19 ottobre 2016

CITTÀ METROPOLITANA E ALTRO: RIFLESSIONI DI UNA CITTADINA

Governo e consiglieri neoeletti. Ognuno faccia la sua parte


Si sono tenute le elezioni di secondo livello per eleggere i membri del Consiglio Metropolitano di Milano. Tutti avremmo voluto una consultazione che chiamasse a decidere i cittadini, ma esiste una legge dello Stato che detta le regole: Città Metropolitana ha assolto al suo compito secondo le disposizioni, Comune di Milano ha eletto le sue Municipalità secondo il dettato della legge, lo Stato italiano non ha ancora fatto nulla dopo la legge Delrio.

06colombini34fbManca la legge sull’elezione diretta affinché la Città Metropolitana (che non ha potere legislativo) possa essere amministrata da persone chiamate dai cittadini a decidere sull’istituzione più importante per la governance e il futuro dei territori complessi per funzioni e relazioni territoriali. Siamo già in ritardo di 40 anni per l’adeguamento all’Europa del governo degli enti locali di area vasta. Occorre fare presto.

I territori chiedono, progettano, si indignano, sperano, sognano. Per dare sostanza a tutto questo ci vuole una rappresentanza degli enti locali dotata di funzioni e risorse certe. Città Metropolitana e Regione: ancora si stanno contendendo sia le une che le altre.

Autunno turbolento per la democrazia italiana. La riforma costituzionale prevede l’avocazione allo Stato il compito di disciplinare su materie sulle quali prima legiferavano anche le Regioni, e su questo condivido appieno visto il fallimento di questa sorta di “federalismo” in salsa italiana, mal concepito e mal governato, diventato nei decenni laboratorio di buon governo oppure luogo di grandi nefandezze, drenaggio di risorse che più opportunamente convoglierei sui sindaci e sui Comuni virtuosi oltre che sulla Città Metropolitana. Ma questa è un’altra storia. Comunque la si guardi, siamo a una svolta. E che svolta sia!

Per tornare alla nostra Città Metropolitana, essa dovrebbe essere istituzione strategica creata per governare e indirizzare lo sviluppo dei nostri territori per il benessere dei cittadini (leggete lo Statuto della nostra Città Metropolitana, è bellissimo), e anche per intercettare i finanziamenti italiani e comunitari per lo sviluppo delle aree metropolitane. È da circa 30 anni che l’Unione Europea si occupa delle politiche per le città; il motivo è semplice: il 75% della popolazione dell’UE vive nelle aree urbane e nelle aree urbane si produce circa il 70% del PIL europeo.

Questo è il progetto e la visione: rappresentanza di ogni territorio della Città Metropolitana per dare a ognuno l’opportunità di valorizzare le proprie risorse e le proprie vocazioni. Ogni gruppo politico deve guardare dentro di sé, analizzare chi ha eletto oppure no nel Consiglio Metropolitano, dove ha messo i suoi voti e perché, quali rappresentanze dei territori ha portato in Consiglio in questa fase cruciale e quali no, quali territori ha escluso e a vantaggio di quale altro obiettivo.

È sufficiente analizzare le fasce dei voti per capire. Ma non è questa la sede. Vorrei dire di più, e di più amaro. Ascolto i territori, e più ci vado più sento linfa creativa e democratica che, da milanese, è fiato e ossigeno. Costruire una strategia metropolitana e una gerarchia per ogni azione è importante, non dimentichiamo però che tutte le voci fanno un coro virtuoso. Per dirvela terra terra, cari eletti in Consiglio Metropolitano, il milanocentrismo (alimentato dal meccanismo di voto ponderato) è il difetto che non potrete mai permettervi.

Paola Colombini

 



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