10 luglio 2018

CAPIRE I CITTADINI E NON PLAGIARLI. A PROPOSITO DI NAVIGLI

Il vero ruolo della politica


La questione dei Navigli, così come quella di ogni rete di infrastrutture che interviene nella definizione della identità della città e della sua area metropolitana, richiede visione e compassione da parte di chi governa Milano. Questo si evince dagli interventi e dai confronti sul tema. Visione come riconoscimento di un sistema di acque e non di singoli manufatti.

02_cortiana_26I Navigli con le loro funzioni di regimazione delle acque, trasporto, irrigazione, forza motrice, hanno costituito un manufatto così particolare da determinare il disegno e il paesaggio agricolo e urbano circostante, rappresentando un elemento di dialogo con la testimonianza spirituale costituita dalle abbazie cistercensi e dalle chiese che si affacciano lungo le loro alzaie. O l’intervento su singoli tratti costituisce una parte della realizzazione di un insieme coerente, per sua natura metropolitano, o diventa la riduzione a oleografia contemporanea per dare corpo alla città come brand fondiario.

La visione si deve accompagnare alla compassione per comprendere che dietro la richiesta referendaria dei milanesi per la riapertura dei Navigli, così come per la pedonalizzazione della periferia, per la riduzione del traffico privato o per la sostenibilità del dopo EXPO, ci sono una domanda e una volontà di abitare Milano in luogo del mero risiedervi. Per queste ragioni è stata indicativa la serata pubblica organizzata dalla Amministrazione Comunale e dal Municipio 6 per la presentazione di tre interventi immobiliari sul Naviglio Grande, nelle aree industriali dismesse lungo la Circonvallazione esterna 90/91. Certamente di qualità gli interventi curati da Zucchi e da Boeri, mentre quello di Beni Stabili si caratterizza per la notevole cubatura. Del resto chi può pensare che singoli episodi immobiliari, ancorché affidati ad architetti prestigiosi, costituiscano in sé l’articolazione coerente di un intervento di riqualificazione del manufatto idraulico, della Alzaia e dei nodi territoriali da esso definiti nel corso dei secoli?

Molti dei cittadini che si sono registrati per l’incontro pubblico e quelli che hanno preso la parola sono parte dei comitati, delle associazioni e delle imprese costituitisi come forum per la riqualificazione partecipata ‘Naviglio 6 Grande!’. Un forum che ha condiviso una Carta degli Intenti che ha nel Parco Lineare del Naviglio Grande il riferimento per interventi coerenti con una riqualificazione che dallo scalo ex FS di Porta Genova può mettere in comunicazione i quartieri che interessano entrambi i lati del Naviglio e il Parco Sud.

Qualcuno può pensare che questi cittadini trovino una soddisfazione esaustiva nell’essere pubblico registrato, componente del marketing di promozione immobiliare? L’amministrazione di Milano, città dei comuni metropolitani, può pensare che la sua azione di governo del territorio si esplichi solo nella dotazione di infrastrutture e nella attivazione di procedure amministrative ed eventi promozionali? Ci vogliono visione e compassione da parte di chi governa perché i milanesi si percepiscano come comunità che partecipa alla definizione della propria città. Non residenti, spettatori e consumatori, bensì cittadini consapevoli che esercitano la loro parte di responsabilità nella definizione del ruolo, della funzione e della identità della città che abitano.

L’uso sociale del territorio, la qualità e l’organizzazione degli spazi, delle alberature, del verde, del trasporto pubblico e del traffico, dell’arredo urbano, dei servizi, delle esclusività ciclopedonali, della rete d’acque, insieme alla immagine della città producono la sua sicurezza, che non è solo ordine pubblico.

Per questo occorre che il Débat Public, qualora sia tale, non si riduca alla informazione pubblica su singoli episodi urbani a valle di decisioni già prese. Occorre che spazi pubblici decentrati diventino urban center, con operatori che, attraverso cartografie e supporti digitali, facilitino la partecipazione informata al processo deliberativo dell’intelligenza collettiva diffusa.

Occorre una piattaforma digitale pubblica che abiliti questa partecipazione e sia propedeutica all’incontro e non sia, al contrario, la sua sostituzione virtuale. Il deficit di legittimità della democrazia registrato con l’astensionismo richiede modalità effettive di esercizio della Cittadinanza Attiva.

Per abitare la città bisogna amare Milano, per questo i forum di partecipazione come ‘Naviglio 6 Grande’ costituiscono una risorsa inclusiva da supportare, sviluppare e replicare.

Fiorello Cortiana



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