10 gennaio 2017

libri – DIALOGHI DELL’INCONSCIO


DIALOGHI DELL’INCONSCIO
a cura di Laura de Luca e Marialuisa Bignami
Chieti, Solfanelli, 2016
pag. 256, euro 18,00

 

libri01fbQuella di Robert Louis Stevenson era una famiglia di costruttori di fari, luci amiche che dovevano servire a proteggere i percorsi delle navi lungo le “infide coste scozzesi” (222); lo dice l’autore stesso nell’intervista immaginaria sapientemente orchestrata da Marialuisa Bignami, e nel farlo scopre con garbo e in un’affascinante modalità discorsiva un tratto poco consueto di un autore che tutto il mondo conosce – o crede di conoscere – attraverso i pochi tratti biografici e letterari che finiscono per fissarsi nella memoria collettiva.

E Chopin non è mai stato così gracile come si è voluto far credere: all’intervistatrice Laura De Luca, il musicista stesso rivela che si è trattato di una scelta di marketing, del tutto priva di fondamento, dato che “Io vado in palestra tutte le sere” (192). Una dopo l’altra, in un divertente e istruttivo rosario di vicende serie e facete, si susseguono, nel bel volume curato appunto da De Luca e Bignami, le storie pubbliche e private di personaggi noti, appartenenti ad ambiti artistici e scientifici differenti e pronti a lasciarsi smascherare in 18 interviste sospese tra documentazione e invenzione, in un genere ibrido oggi molto di moda, ma niente affatto nuovo.

Come nota Remo Ceserani nell’introduzione al volume, i testi raccolti nel volume rappresentano una selezione delle interviste andate in onda su Radio Vaticana tra il 2009 e il 2015, nell’ambito di una rubrica intitolata Faccia a faccia improbabili, ideata da Laura De Luca, alla quale il bel volume edito da Solfanelli nel 2016 fa riferimento. E ne rispetta la tensione “interdisciplinare”, internazionale e diacronicamente molto varia campionando profili di scrittori e poeti che appartengono a tempi e ad ambiti nazionali diversi (D. Defoe, A. Christies, J. Rudel, G. Belli, E. Brontë, C. Collodi, Virgilio, R.L. Stevenson), studiosi di ambiti differenti (M. McLuhan, E. Fermi, G. Galilei, N. Machiavelli), artisti visivi e musicisti (W. Mozart, E. Degas, M. Bunarroti, F. Chopin), cui si aggiungono, di catalogazione un poco più difficile, un Antonio Stradivari ossessionato dalla questione della voce come qualità primaria delle persone e delle cose, e un Cristoforo Colombo che si rivela spinoso, narcisista e non proprio in sintonia con l’intervistatore, al punto da augurarsi, al termine dell’intervista, di non vederlo mai più.

Anche gli intervistatori si presentano con identità molto varie. Molto riuscita è la “Madama Curiosità”, apostrofata come tale da Daniel Defoe, in un’intervista che rivela la lunga, accurata consuetudine di studio che Bignami ha accumulato su questo autore. Un caso unico è rappresentato dalla doppia intervista a Emily Brontë e Cathy Earnshaw: autrice e personaggio vengono affiancate e intervistate da “una sognatrice”: la prospettiva consente riflessioni interessanti sul rapporto tra autore e personaggio e su chi possa legittimamente esercitare la sua autorità sull’altro/a.

Nel suo complesso, il volume riesce molto bene a tradurre la potenza della radio come narratrice di storie e, al tempo stesso, esso mostra anche come il genere delle interviste immaginarie, poco conosciuto eppure molto amato, di fatto declini in modi imprevedibili la modalità che Truman Capote aveva definito come “nonfiction novel”: non sono fatti e neanche finzione, ma una formula intermedia, ibrida, straordinariamente interessante. Insomma, il meglio che si può fare con i media.

Nicoletta Vallorani

 

 

questa rubrica è a cura di Cristina Bellon

rubriche@arcipelagomilano.org

 



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