Gian Battista Barbarossa.

È un Rapporto datato, in particolare lo è il capitolo “IACP di Milano, ente sociale…ALER Milano, ente economico”. Nel 2009 il Comune di Milano restituì ad ALER la gestione degli alloggi ERP di sua proprietà, che Albertini aveva affidato nel 2003 a Romeo Gestioni, Gefi e Pirelli/Edilnord, insoddisfatto per l’operato di ALER. Considerato l’esito fallimentare del passaggio alla gestione privata, si ritorna al punto di partenza, che ora appare il meno peggio.

Ma ecco, dal 2011 il sindaco Pisapia provvederà a politiche nuove per le case popolari, punterà sul meglio! No, caro lettore, un’illusione, la tua. Nel 2014, ormai evidente il suo fallimento in merito, Pisapia decide di provare a salvarsi la faccia abbandonando al suo destino il patrimonio ALER, passando la gestione delle case di proprietà comunale a MM Casa. Come dire: non sono il sindaco degli abitanti delle case ALER.

Infine, nel Rapporto è datata l’analisi della disastrosa gestione ALER, con tutte le domande che apre? Su uno scenario di nebbia fitta, in cui, si sa, c’è mancanza di trasparenza, un po’ di luce si è fatta il 10 marzo 2015, la Commissione regionale d’inchiesta su ALER ha portato in Consiglio Regionale la sua relazione, da cui emergono le storture del sistema di gestione dell’Azienda, le responsabilità politiche di Regione Lombardia, con il risultato di un buco di mezzo miliardo.

Con il Rapporto, al sindaco Pisapia abbiamo presentato la richiesta del Tavolo di Regia Comunale, di coordinamento di tutti i soggetti istituzionali competenti, partecipato. Tavoli di lavoro tematici, infine. La stessa impostazione di lavoro proposta ai Consigli di Zona.

Il Rapporto è stato sottoscritto da Comitati, Associazioni, Parrocchie, Sindacati della Casa, Camera del Lavoro, CISL e UIL. Ahimè, si è trattato in vari casi di adesioni che non esprimevano volontà di continuare l’impegno oltre il tempo della campagna elettorale. L’incontro fra due concezioni della rappresentanza, quella delle confederazioni e quella dei Comitati, si è ben presto tramutato in un rapporto di forza che esse hanno imposto contro di noi.

Non abbiamo mai potuto leggere insieme il Rapporto e approfondirne l’analisi, le richieste, il senso. Non abbiamo mai potuto prenderlo in esame con il delegato del sindaco ai rapporti con la città. Nelle case popolari non ho mai visto una delusione tanto cocente come quella delle persone che avevano votato Pisapia.

Soddisfatti, invece, in via Montenapoleone.

La richiesta essenziale, il Tavolo di Regia Comunale, interistituzionale, partecipato, continua a salire dal basso.

Franca Caffa

 

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