16 gennaio 2018

IL NODO DI PIAZZA CASTELLO E LARGO CAIROLI

Tutto da ripensare rispettando i luoghi


La parziale pedonalizzazione di Piazza Castello è del 2014. Avviene in preparazione di Expo, assieme agli Expo Gate in Largo Beltrami. Tra il 2014 ed il 2015 Arcipelago Milano ospita 8 interventi in merito, poi tutto tace fino al recente articolo di Jacopo Gardella che mi convince della necessità di riparlare dell’argomento, nonostante la città sia affaccendata nelle scelte e destinazioni strategiche dei grandi spazi disponibili, prima ed extra PGT.

06bacigalupo02FBTemo infatti il ripetersi dell’improvvisazione con un nuovo concorso, avviato in assenza di discussioni pubbliche, modalità che sembra affermarsi sempre più, in ogni tema significativo.

Per chi non ricorda, la vicenda del Castello comincia con una pedonalizzazione “sperimentale”, della porzione centrale della piazza, avviata senza informare ed ottenere il consenso dei residenti, né avendo idee sul suo utilizzo, né sulla viabilità che improvvisamente imbottigliava tutto il traffico proveniente dai Navigli e dai Bastioni in Foro Bonaparte ed in Cairoli, infilando disinvoltamente nella coda privata ogni mezzo ATM presente nell’area.

Si riempì poi lo spazio vuoto della piazza con usi provvisori, fiere e salamelle; i residenti insorsero, e vennero placati restituendo loro l’accesso alle case.

Per rimediare alla figuraccia, ecco poi il concorso di idee per la sistemazione per Expo, che però chiede anche indicazioni definitive. La gestione è affidata alla Triennale, che invita 12 studi milanesi qualificati in merito.

I progetti, alcuni belli o interessanti, escludono tutti la viabilità, ad acritica conferma del pasticcio proposto dal tema, che esclude il contesto: Parco, Viale Gadio, Foro Bonaparte.

Solo a progetti presentati il Comune indica a Triennale i contenuti richiesti (!); Triennale, che ci capisce, sceglie il progetto compatibile con le richieste del Comune e ne farà un esecutivo (!) con l’assistenza del progettista. Anche la modestissima cifra disponibile per la realizzazione (200.000€) salta fuori solo allora, ed implica quindi che ogni tipo di arredo urbano sia offerto in sponsorizzazione.

Per maggiore democratica confusione, i cittadini sono chiamati a votare i progetti, ma Triennale prima sceglie “Nevicata”, da loro non indicata, che poi viene eseguita snaturata per mancanza di soldi, ridotta a comici micro-bolli bianchi sparpagliati.

Dunque abbiamo scherzato 1): Perché con un budget ridicolo avrebbero partecipato pochissimi, con progetti completamente diversi, basati su economie pubbliche ed arredo urbano di serie solo se offerto. Nonostante molti dei progetti fossero stimati da Triennale di alto livello, per la sistemazione finale il Comune promette un concorso internazionale. Abbiamo scherzato – e in modo offensivo – 2): gli architetti milanesi non bastano, ci vogliono Archistar mondiali. Al terzo Scherzo provvede l’Ordine: assiste senza richieste, né commenti, né denunce.

Da allora, in Castello, ATM ha spostato linee e fermate, il traffico auto tenta di evitare la coda cronica di Foro Bonaparte, la piazza pedonale si è riempita di transenne fisse, messe a formare numerose, complesse, cervellotiche corsie di ingresso ed uscita delimitate ed aggiunte alle lunghe aiuole preesistenti, mentre i fianchi ancora percorribili della piazza rimangono intatti, giganteschi ed inutili, escludendo i parcheggi di auto e dei numerosi Bus turistici.

Anche in una mattina festiva la coda in Bonaparte – Cairoli invade la corsia dei Tram. Una riqualificazione di Foro Bonaparte è doverosa.

Anche in una mattina festiva la coda in Bonaparte – Cairoli invade la corsia dei Tram. Una riqualificazione di Foro Bonaparte è doverosa.

Una grandiosa dimostrazione di episodicità, disordine ed incapacità di gestione dello spazio pubblico.

Il tema di Piazza Castello non è facile. Non è oggi una piazza ove sostare, col grande edificio storico centrale, con i dislivelli e le alberature che anticipano il Parco, con lo stradone vuoto, sottolineato dalla cortina edilizia omogenea e privatissima che lo chiude. Al contrario, il Foro Bonaparte è un classico viale ottocentesco, rovinato purtroppo da un traffico insostenibile, ma vivo e ricco di attività aperte al pubblico.

 Presso via Minghetti lo spazio della piazza si frantuma analiticamente in: aiuola, marciapiede, pista ciclabile, cordolo, corsia dalla zona pedonale, aiuola preesistente, corsie e parcheggi da e per via Ricasoli.

Presso via Minghetti lo spazio della piazza si frantuma analiticamente in: aiuola, marciapiede, pista ciclabile, cordolo, corsia dalla zona pedonale, aiuola preesistente, corsie e parcheggi da e per via Ricasoli.

Il sistema Parco – Castello costituisce un antico nodo militare, divenuto una barriera ambientale lunga 1400 metri che “taglia” due circonvallazioni: i Bastioni, a circolazione doppia, stracarichi dall’Ecopass (2008), ed i Navigli, antiorari in senso unico.

Il sistema pedonale e dei monumenti, da S. Babila al Duomo all’Arco della Pace, costituisce la ricchezza più importante della città, per qualità ambientale continua, sistema commerciale, attrattiva turistica, importanza culturale delle istituzioni presenti. Rappresenta la più importante delle tante immagini di Milano.

Viale Gadio è chiuso al traffico da alcuni anni, incorporato assieme al fronte Nord Ovest del Castello dalla recinzione del Parco Sempione. La vista dal piazzale “del cannone” sul cannocchiale ottico dell’Arco della Pace è bellissima, ma la pedonalizzazione limita gli accessi serali e non aggiunge valore al parco, che affianca con frequenti, discutibili installazioni di giostre ed iniziative commerciali.

Il rettilineo Nord Est della piazza vuoto ed adibito a parcheggio dei bus turistici

Il rettilineo Nord Est della piazza vuoto ed adibito a parcheggio dei bus turistici.

Qualsiasi concorso sulla sistemazione definitiva del Castello deve affrontare la sistemazione viabilistica completa dell’area compresa tra le vie Legnano, Gadio, Pontaccio, Foro Bonaparte, Cairoli, Cadorna, Alemagna ed afferenti, con la gestione dei flussi Navigli e Bastioni, e di tutti i mezzi ATM di superficie presenti.

Credo che gli interventi sullo spazio pubblico debbano essere umili, non monumentali, perfezionabili nel tempo, ed i materiali adottati debbano rimanere sobri ed omogenei rispetto al contesto. Se fino a ieri i cordoli erano in pietra ed i marciapiedi asfaltati, trovo sbagliata l’adozione di costose pavimentazioni speciali in contesti non monumentali, ed anche nel Centro, già finito e qualificatissimo rispetto ad altre parti della città finora dimenticate. Ritengo che ogni intervento debba ottenere il massimo di vivibilità degli spazi con strumenti definitivi, di natura sostanziale e non decorativa o provvisoria.

La balaustra della piazza del Cannone in Viale Gadio ed il dislivello esistente col terreno del Parco Sempione, ove sono collocabili due corsie in una trincea più profonda.

La balaustra della piazza del Cannone in Viale Gadio ed il dislivello esistente col terreno del Parco Sempione, ove sono collocabili due corsie in una trincea più profonda.

La proposta di Gardella è tutta di suggestioni scenografiche; acque e i porticati sono cornici valide per ogni monumento, ma dimentica completamente i problemi di Milano, e di quel luogo specifico.

Anche qualora i Navigli diventassero navigabili, eliminati come circonvallazione, l’accesso alla zona di Brera – Cordusio – Cairoli del Centro avverrà sempre dalle Vie Solferino, Pontaccio, Legnano, Alemagna, Boccaccio: il tema viabilistico ed ambientale di un miglioramento significativo rimane quindi da risolvere.

l monumento alla Provvisorietà Kitch: gli alberi nei vasoni biancastri di via Luca Beltrami.

l monumento alla Provvisorietà Kitch: gli alberi nei vasoni biancastri di via Luca Beltrami.

Tema complesso poiché la rottura del doppio sistema tramviario e veicolare dei Bastioni coincide qui con il più importante arrivo autostradale da Nord nella rete urbana. Inoltre la circonvallazione tramviaria viene spinta all’esterno fino al Monumentale, rientra in Sempione, e coincide purtroppo con quella veicolare ed il limite dell’area C in via Pagano ed Ariosto, e peggio, in sezioni divenute improvvisamente esigue.

Purtroppo, perché la separazione dei mezzi pubblici ed il traffico privato è il primo passo indispensabile per la efficienza dei primi, l’eventuale apertura dei Navigli porterà sui Bastioni l’ulteriore carico della distribuzione degli accessi\uscite dal Centro Storico. È irresponsabile eliminare per motivi storico ambientali fragili una circonvallazione efficiente delle tre esistenti a Milano senza studiare un piano per la viabilità pubblica e privata nel Centro Storico; lo stesso vale per il nodo del Castello che ne è parte essenziale, e per qualsiasi nuovo concorso in merito.

Le considerazioni precedenti mi portano a proporre delle corsie riservate ai tram in foro Bonaparte ed ai bus ATM in Castello, questo poiché il transito discontinuo dei mezzi pubblici è completamente compatibile, anzi valorizza una zona pedonale.

È necessaria una organizzazione comprensibile, semplice e fluida dei flussi; si può attuare trasformando il Castello in una rotatoria a senso unico, il che permette di eliminare la corsia veicolare interna in Foro Bonaparte. Allargando il marciapiede vissuto dalle numerose attività fino alla sede tramviaria si ottiene una grandissima valorizzazione del viale storico e della sua zona pedonale che potrebbe venire ulteriormente piantumata.

Senza rinunciare ai risultati conseguiti dalla pedonalizzazione di Piazza del Cannone, a margine del parco potrebbe continuare la sezione della corsia Ovest di Via Legnano ribassata e così “silenziata” in trincea, senza modifiche alla vegetazione, con andamento decisamente curvilineo, e con uno o due sovrappassi pedonali a garantire il libero accesso al parco.

Anche nella piazza integralmente pedonalizzata, rimanendo i binari esistenti, ai Bus basterebbe una corsia veicolare a senso unico, mentre il marciapiede adiacente al Castello potrebbe venire allargato, piantumato, arredato con panche e zone di sosta. La corsia ciclabile vi risulterebbe fastidiosamente al centro; mi sembra logico spostarla in condivisione nella corsia Bus da realizzare. L’insieme degli interventi necessari è costituito da opere di pavimentazione, piantumazione, arredo ordinari e sobri. L’unica operazione significativa modifica la recinzione del parco e costruisce una strada lunga 250 metri e larga 8 che risolve un intero settore urbano.

La planimetria dimostra i vantaggi e la semplificazione possibile e risolutiva dei tre nodi di Cadorna, Cairoli, Tivoli\Bonaparte; sono indicati in rosso i flussi provenienti e diretti ai Navigli come ora esistenti, in verde quelli dei Bastioni, in beige i mezzi ATM.

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I turisti potrebbero scendere e salire sui loro Bus in Viale Gadio, riservata al solo accesso al monumento, mentre la sosta prolungata dei mezzi verrebbe facilmente organizzata nella grande area inutilizzata a fianco della Stazione Nord, migliorando anche la viabilità attorno alla Triennale. Altra situazione deludente, altra puntata.

Claudio Bacigalupo

 



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