29 maggio 2018

CASE POPOLARI: LA RICHIESTA DAL BASSO

Nuove politiche, nuovi metodi, nuovi strumenti


Anche nelle case popolari del degrado e dell’esclusione, dove il televisore è acceso dalla mattina fino al termine della giornata perché tiene compagnia, il presidente della Repubblica, Di Maio e Salvini entrano da altri mondi e dicono che il governo non si fa. Fra i diversi argomenti dell’annuncio, di ben scarso interesse, penso, il richiamo al compito di tutelare i risparmiatori, perché, da queste parti, quante persone, quante famiglie hanno la possibilità di risparmiare? Più interessante sarebbe l’annuncio di politiche per la casa e per le cosiddette periferie che siano giuste e dunque nuove.

caffa_20Del cambiamento è ormai in larga misura consumata la speranza? Con la nostra ostinazione proviamo a raccontarne la richiesta quale si è levata e continua a levarsi da quegli alloggi, da quei balconi, da quei ballatoi, da quelle scale, da quei cortili, da quegli scantinati, da quelle cantine, da quei solai, nella storia e nell’attualità di un impegno che si svolge da alcuni decenni dentro le case popolari della città, nella relazione quotidiana con i suoi abitanti dalle molte lingue. Così Arcipelago Milano innova, affiancando la notizia di richieste dal basso agli interventi di esperti in politiche per le periferie, che pubblica da tempo. Quale relazione?

Risale al 1990 la prima richiesta di nuove politiche per le case popolari e di strumenti per renderle possibili, presentata dal Comitato Inquilini Molise-Calvairate al prefetto di Milano, dott. Carmelo Caruso, in occasione di un incontro a cui eravamo stati invitati a seguito di un nostro esposto. Era presente il dott. Tronca nel suo ruolo di vice prefetto. Questa la richiesta che il prefetto Caruso aveva ascoltato con attenzione: la costruzione di un Tavolo di coordinamento di tutte le Istituzioni competenti, ciascuna per la sua parte, sulla questione delle case popolari. Un Tavolo partecipato. Nella prospettiva di un progetto di carattere generale nella città, un progetto pilota di intervento nei nostri quartieri, sulla base della conoscenza della situazione, resa infine possibile dal concorso delle competenze, delle responsabilità, in una relazione di reciproco ascolto con gli abitanti, con i loro rappresentanti. Il prefetto Caruso aveva risposto di sì con evidente convincimento, con parole di riconoscimento del valore della richiesta. Poi, il suo trasferimento a Roma… Successivamente, l’impegno di un’assunzione di responsabilità espresso da Formigoni al prefetto Bruno Ferrante, ahimè, non rispettato.

La ricerca a cui ha lavorato il Comitato Inquilini Molise-Calvairate-Ponti, a fondamento della richiesta di nuove politiche: ininterrotta, empirica, qualitativa, basata sull’osservazione, sull’attenzione nelle relazioni fra persone. Aperta alle particolari condizioni di degrado e di esclusione che si connettono in un cumulo complessivo, ma anche a ogni particolare condizione del buon abitare e del buon vivere. Deve molto all’intuizione. Interessata, per la giustizia, contro l’ingiustizia. Appassionata, su una materia che per noi in basso è carne e sangue. “Efferate politiche di esclusione” così si è espresso in una sua ricerca il Prof. Antonio Tosi. Di questo si tratta.

Un cumulo di condizioni di degrado e di esclusione non rappresentate in ambito istituzionale. Non le rappresentano i soggetti della politica. I sindacati della casa le rappresentano parzialmente. Soltanto parzialmente, molto parzialmente? Considerano l’inquilino in quanto inquilino, l’occupante in quanto occupante, e riferiscono alla condizione di inquilino o di occupante qualsiasi altro dato della vita della persona.

Sono assenti i sindacati di settore che hanno il compito della rappresentanza e della tutela rispetto alle problematiche che non rientrano nello specifico settore casa. Per decenni, quale storia di gravi responsabilità, di interessi di corruzione propri dei sindacati dei dipendenti IACPM-ALER, a lungo coperti da Cgil-Cisl-Uil? Oggi quella storia è conclusa, è il passato che conviene tacere? Papa Francesco, ricevendo i dirigenti della Cisl in occasione del loro ultimo congresso, ha pronunciato questa parola: corruzione. Una parola caduta nel vuoto. Soltanto Cisl? Cgil e Uil, invece?

Sono prive di rappresentanza specifica le condizioni che riguardano: l’età – bambini, ragazzi, adolescenti, giovani, adulti, anziani, vecchi – l’insufficienza del reddito per vivere, il lavoro sfruttato, privo di tutele, in nero, precario, a progetto, la disoccupazione, la mancanza di reddito, la salute, in particolare la questione della salute mentale, le dipendenze: droga, accumulo compulsivo, alcolismo, gioco, non di rado legato all’usura, comunque attiva. La mancanza di formazione scolastica adeguata, la scuola dei figli, la cultura. La questione dell’immigrazione, dell’accoglienza, dell’integrazione. La mala gestione, causa di degrado edilizio, di inadempienza rispetto al compito di garantire il rispetto delle regole.

Ad esempio la questione del Servizio di Custodia, di fondamentale importanza, la violazione delle regole della convivenza civile. La raccolta differenziata dei rifiuti, gestita in modo che gli inquilini che ne rispettano le regole e pagano l’affitto sono sottoposti a multe per la violazione delle regole di cui è responsabile chi non le conosce, chi abusa, chi non paga l’affitto. Le situazioni di indigenza o di abuso che causano l’allacciamento indebito dell’impianto elettrico dell’alloggio all’impianto della scala: pagano gli inquilini che pagano l’affitto. Il degrado nei cortili, causato dall’abbandono sistematico di rifiuti voluminosi, di carcasse di biciclette, di moto rubate. La mancanza di controllo sugli appalti. La questione dello spaccio: l’uso della casa popolare per lo spaccio è autorizzato? La microcriminalità.

Dimenticavo! I cani. Che cos’altro dimentico? I piccioni, le zecche. Le grondaie intasate di guano, fertilizzante per la crescita di vegetazione, le conseguenti infiltrazioni negli alloggi sottostanti. I topi, gli scarafaggi, la disinfestazione, la derattizzazione, la deblattizzazione, operazioni eseguite per anni inutilmente da imprese appaltatrici sui cumuli di rifiuti depositati nelle cantine e nei solai. Operazioni utili per chi?

A fronte di questo cumulo di condizioni multiproblematiche di degrado e di esclusione, con l’esperienza di tutto ciò che nelle case popolari è sapere insostituibile, resistenza per la dignità, desiderio e realizzazione di bellezza, nel 1993, quando sono stata eletta al Consiglio Comunale, ho presentato la richiesta del Tavolo di coordinamento interistituzionale per le case popolari al sindaco, al presidente della Regione Lombardia, al presidente della Provincia, al presidente dell’Istituto Autonomo Case Popolari di Milano, successivamente ALER, al prefetto, al questore.

Ho argomentato la necessità di considerare il ruolo del comandante dei carabinieri, del comandante della polizia locale, del comandante dei vigili del fuoco, del provveditore agli studi, dell’Università, della ASL, dell’AMSA. Della Chiesa. Tante tessere istituzionali per la costruzione di un mosaico di competenze e responsabilità. Oggi possiamo considerare il ruolo dell’Islam? Tavoli tematici di lavoro con la partecipazione di chi opera sul territorio, come i servizi socio-sanitari – quale rappresentanza sindacale? – i servizi comunali di assistenza, i diversi soggetti di un impegno che raramente è svolto in rete.

Nel 2011 sulla base dell’esperienza del Comitato ho scritto il “Rapporto sulla questione dei quartieri di case popolari a Milano”, ricco di alcuni contributi: Ermanno Ronda, della segreteria SICET, Gabriele Rabaiotti, Giovanni Battista Barbarossa, nostro volontario. Supervisione di Antonio Tosi. In questo Rapporto il sindaco, non più il prefetto, è il destinatario della richiesta: un Tavolo di regia comunale per la politica delle periferie, per il coordinamento di tutte le Istituzioni competenti e di tutte le risorse disponibili, mentre oggi i singoli soggetti intervengono, non intervengono, non hanno il dovere della coerenza rispetto ad un progetto comune, possono usare la res publica per propri interessi, candidature, ecc., Insonne, con tutte le sue possibili invenzioni, il progettificio del Terzo Settore.

Chiediamo un Tavolo partecipato dal basso e il lavoro di tavoli partecipati per singoli temi.

Ne parliamo la prossima settimana.

Franca Caffa



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