1 febbraio 2017

la posta dei lettori_01.02.2017


Scrive Silvano Fassetta a proposito di Craxi – Egregio Dottor Beltrami Gadola,  la sua riflessione su Bettino Craxi mi pare molto seria e lucida. Il ricordo che ha di quel periodo corrisponde in toto al mio. Non ero socialista, bensì comunista “amendoliano”, ma avevo visto nel primo Craxi un soggetto di grandissimo spessore politico, forse l’unico capace di realizzare un vero progetto riformista e progressista nel nostro Paese. Purtroppo non fu così e alla fine Craxi rappresentò una grande occasione perduta e quindi, almeno per me, una delusione assoluta. Anche per l’ambiente di lavoro che frequentavo allora, ebbi contezza delle sue “deviazioni” sul piano etico/morale e dell’esistenza dei conti miliardari che deteneva in Asia, credo a Singapore, intestati a prestanome. Il suo tentativo di discolparsi sostenendo che “così fan tutti” lo considerai patetico e foriero di quel esito che poi si concretizzò nella sua fuga in Tunisia. Concordo pienamente con la sua proposta di stabilire, una volta per tutte, quali debbano essere i requisiti dei personaggi passati a “miglior vita” per meritarsi l’intitolazione di qualsivoglia struttura pubblica. Così, si spera, la finiremo con queste periodiche dispute defatiganti che finiscono solo col rinverdire antichi rancori.

Scrive Annalisa Ferrario a proposito di Craxi – Non entro nel merito della vicenda giudiziaria di Craxi, se cioè sia stato un grande statista perseguitato dalla magistratura o un reo in fuga dalle sue responsabilità. Me lo ricordo però come un fautore della finanza allegra ai fini di facile consenso (di cui ancora stiamo pagando gli esiti), e politicamente responsabile della rottura a sinistra (che ancora perdura). Non penso quindi sia stato un grande statista.

Scrive Roberto Limena a proposito di Craxi  – Non posso che condividere pienamente quanto scritto da Luca Beltrami Gadola. Anch’io sono stato un semplice iscritto al PSI (e anche di corrente lombardiana) ai tempi di Craxi e ho smesso di rinnovare la tessera nel 1976 all’epoca della sua ascesa politica, quando Cicchitto e Signorile si allearono con lui per rovesciare De Martino. Il povero Lombardi accondiscese suo malgrado, per poi accusare, qualche anno dopo, Craxi di gestione personale del partito (Führerprinzip). Aggiungo che Craxi, oltre ad essere stato un condannato latitante, è stato il politico che ha fatto più danni all’Italia nel dopoguerra, iniziando la dissennata scelta di saccheggio delle pubbliche risorse per ingraziarsi il voto di vaste categorie (vedi pensioni regalate), contribuendo così in modo determinante all’indebitamento pubblico proseguito poi dai suoi successori fino all’attuale baratro incolmabile. Dedicargli una via mi sembrerebbe veramente disgustoso.

Scrive Ornella Scarpa a proposito di Craxi – Quando Bettino non fece nulla per difendere il PSI credo avesse già  mani e piedi legati. Sono d’accordo una  via a Craxi? Mai e poi mai!



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