25 luglio 2017

NUOVI MUNICIPI E PARERI EDILIZI

Ridurre i poteri dei Municipi, un messaggio per tutti


ArcipelagoMilano ha pubblicato il 12 luglio scorso un articolo degli assessori dei Municipi 1 e 3 Mattia Abdu e Antonella Bruzzese sui poteri dei nuovi municipi in relazione ai pareri edilizi. Sono stato rappresentante del consiglio di zona 3 in Commissione per il Paesaggio dal 2011 al 2016 e ho seguito l’iter di approvazione del regolamento dei Municipi che ha eliminato il parere socio-ambientale sui permessi di costruire. Ho inoltre contribuito con osservazioni approvate sia al regolamento edilizio del 1999 che a quello del 2014.

10sacerdoti28FBIl consiglio di zona 3 aveva dato su mia sollecitazione parere negativo a questa eliminazione in quanto aboliva un potere che i consigli di zona avevano avuto fin dalla loro creazione negli anni ’80 in ambito edilizio. Mentre all’inizio le zone avevano un ruolo importante nelle pratiche edilizie con la presenza di architetti e geometri nel loro organico che entravano anche nel parere tecnico delle pratiche, con il regolamento del decentramento del 1997 e il regolamento edilizio del 1999 i loro poteri erano stati ridotti a un parere socio-ambientale sui soli permessi di costruire e anche il ruolo del rappresentante in commissione edilizia, sostituita poi dalla commissione per il paesaggio, era stato molto ridotto, essendo convocato solo per i pareri urbanistici.

I consigli di zona si sono sempre opposti a queste riduzioni, chiedendo di poter dare un parere anche sulle DIA e di avere personale tecnico dedicato, che per motivi organizzativi gli era stato tolto, accentrandolo nello sportello unico per l’edilizia. La riduzione delle zone da 20 a 9 non ha cambiato questa situazione. Pur avendo la popolazione di un capoluogo di provincia le zone avevano un potere molto limitato sull’attività edilizia. Inoltre quando i loro pareri erano diversi da quelli della commissione edilizia centrale vi era la possibilità di ricorrere alla commissione urbanistica comunale, che decideva chi avesse ragione ma anche questa possibilità fu eliminata nel 2013.

Con un colpo di mano il regolamento dei municipi ha eliminato il parere socio-ambientale previsto dall’art. 29 del vecchio regolamento del decentramento. Gli uffici amministrativi hanno dato parere negativo al suo ripristino chiesto dal consiglio di zona 3 e il consiglio comunale, nella fretta di approvare il nuovo regolamento prima delle elezioni, ha rinunciato a dibattere la questione. Il consigliere Fanzago, che allora era delegato dal sindaco Pisapia al decentramento, da me sollecitato non fece nulla.

All’inizio dell’attività dei Municipi la richiesta dei pareri arrivava ancora, poi lo sportello unico si accorse che non erano più previsti e non arrivò più nessuna pratica. Quando il Presidente del Municipio 1 se ne accorse se ne lamentò con l’ex consigliere Fanzago essendo incredibile che i poteri dei Municipi, che di fatto non erano aumentati rispetto alle zone, fossero addirittura diminuiti. Le uniche pratiche che ancora arrivavano erano quelle in cui il Municipio doveva decidere in che modo utilizzare gli oneri di urbanizzazione secondaria e quali servizi prevedere, quindi quelle di grande dimensione.

In seguito a una trattativa con lo sportello unico fu deciso che almeno i permessi che superavano le norme morfologiche del PGT, e quindi quelli per i quali il rappresentante in commissione per il paesaggio doveva dare un parere non vincolante, fossero inviati ai municipi in tempo per esaminarli e dare una indicazione al rappresentante su quale parere dare. Sono i due casi indicati nell’articolo dei due Assessori.  Purtroppo, in seguito al cambio del responsabile del settore urbanistico del Comune con cui era stato fatto l’accordo, i permessi che superano le norme morfologiche non sono mai stati inviati ai municipi, e quindi l’articolo citato non è corretto, scrive quello che dovrebbe succedere ma che non succede.

In Municipio 3, in cui sono iscritto alla Commissione Territorio, non arriva più alcuna pratica da mesi in quanto non vi sono permessi di costruire in cui si debba decidere l’utilizzo degli oneri di urbanizzazione secondaria. Il risultato è che i Municipi hanno perso il controllo della evoluzione edilizia del loro territorio. Solo il rappresentante in commissione per il paesaggio esamina le pratiche ma non ne ha copia e quindi non può relazionare con chiarezza al Municipio quello che succede. Le relazioni che sono state fatte finora non sono state comprensibili. Non parlo del recupero dei sottotetti ma neanche gli interventi di demolizione e ricostruzione totale con cambiamento della sagoma arrivano in municipio, per esempio per via Kramer 26 dove un faggio alto 5 piani è a rischio di eliminazione.

Nella scorsa consiliatura tutti i permessi della zona 3 venivano esaminati con grande accuratezza grazie al presidente della commissione territorio Mariani e ai tecnici presenti in commissione ed io potevo portare pareri molto motivati alla commissione per il paesaggio in quanto i progetti arrivavano quasi sempre prima in zona che in commissione. In un caso, via Pellizzone 4, il TAR ha dato in una ordinanza ragione ai ricorrenti contro un permesso in quanto la zona 3 aveva dato parere negativo.

Il passaggio in zona compensava il fatto che, se la zona fosse stato un comune con uguali abitanti, avrebbe avuto la propria commissione per il paesaggio e il proprio sportello unico per l’edilizia. Era inoltre un passaggio democratico, dando come in Svizzera la possibilità di esaminare i permessi insieme ai residenti del territorio interessati alle trasformazioni, che spesso avvengono più per sommatoria di piccoli progetti che per grandi progetti, ad esempio con il recupero dei sottotetti e le sostituzioni edilizie.

Se lo sportello unico insisterà per non mandare i permessi di costruire ai nuovi municipi in base all’accordo raggiunto, sarà inevitabile chiedere al consiglio comunale di introdurre nuovamente nel regolamento del decentramento il parere socio-ambientale. Non è pensabile che i municipi possano rinunciare al controllo delle trasformazioni edilizie del proprio territorio, che nel loro complesso incidono di più delle trasformazioni urbanistiche.

Michele Sacerdoti


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