3 aprile 2018

PERIFERIE: UN RACCONTO IN TRE TEMPI

La realtà del quotidiano


Prologo – Case Popolari a Milano, una volta – “C’era l’ispettore che girava in bicicletta. Come Regolamento tu potevi fare i mestê, sbattere stracci e tappeti fino alle 10, non potevi stendere né in giardino né fuori dal balcone perché il balcone aveva due piccole carrucole con le corde per stendere i panni: tiravi le corde e non vedevi i panni; se non lo facevi sentivi una voce che diceva: “giardino secondo! ritirare i panni”. Ad es. c’era la sputacchiera in cortile all’entrata della scala. Praticamente se un vicino ti vedeva che sbattevi il tappeto fuori orario andava dalla custode, la custode faceva il rapportino, il giorno dopo avevi in casa l’ispettore che ti richiamava. Nei lavatoi andavi a lavare, c’era lo stenditoio vicino ai lavatoi, c’erano gli orari, si cantava.

07caffa13FBPer i bambini l’orinatoio in cortile, perché le madri lavoravano, non erano in casa, la custode doveva tenerlo pulito, passava l’ispettore e guardava se erano stati fatti i servizi. Si rompeva la tapparella, andavi dalla custode, il giorno dopo c’era l’operaio che ti aggiustava la tapparella. La custode? Era una sentinella. Ora dietro la finestra con le tendine che coprono i vetri quante custodi chiedono “lei dove va”. Adesso siamo allo sbando. Ora in Via Tommei 3 c’è il custode, ma è una vita che eravamo senza. Hanno spostato il custode da via Tommei 4 a via Tommei 3, ora il 4 è senza custode. Minacce, maltrattamenti di vicini prepotenti a vicini più deboli? No, no, non sarebbe stato possibile. E poi eravamo uniti.”

Gianna Casiraghi, operaia in pensione, vedova di un operaio, madre di un operaio. È nata nel Calvairate 86 anni fa, nella casa di edilizia privata di Via Tommei 7 – bombardata nel 1943 – ma a 7 mesi con la sua gemella è entrata nella casa popolare di via Tommei 3 dove tuttora abita. Racconta di Regolamento, di Regole, di Ispettori ai tempi dell’Istituto Autonomo Case Popolari di Milano. Lei proclama il suo grande amore per il Calvairate. Quando ne è lontana sta male.

Primo Tempo – Case Popolari a Milano, oggi – Un quartiere ALER vicino in via Verga, zona della borghesia milanese, buone condizioni di manutenzione, ordine, pulizia, decoro. Due vecchi coniugi carichi di malattie, un figlio cinquantenne. Da 25 anni patiscono le aggressioni della vicina di ballatoio. Lei ha potuto impossessarsi di locali dei solai, è padrona del ballatoio. Lo dichiara: “io faccio quel cazzo che voglio io. A me nessuno mi tocca”. Il suo compagno per anni si è piazzato vicino alla porta dei due vecchi, per ostacolarne fisicamente il passaggio all’entrata e all’uscita. Ora è stato estromesso. Lei in casa ne ospita un altro, che sta tranquillo. Lo ospita secondo le regole? Di notte, TV a tutto volume, rumori di spostamenti di mobili. Ai due vecchi, insulti, minacce. Aggressioni, Pronto Soccorso, quante volte?

Nel passare degli anni i due coniugi si sono rivolti a tutti: Regione, Comune, ALER, Carabinieri, Polizia. Nel 2009 vengono al mio Comitato. Da allora ho scritto mille lettere a tutti i responsabili istituzionali. Nel passare degli anni, una sola risposta dalla direttrice di ALER, dott.ssa Sossi: “è un vecchio contenzioso …”.

Che cosa è diventato, rispetto al racconto di Gianna, il Servizio ALER dell’Ispettorato? Qualcuno a Milano vuole sedersi con me a un tavolo, ascoltarmi, cercare risposte? Io sono sola, il Comitato è solo rispetto a quest’altra questione depositata nelle cosiddette periferie: l’imbarbarimento dei responsabili istituzionali si specchia nell’imbarbarimento di una parte degli abitanti. Confederazioni Sindacali, Sindacati della Casa, dei lavoratori, ALER lontani come dalla terra alla luna. È un aspetto della corruzione di Milano, del Paese? Chi rappresenta che cosa?

Secondo Tempo – È antipopolare la violazione delle Regole della convivenza civile – In data 11 luglio 2017 Mario Angelo Sala, il nuovo presidente ALER viene ad un incontro presso la sede del mio Comitato. Partecipano rappresentanti di soggetti impegnati nei nostri quartieri, ALER e MM Casa, Parrocchie, Associazioni, un rappresentante della Diocesi. Federico, un inquilino cinquantenne, è in carico al Centro Psicosociale di Viale Puglie. Alto, esile, emaciato, sordo, sdentato, vista debole, difficoltà nel parlare, attacchi di panico, una luce di intelligenza illumina il suo volto quando sorride. La sua aria di uomo mite in condizioni tanto precarie dirà qualcosa al presidente? Per anni abbiamo chiesto interventi di manutenzione nella sua casa, ALER non ci ha mai risposto. Oggi, un incontro di ascolto reciproco, di impegni, con qualche speranza. Il mio Comitato non ha mai considerato ALER la sola istituzione responsabile di politiche che producono periferia.

Da quel luglio 2017 siamo in relazione quotidiana con il presidente: a fronte di segnalazioni, richieste, riceviamo infine varie risposte, persino per la casa di Federico è disposto l’intervento. Al tempo stesso, la mancata risposta sul funzionamento del fondamentale Servizio di Custodia, l’arbitrio nella conduzione del Contratto di Quartiere Calvairate-Molise, che aggrava gli abusi sistematici dell’Amministrazione Comunale, le conseguenze così pesanti sugli inquilini. Non vediamo una volontà di cambiamento che segni, nel profondo della struttura e del funzionamento di ALER, una rottura con il torbido passato della vecchia dirigenza – nella connessione con il ventennale rovinoso strapotere della Giunta Formigoni, sostenuta dalla Lega – e delle complicità sindacali.

E la situazione dei due vecchi inquilini perseguitati da 25 anni e del loro figlio? Zero? No, molto peggio. Si presenta in casa loro il Tutor ALER della Zona, verifica, prende impegni con una sorta di appassionata partecipazione, scompare. Estromesso? Si presentano ispettori, ahimè, si comportano come se avessero il compito di tapparsi le orecchie, di sovrapporre alla disperante realtà una loro interessata descrizione color rosa. Niente da fare, la vicina continuerà a fare quel che diavolo vuole lei, a fare la sua guerra, a minacciare, a tenere la TV accesa a tutto volume di notte, a spostare mobili una notte dopo l’altra. La visita degli ispettori lascia questa famiglia di offesi in condizioni di più grave amarezza, di offesa più cocente. E la vicina di casa? La sua aggressività così duratura, così perversa, così maniacale, sa di malattia? Nessuna regola da rispettare, anche sotto questo aspetto?

Terzo Tempo – Buona Pasqua – Ricevo gli auguri che il Presidente di Aler Sala invia ad alcuni Comitati. Un rametto di fiori di pesco e queste parole: Buona Pasqua a Voi e ai Vostri cari, con l’augurio che questa Festa possa rinnovare fiducia, speranza e gioia! Mario Angelo Sala Presidente ALER Milano. Sembrano parole dell’assessore Majorino! Dalla vetrina del suo settimo Forum, incubatrice di candidature.

Posso inviare questi auguri ai due vecchi inquilini perseguitati e al loro figlio? A quanti nelle case popolari di Milano – anche personale del Servizio di Custodia! – sono alla mercé di prepotenze, di minacce, di aggressioni, in mancanza di un’assunzione di responsabilità istituzionale dovuta? Non posso. A questi auguri si contrappongono parole che ascolto, salgono dal basso: “basta!vergogna!”. In alto abbiamo bisogno di competenti coraggiosi, di esperti, anche in umanità.

Franca Caffa

 

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